"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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Il debito, la crisi economica, il denaro, le guerre, Nuovo Ordine Mondiale.

      Prendo spunto, per introdurre questo argomento, da una pagina tratta da un romanzo, letto da poco, di Ken Follet [1]. Mi rendo conto di fare, in questo modo, pubblicità gratuita ad uno scrittore che di certo non ne ha bisogno, visto il suo successo di vendite. Speriamo che un giorno mi ricambi il favore...
      Siamo all'epoca della grande guerra, la prima guerra mondiale. La pagina in questione è il dialogo fra due inglesi del popolo, pacifisti e contrari alla guerra per ovvie ragioni. Lei, Ethel, di famiglia di minatori, ha un fratello arruolato nell'esercito sul fronte francese. Bernie è un ebreo socialista. Il grassetto l'ho aggiunto io.
      La prima frase è di Bernie.

      «Prima della guerra il nostro governo spendeva complessivamente mezzo milione di sterline al giorno per esercito, tribunali e carceri, istruzione, pensioni e amministrazione coloniale: tutto quanto.»
      «Cosi tanto!» Ethel gli sorrise con affetto. «Questo è il genere di dato che mio padre non trascurava mai.»
      Bernie bevve un sorso di cioccolata. «Indovina quanto spendiamo ora.»
      «Il doppio? Un milione al giorno? Sembra impossibile.»
      «Sei ben lontana. La guerra costa cinque milioni di sterline al giorno, dieci volte di più del normale costo di gestione del paese.» Ethel era sbalordita. «Da dove arrivano tutti questi soldi?»
      «Proprio qui sta il problema. Li prendiamo in prestito.»
      «Ma la guerra va avanti da oltre due anni: dobbiamo aver chiesto ...quasi quattromila milioni di sterline!»
      «Una cosa del genere. Venticinque anni di spesa pubblica ordinaria.»
      «Ma come faremo a restituirli?»
      «Impossibile riuscirci. Un governo che cercasse di imporre tasse sufficienti per ripagare questo debito provocherebbe la rivoluzione.»
      «E allora cosa succederà?»
      «Se perdiamo la guerra, i nostri creditori, soprattutto americani finiranno in bancarotta. Se la vinciamo, sarà la Germania a dover pagare. Sono quelle che si definiscono 'riparazioni di guerra'.»
      «Ma come faranno loro?»
      «Finiranno alla fame, ma tanto a nessuno importa cosa succede ai perdenti. Comunque i tedeschi hanno imposto lo stesso trattamento ai francesi nel 1871.» Andò a mettere la tazza nel lavandino. «Capisci perché non possiamo fare la pace con la Germania? Altrimenti chi pagherebbe il conto?»
      Ethel era esterrefatta. «Così continuiamo a mandare i nostri giovani a morire nelle trincee solo perché non siamo in grado di saldare il debito. Povero Billy. Viviamo davvero in un mondo orribile.»
      «Noi lo cambieremo.»
      "Lo spero" pensò Ethel. Bernie era convinto che ci volesse la rivoluzione, invece lei, che aveva letto della Rivoluzione francese, sapeva che non sempre le cose andavano secondo le intenzioni del popolo. In ogni caso era determinata a offrire a Lloyd una vita migliore.

      A pagina 892 dello stesso romanzo, siamo a guerra finita, i tedeschi hanno perso la guerra, sono in corso le trattative, e, ancora l'autore ritorna sul tema economico, con altri personaggi.

      Maud rise poi riportò la conversazione sulla politica. «Se sappiamo che i tedeschi non sono in grado di pagare, perché Lloyd George insiste?»
      «Gli ho fatto la stessa domanda. Lo conosco molto bene, fin da quando era ministro delle Munizioni. Dice che tutte le nazioni belligeranti finiranno per pagare ognuna i propri debiti e che nessuna otterrà riparazioni di cui valga la pena parlare.»
      «Allora perché tutta questa pantomina?»
      «Perché alla fine saranno i contribuenti di ogni singolo paese a pagare per la guerra. Ma il politico che esplicitasse una cosa del genere non vincerebbe mai più un'altra elezione.»

      Pagina 987; siamo alla fine del romanzo, nella Germania sconfitta. Tralascio il nome dei protagonisti per non svelare il finale degli avvenimenti. Ciò che conta in questa sede è il lato economico...

      In cartellone figurava come Mississippi [...]
      Tra un numero e l'altro, un cliente si avvicinò al piano e le chiese: «Mi suoni 'Downhearted blues', per favore?».
      [...] conosceva la canzone, un grande successo di Bessie Smith. Suonò qualche accordo di blues in mi bemolle. «Forse» rispose. «Per te quanto vale?»
      L'uomo le tese una banconota da un miliardo di marchi.
      [...] rise. «Con questa non compri nemmeno la prima battuta della canzone. Non hai valuta straniera?»
      Il cliente le porse una banconota da un dollaro.
      [...] la prese, se la infilò nella manica e attaccò 'Downhearted blues'.
      Era entusiasta di possedere un dollaro, che valeva circa un trilione di marchi, ma al tempo stesso si sentiva un po' abbattuta e in quel blues mise davvero il cuore. [...] era un vero successo aver imparato come sollecitare mance, però il metodo era umiliante.
      [...] Lasciato il locale, andò direttamente al forno. Era pericoloso tenersi i soldi: era possibile che quello che avevi guadagnato la mattina già in serata non bastasse più per una pagnotta. Davanti al negozio c'erano già parecchie donne in coda, al freddo. Alle cinque e mezzo il fornaio aprì e con un gessetto scrisse i prezzi del giorno su una lavagna. Quella mattina una pagnotta di pane nero costava centoventisette miliardi di marchi.
      [...] ne comprò quattro. Non le avrebbero mangiate tutte quel giorno, ma non aveva importanza: il pane raffermo poteva essere usato per irrobustire le zuppe. Le banconote no.

      Chi ha occhi e orecchie per intendere...
Ora voglio porre una domanda.
      COME SI FA A CONQUISTARE IL MONDO?
      Verrebbe da rispondere...con una guerra combattuta da un esercito molto potente.
      Ma se analizziamo la storia che ci hanno insegnato a scuola, vedremo che nelle guerre perdono tutti: alle guerre si accompagna sempre la miseria, che affama i popoli; il popolo perde in suoi figli in battaglia, anche dal lato dei vincitori, per non parlare del tributo maggiore, sacrificato dal popolo del paese perdente. I sovrani che hanno dato l'avvio ai conflitti si trovano indebitati e devono aumentare le tasse per pagare questi debiti: alla fine sono sempre i sudditi che pagano questi debiti contratti per le guerre; paga sempre il popolo con tributi di sangue, lacrime e sudore. NESSUNO È MAI RIUSCITO A CONQUISTARE IL MONDO CON GLI ESERCITI, LE GUERRE. Il glorioso e potente Egitto dei faraoni è soltanto un antico ricordo. Alessandro Magno fu un fuoco rapido. L'impero romano, è caduto; Napoleone ed Hitler sono tornati nella polvere. Eppure sembrava che tutti quanti fossero ad un breve passo dalla conquista del mondo. Sicut transit gloria mundi.
      C'è da chiedersi come riescano i potenti di turno a convincere ogni volta i giovani a sacrificare le loro vite per una storia che si ripete, e, se analizzata, rivela sempre lo sfruttamento del popolo. Come fanno a convincerci che una guerra è cosa buona, giusta, sacrosanta?
      Sostituendo la parola 'sovrani', o 'imperatori', con 'presidenti' o 'premier', delle moderne pseudodemocrazie, e sostituendo la parola 'guerra' con 'operazione di polizia' o 'ridare speranza', il risultato non cambia mai, anzi, semmai la situazione è peggiorata ai giorni nostri.
      I motivi per fare delle guerre si trovano sempre.
      A scuola ci hanno insegnato che l'assassinio di Francesco Ferdinando Carlo Luigi Giuseppe d'Austria-Este, da parte di Gavrilo Princip (membro dell'organizzazione politico-rivoluzionaria Giovane Bosnia) il 28 giugno 1914 a Sarajevo, città della Bosnia-Erzegovina annessa all'Austria, è spesso citato come causa scatenante della dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia, e quindi in ultima analisi come causa prossima della prima guerra mondiale [2].
      Oppure che a Seconda Guerra Mondiale scoppiò il 1° Settembre 1939 in seguito all'invasione della Polonia da parte della Germania. È questo l'ultimo anello di una catena di atti aggressivi con i quali Hitler realizzava i suoi progetti di espansione verso i territori dell'Europa orientale. Lo scoppio dunque della Seconda Guerra Mondiale avvenne in conseguenza della politica imperialistica posta in atto da Hitler per la ricostruzione della potenza continentale della Germania [3].
      Quello che a scuola non ci hanno detto, e non si trova scritto sui giornali, è che la storia NON È un susseguirsi casuale, accidentale di fatti, guerre e trattati, rivoluzioni e guerre civili. La storia non è frutto del caso, ma un insieme di fatti VOLUTI da qualcuno. Tutto succede perché chi aveva il potere di far succedere quello che è successo lo ha deciso.
      Ai tempi nostri c'è sempre da liberare un popolo oppresso da un dittatore, sia esso il popolo iraqeno oppure quello libico, c'è da 'combattere' la minaccia del 'terrorismo', il quale, armato di temperini sarebbe riuscito a colpire al cuore la nazione che possiede l'esercito più potente del mondo, o perlomeno l'esercito più aggressivo. E noi siamo sempre là, in prima fila, a propagandare queste idee, che ci sembrerebbero assurde se soltanto ci riflettessimo un tantino. Guarda caso, per pura combinazione, laggiù dove si va a liberare i popoli, c'è petrolio nel sottosuolo, ricchezze da predare; c'è magari un paese che non ha debito pubblico, anche se ha il dittatore.
      La Libia non aveva debito pubblico, quando la Francia aveva 223 miliardi di debito nel Gennaio 2011, che sarebbe il 6,7% del PIL. Questo debito per i paesi occidentali continua a crescere [4].
      Sembra proprio che in questa storia che ho voluto raccontarvi ci sia, fin dall'inizio un motivo ricorrente, un minimo comun denominatore, ovvero l'indebitamento dei popoli, dei sovrani, degli stati nazionali, il quale ci porta alla domanda cruciale per tutta la storia dell'umanità: A CHI GIOVA che le cose vadano così? Perché a me personalmente i conti non tornano. Non giova al popolo, non giova ai potenti, sovrani o politici. Mi sembra poco credibile che la nostra civiltà, basata sul profitto, abbia come motore il fatto di andare contro gli interessi degli uomini! A voi non sembra?
      Se arriviamo, attraverso un semplice ragionamento, a porci questa cruciale domanda, allora abbiamo già in tasca la risposta a questa e a tanti altri apparenti 'non sense' di questa nostra assurda civiltà della quale andiamo tanto fieri.
       C'è un nome ricorrente anche nella storia incontrata a scuola, che appare quasi come un eroe che sta timido dietro le quinte, il cui intervento è sempre risolutivo dei conflitti, almeno a partire dal XVIII° secolo, tanto che, ad un certo punto, qualche sovrano l'ha reso nobile dandogli il titolo di barone: è il nome della famiglia Rothschild [5].
      Ovviamente, essendo passati quasi trecento anni dall'inizio documentato di questa piccola storia di famiglia, è ragionevole pensare che si siano moltiplicati e che l'occupazione principale, anche se non l'unica, dei loro discendenti, sia il finanziamento, il credito. Le banche. Per inciso abbiamo trovato la risposta ad almeno due delle domande che ci siamo posti più sopra in questa pagina: 'a chi giova?' e 'come si fa a conquistare il mondo?'
      La ricetta per farlo sembra essere semplicissima: fare in modo che gli stati spendano più di quanto possano permettersi, in modo che richiedano finanziamenti. Ma a chi chiederli? Chi c'è di più grande, potente, ricco dello stato stesso? Et voilà! Si possono soltanto chiedere agli specialisti dei finanziamenti, dell'usura legalizzata: i banchieri. Quei signori di cui abbiamo appena parlato. Tutto questo va avanti da molto più di trecento anni.
      Una conoscenza molto antica...tramandata di padre in figlio, come un geloso segreto, che ha qualcosa di sociologia e qualcosa di economia, tanto loro sono stupidi...
      Loro chi?
      Tutti noi, ovviamente, non banchieri, non usurai, popolo e sovrani, popolo e presidenti, deputati e senatori, ministri.
      Ovviamente, di tutta questa storia che vi racconto io, mai una parola sui giornali, nei telegiornali, nei media. Anzi a volte mi viene da sorridere quando qualche giornalista sente la necessità di raccontare a noi miserabili, chi sono le persone più ricche del mondo. Quasi che a saperlo, si possa coltivare il sogno di diventare anche noi ricchi come loro. Ricordo di recente che in qualche articolo si proponeva Bill Gates come l'uomo più ricco degli Stati Uniti e Berlusconi l'italiano che guadagna di più!
      Ma può essere che i due citati siano più ricchi di questi banchieri, che finanziano tutti gli stati del mondo, ormai da diversi secoli, forniscono armi ad entrambe le parti in conflitto e poi si spartiscono il bottino delle ricchezze dei paesi sottomessi alla logica del debito pubblico e delle ricostruzioni post belliche?
      Appare evidente che i media non possono dirci quello che vi sto dicendo io, dato che questi PADRONI DEL MONDO, sono proprietari anche dei media. Che bella utopia la libertà di stampa, per la quale sono morte in passato delle persone!
      Io credo che non servano delle prove per accertare che le cose nel mondo stiano davvero così: è il semplice ragionamento logico a portarvi a questo punto, partendo dalle premesse iniziali, da ciò che potete facilmente osservare intorno a voi. Anche il fatto che in questi ultimi decenni si tenda ad 'esportare democrazia' soprattutto verso i paesi arabi, verso l'Islam, i cui dettami religiosi rifiutano la logica dell'usura che è invece centrale nella cultura del FMI e delle banche occidentali; con quale leggerezza facciamo nostre queste ideologie culturali?
      Possibile che possiamo accettare l'assenza della morale in campo economico?
      Mi sembra che sia ormai chiaro che le banche occidentali operano nella più totale amoralità, sprezzo dell'umanità ( = noi del popolo) e che questo modo di operare premi i suoi adepti, facendo in modo che i frutti siano enormi economicamente. Non solo, ma le guerre assolvono anche un altro importante compito, quello del contenimento malthusiano della popolazione umana entro limiti accettabili per loro. Ho riportato nell'articolo Articolo 'giorno della memoria', le cifre sul numero totale dei morti nelle due ultime guerre mondiali. Costoro riescono a tenerci tutti quanti sotto controllo, anche se siamo in molti, rispetto al loro esiguo numero, anche mediante le varie massonerie ed i loro adepti, che sono infiltrati in ogni settore chiave delle attività sociali e politiche umane: dalla scuola alla politica all'informazione. Chiunque voglia approfondire questo aspetto della storia può leggere Massoneria e sette segrete: il lato occulto della storia di Epiphanius.
      Se a questo punto avete seguito il mio ragionamento, potreste dover concludere che il debito pubblico si è accumulato in modo immorale, oltreché illegale -non ho nemmeno accennato fin qui all'altro enorme problema del signoraggio bancario, sul quale vi invito a documentarvi per conto vostro- quindi NON ABBIAMO NESSUN OBBLIGO MORALE, ETICO O LEGALE DI ONORARE QUESTO DEBITO. In fondo gli stati dovrebbero essere amministrati con lo stesso 'buon senso' dei padri di famiglia. Quale padre, che rispetti i suoi figli, spenderebbe più di quanto guadagna?
      Allora perché gli stati spendono più del gettito fiscale a disposizione, indebitando, schiavizzando i suoi cittadini, in spese assurde come gli armamenti, il controllo climatico, le tecnologie satellitari, auto blu, stipendi da favola per i burocrati ed i dirigenti, e poi, in una farsa per idioti, fingono di voler fare rientrare il debito tagliando il welfare, quando sanno benissimo che il debito è ormai arrivato ad un livello tale per cui non rientreremo mai ad un bilancio in pareggio?
      Vorrei che mi rispondessero i paladini del 'bisogna pagare tutti le tasse per pagare di meno'. Mai nella storia le tasse sono state così alte come nell'epoca attuale e mai il debito è stato così alto da essere incolmabile. CHE COSA DOBBIAMO FARE NOI CHE NON ARRIVIAMO A FINE MESE? DARE TUTTO IL NOSTRO REDDITO ALLO STATO AFFINCHE' LO PASSI ALLE BANCHE?
      Voglio qui ricordare il famoso discorso di Thomas Sankara sul debito pronunciato il 29 luglio 1987 ad Addis-Abeba in Etiopia, in occasione della Assemblea dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA).
      Citiamo alcuni passaggi di quel memorabile discorso:

       Il debito nella sua forma attuale, controllata e dominata dall'imperialismo, è una riconquista dell'Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo tout court, di quelli che hanno avuto l'opportunità, l'intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l'obbligo di rimborso. Ci dicono di rimborsare il debito. Non è un problema morale. Rimborsare o non rimborsare non è un problema di onore. Signor presidente, abbiamo prima ascoltato e applaudito il primo ministro della Norvegia intervenuta qui. Ha detto, lei che è un'europea, che il debito non può essere rimborsato tutto. Il debito non può essere rimborsato prima di tutto perché se noi non paghiamo, i nostri finanziatori non moriranno, siamone sicuri. Invece se paghiamo, saremo noi a morire, ne siamo ugualmente sicuri. Quelli che ci hanno condotti all'indebitamento hanno giocato come al casinò. Finché guadagnavano non c'era nessun problema; ora che perdono al gioco esigono il rimborso. E si parla di crisi. No, Signor presidente. Hanno giocato, hanno perduto, è la regola del gioco. E la vita continua. Non possiamo rimborsare il debito perché non abbiamo di che pagare. Non possiamo rimborsare il debito perché non siamo responsabili del debito. Non possiamo pagare il debito perché, al contrario, gli altri ci devono ciò che le più grandi ricchezze non potranno mai ripagare: il debito del sangue. E' il nostro sangue che è stato versato. [6]

      Dobbiamo fare nostro questo discorso di Thomas Sankara perché anche noi europei, portoghesi, italiani, greci, spagnoli -ci chiamano PIGS con distacco teutonico- siamo stati resi schiavi dal debito contratto dai nostri politici, allo stesso modo delle colonie africane. Come è possibile che noi che con le nostre mani e le nostre menti produciamo ricchezza, la stessa ricchezza di cui godono tutti i parassiti che abbiamo sulle nostre schiene incurvate dal lavoro, dai burocrati, politici fino ai grandi banchieri che sono i destinatari finali della ricchezza che produciamo, siamo indebitati? Noi che lavoriamo senza tregua dal mattino alla sera, dalla giovinezza fino alla morte, perché ora ci dicono che andare in pensione più tardi serve a risolvere la crisi economica, quando l'INPS NON È IN PASSIVO?

      [Nel 1983] ...In seguito ad una rivolta popolare, nel 1983, Sankara divenne Presidente, onorando l'alta carica con una politica i cui punti salienti sono stati:
      Credo che questa pagina di storia Africana si potrebbe intitolare: "Sankara, un sogno africano durato troppo poco e morto non di morte naturale ma per gli interessi di troppi Paesi ricchi".
http://www.francamente.net/profiles/blogs/un-sogno-africano-thomas [7]

      Le vittime di questi banchieri senza scrupoli e dei loro complici servitori, dai giornalisti ai politici (perché il silenzio stampa e l'inazione della politica è complicità in questa orrenda catena di delitti), sarebbero ormai un interminabile elenco.
      Una forte analogia con Thomas Sankara salta agli occhi nella notizia, datata 21 dicembre 2011 circa il 'suicidio' di un promettente astro della politica argentina:

      L'Argentina è in lutto. Il sottosegretario al commercio, all'uscita da una riunione con il Fondo Monetario, si impicca all'età di 33 anni.

di Sergio Di Cori Modigliani
      Tempi duri per i puri, non vi è dubbio.
      A Montevideo, Uruguay, ieri notte, il sottosegretario alla presidenza e al commercio nonché l'uomo che sarebbe dovuto essere il prossimo ministro dell'economia della Repubblica Argentina, Ivan Heyn si è impiccato nella sua stanza d'albergo, all'Hotel Radisson.
      La notizia, indifferente per noi europei, viene vissuta come una enorme tragedia per tutta l'America Latina e anche in Usa l'evento ha suscitato un forte impatto.
Per diversi motivi. Tra cui, non ultimo, la giovane età dell'economista: 33 anni.
Considerato il padre dell'attuale rivoluzione economica argentina, Ivan Heyn si trovava a Montevideo per una riunione allargata del Mercosur (sarebbe il corrispondente in America Latina della Unione Europea) alla quale erano stati invitati anche i responsabili di Usa e Gran Bretagna. Uscendo da una riunione ristretta con i delegati del Fondo Monetario Internazionale, l'economista ha pronunciato la frase "io questo non lo posso proprio fare". Da quel momento è sparito e nessuno l'ha più visto.
      Dieci ore dopo è stato trovato impiccato nella sua suite dell'albergo.
      In Argentina gli stanno tributando un enorme cordoglio. Veniva soprannominato "el economista callejero", l'economista di strada, perché proveniva da una famiglia povera, e nonostante la sua prestigiosa carriera, aveva scelto di rimanere a vivere nel suo quartiere natìo di Constituciòn, tra i più popolari e poveri della capitale Buenos Aires, dove era riverito e amato dalla gente. Si era laureato in economia a 24 anni e, per un caso fortuito, al bar dell'università, il giorno della laurea, aveva incontrato Maximo, il figlio primogenito della presidenta Christina Kirchner, con il quale condivideva il fatto di essere fidanzati con due gemelle. Attivo militante del gruppo La Càmpora, la frazione più a sinistra del partito peronista al potere, si era specializzato in macro economia e aveva accettato una consulenza al ministero dell'economia, diventando poi consigliere personale della Kirchner. In seguito, lei stessa aveva fortemente spinto per farlo accettare dagli anziani del partito dandogli il sottosegretariato al commercio e indicandolo chiaramente come la figura preminente a cui affidare nel 2012 il dicastero dell'economia.
      Un anno e mezzo fa, nel corso di una riunione del Fondo Monetario Internazionale, si era scontrato con Strauss Kahn rifiutandosi di accettare e seguire le indicazioni del fondo che vedevano con preoccupazione l'alta inflazione in Argentina (circa il 30%). Post keynesiano tinto di marxismo, Ivan Heyn -il padre era un intellettuale libertario tedesco sfuggito alla persecuzione della Stasi nella Germania dell'est ed emigrato in Argentina nel 1966- aveva lanciato un ambizioso programma che si è rivelato vincente. "Abbiamo tre nemici: la povertà dei ceti disagiati, l'impoverimento dei ceti medi, e il rischio di conflitti sociali interni" aveva sostenuto, varando un piano economico (bocciato dal Fondo Monetario Internazionale) che ruotava intorno a un allargamento del welfare, a un massiccio impegno di sovvenzioni sociali per il rilancio del consumo interno, aumentando le tasse ai ceti ricchi e abbattendo le aliquote fino a zero a tutti i ceti imprenditoriali della fascia media a condizione che assumessero almeno dieci giovani tra i 18 e i 28 anni. In seguito alle sue idee applicate, l'Argentina è cresciuta nell'ultimo biennio a una velocità del 9,2% l'anno, seconda nel mondo soltanto alla Cina, con l'abbattimento della povertà, e la disoccupazione che dal 22% è scesa al 4%. Il prezzo da pagare è stato un incremento altissimo dell'inflazione, severamente condannato sia dal Fondo Monetario che dall'Europa. Celebre il suo scontro con il collega tedesco in visita ufficiale, quando, alla conferenza stampa in televisione, ebbe a dire "Che cosa me ne importa di avere una inflazione al 3% come avete voi in Europa essendo infelici tutti, se io posso dare felicità alla mia nazione con una inflazione al 30%? Lo so da me che va abbassata, ho studiato economia anch'io. Lo faremo. Ma lo faremo soltanto quando ci saremo ripresi tutti. Non prima. La felicità ha valore soltanto se può essere condivisa collettivamente, è una teoria economica, questa, e mi meraviglio che lei che viene dal Primo Mondo non lo sappia. La felicità per pochi privilegiati, non è vera felicità, è avidità bulimica. È un peccato mortale. Lo sa anche il papa. E noi siamo cattolici". [8]

      Il grassetto l'ho aggiunto io!
      Vi ricordate gli anni '80, quando qui da noi c'era una inflazione al 20%, ma c'era benessere e prosperità per tutti?
      Potremmo parlare ancora di altre vittime di questa gente. Per esempio i Kennedy. Il 4 giugno del 1963, pochi mesi prima che il presidente John Kennedy venisse ucciso, firmò l'ordine esecutivo n.111110. Questo ordine permetteva al governo statunitense di emettere moneta senza passare attraverso la Federal Reserve, banca privata.
      Mi rendo conto con questo di sfiorare l'argomento del signoraggio bancario di cui non voglio parlare in questa sede, auspicando che ciascuno si documenti in proposito autonomamente.
      Ciò che mi preme sottolineare qui è il fatto che i Kennedy erano popolari almeno o forse più dei due citati sopra, vale a dire Thomas Sankara e Ivan Heyn. I Kennedy erano, forse ultimi nella storia moderna, politici amati dal popolo. Forse proprio perché speravano di condividere la felicità con esso. (Scarica discorso di Bob Kennedy sul PIL)
      So di fare un parallelo azzardato ed inopportuno, con personaggi di diversa e più alta levatura morale, visto che nemmeno a me è mai piaciuto il personaggio italiano che sto per citare, ma anche lui ha perlomeno tentato di essere coerente e populista, mantenendo certe promesse elettorali, come togliere l'assurda ed iniqua tassa sulla propria casa. Sia chiaro che non nomino Berlusconi per accomunarlo al presidente del Burkina-Faso o al sottosegretario argentino: fra essi e lui esiste probabilmente un abisso culturale e morale.
      Ma chi è venuto al posto di un Berlusconi comunque eletto democraticamente? E che cosa ci sta facendo? Chi gli ha dato mandato? [8bis]
      Mi sono sempre sentito a disagio, di fronte alle argomentazioni del popolo di sinistra, il cui unico, misero, ridicolo sogno politico, per mancanza di idee e argomentazioni valide dei loro politici, era 'mandare a casa Berlusconi'.
      Ora il loro sogno è realizzato.
      È ormai evidente che non si tratta di teoremi economici, ma tutte le azioni dei governi in Europa oggi e nel mondo, sembrano a tendere a creare infelicità nel popolo, distruggendo ciò che resta del welfare esasperandoci e spingendoci a scendere in piazza -PROPRIO QUELLO CHE NON DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE FARE- affinché loro possano cavalcare il nostro scontento per portarci al loro NUOVO ORDINE MONDIALE, di cui cianciano già in molti, compreso il nostro (ex comunista) presidente della repubblica.[9]

      Da tre mesi in Italia (come in Grecia) è in atto un colpo di Stato dell'Alta Finanza coordinato dal presidente della Repubblica e avallato, complice o idiota, dalla quasi totalità del Parlamento.
      Che un presidente comunista come Giorgio Napolitano si faccia garante di un governo imposto dall'Alta Finanza e dalla Massoneria non è un paradosso, ma la conseguenza di un medesimo sistema di pensiero. L'attuale inquilino del Quirinale non è solo colui che, membro del Comitato centrale del Pci, nel 1956 faceva spallucce mentre i carri armati sovietici massacravano il popolo ungherese, ma è anche colui che, violando la Costituzione, lo scorso anno ha aizzato il governo a partecipare all'atroce guerra di Libia voluta, anche a danno dell'Italia, dai franco-anglo-americani. È colui che, maggiore responsabile dello stato di soggezione alla Finanza globale e alle manovre "lacrime e sangue" imposte dall'improvvisato senatore a vita Mario Monti, è stato ricompensato a Bologna con la laurea honoris causa in "Relazioni internazionali".
      Le attuali manovre non sono che la riconferma della concorde volontà, da parte della destra liberale e dell'eterna sinistra comunista, di annientare il popolo italiano. Ciò in nome di un'ideologia mondialista che si propone di eliminare ogni specificità nazionale per imporre ad ogni Paese la completa sudditanza economica, il caos razziale e la disgregazione sociale. Dopo la creazione del mostro pseudopolitico chiamato Unione Europea e dopo l'invasione terzomondiale chiamata "immigrazione", si è aperto il terzo tempo della distruzione delle nazioni europee. La riduzione in miseria dei popoli sta oggi ovunque avvenendo ad opera dei loro stessi ceti dirigenti mediante la consegna dei loro interessi e del loro destino nelle mani dell'usura internazionale. [10]

      Ecco un altro brevissimo brano del romanzo d'apertura, La caduta dei giganti di Ken Follet, pagina 929:

      Il quotidiano britannico "Daily Mail" aveva annunciato la scoperta di un complotto internazionale di finanziatori ebrei che sostenevano il regime di Mosca:

[la rivoluzione bolscevica]

una delle fantasie più assurde di quel giornale.

      Chissà se sono poi fantasie? Perché a me non sembrano poi così assurde.

      A partire dal 1905 la Banca Kuhn & Loeb inizia a sostenere finanziariamente la rivoluzione russa fornendo da un lato appoggio a Lenin, Trotzkij e Zinoviev e dall'altro sobillando con agenti provocatori i prigionieri russi in Giappone. Incaricati della distribuzione del denaro[...] furono due membri della Pilgrims inglese e della Round Table, i massoni Lord Alfred Milner e l'ambasciatore britannico a Mosca Sir George Buchanan, in ciò autorizzati dallo stesso governo britannico.
      La rivoluzione russa ebbe naturalmente il pieno appoggio dello stato maggiore tedesco: la rete bancaria passava infatti per la Germania [...] per estendersi in Svezia [...] Partecipavano inoltre la banca ebraica Gunzburg con sedi a Pietroburgo, Tokyo e Parigi e la Lazard Frères di Parigi. Allo scoppio della rivoluzione il governo del Kaiser mise a disposizione il famoso "vagone piombato" con cui Lenin giunse il 16 aprile a San Pietroburgo [...] [11]

      Voglio concludere questo articolo che ha soltanto visto affiorare la minuscola punta di un enorme iceberg, poiché ho iniziato citando un noto romanzo storico, riportando un breve passo di un altro romanzo, di fantascienza, di un altro autore di successo.

      

Beav era convinto che le Doc Martens fossero un segreto segno di riconoscimento tra donne gay, e nessuno era riuscito a fargli cambiare idea. Era altrettanto convinto che gente di nome Rothschild e Goldfarb reggessero le sorti del mondo, magari da un qualche bunker sotterraneo situato in Colorado. Beaver, la cui esclamazione preferita era:

'Fanculo, Freddy! [n]


[1]La caduta dei gigantiKen Follet 2010 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.,Milano. Pagine 554-555.
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Ferdinando_d'Asburgo-Este
[3]http://www.racine.ra.it/europa/uno/ESAME2007/TERZAB/khalidalexdavi/html/cause.htm
[4]ECplanet L'altra informazione...http://www.ecplanet.com/node/2655
[5]Un buon articolo, frutto di una buona ricerca, sulla famiglia in questione, anche per la sinteticità e semplicità con cui è scritto, è a parer mio quello di Marcello Pamio; anche se con il nome 'Rothschild' nei motori di ricerca si può trovare materiale a volontà.
[6] Qui il sito con il discorso integrale di Thomas Sankara, presidente del Burkina-Faso, che pronunciò il famoso discorso alla conferenza di Addis Abeba del 1987, ma sulla rete si può trovare il video con il discorso originale in francese. Thomas Sankara è stato assassinato il 15 ottobre 1987, neanche tre mesi dopo quel discorso...
[7]http://thomassankara.net/spip.php?article721&lang=fr
[8]http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2011/12/largentina-e-in-lutto-il-ministro.html
[8bis] Le cose sembrano essere andate così: in Italia qualcuno ha voluto una crisi di governo allo scopo di ridurci tutti quanti sul lastrico. Il Presidente del Consiglio Europeo, il belga mr. Van Rompuy si è recato dal nostro Presidente Napolitano ad indicare il candidato gradito a chi detiene il potere vero, quale nuovo presidente del consiglio dei ministri italiano per formare il nuovo governo, vale a dire Mario Monti. Ma come si legittima questo Van Rompuy?
[9] Si digiti 'napolitano nuovo ordine mondiale' in un motore di ricerca e si troveranno video e testi a bizzeffe, sull'insistenza del nostro presidente su questo tema e sul fatto che la direzione degli avvenimenti mondiali è prerogativa di pochi privilegiati (massoni), come a dirci che la democrazia non è che una utopia, un'idea con cui baloccare il popolino ignorante. Peccato che il benessere di cui ciancia nei suoi discorsi preparati, non riguardi il POPOLO, di cui lui dovrebbe rappresentare i diritti. E allora per il benessere di CHI va cianciando?
[10]Visto su http://www.disinformazione.it fonte (http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=13399). Il fatto che i leader di sinistra propangandassero la caduta di Berlusconi come unico obiettivo della sinistra ha impedito ai più, teleguidati incapaci di ragionare con la propria testa, che tutto questo è stato un colpo di stato.
[11]Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia di Epiphanius Editrice "Ichthys" 2002. Capitolo XV - Anni Decisivi. La Rivoluzione Russa. Pag.226-227.
[n]Dal romanzo L'acchiappasogni, pag.259 di Stephen King 2001 Sperling e Kupfer Editori S.p.A.


Articolo n.6: debito.php
Sito: chifelio
Tema: 18 - Economia, signoraggio bancario
Data: 2010-04-16

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Di Giovanni Il 2012-07-16 11:43:29 Commento n.60

Mi è giunto per e-mail il seguente articolo in linea con il tema trattato, e lo posto da me!
da: http://movisol.org/12news134.htm

L'Euro fu creato per distruggere le nazioni europee

30 giugno 2012 (MoviSol) - "L'idea che l'Euro sia un fallimento è stupidamente errata, l'Euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dal suo ideatore e da quel 1% di oligarchi che l'hanno imposto".

Così ha scritto il giornalista americano Greg Palast sul Guardian del 26 giugno, ricordando che "l'ideatore", Robert Mundell, ha sempre visto la sua creatura (l'euro) come l'arma che avrebbe spazzato via norme e regolamenti sul lavoro; "Ho conosciuto Mundell tramite il mio docente universitario Milton Friedman".

Palast descrive bene l'idea di Mundell: "L'Euro inizia davvero a svolgere il suo compito in tempi di crisi, infatti la moneta unica e soprannazionale toglie ai governi eletti la possibilità di usare politiche creditizie e fiscali capaci di farci uscire dalla crisi, in quanto pone le politiche monetarie al di fuori dalla portata dei politici (eletti) e, senza queste prerogative, l'unico modo che hanno i governi per cercare di mantenere i posti di lavoro è quello di ridurre regole e diritti verso imprese e lavoratori, tutto nel nome della concorrenza". Per Mundell niente deve interferire col MERCATO".

Palast continua dicendo che Mundell gli spiegava che "l'euro è tutt'uno con la Reaganomics; la disciplina monetaria impone la disciplina fiscale ed agisce anche sui politici (servi del mercato invisibile... sic), e quando la crisi morde allora alle nazioni resta ben poco da fare se non liberalizzare, privatizzare, deregolamentare e soprattutto distruggere il welfare garantito dallo Stato".

Il termine "riforme strutturali" non è altro che un eufemismo per nascondere l'annullamento dei diritti dei lavoratori (e degli imprenditori...), Mundell sostiene che "l'unione monetaria è una guerra di classe con altri mezzi" (la classe oligarchica contro il 99% dei cittadini).

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Di Giovanni Il 2012-05-12 01:59:56 Commento n.14

Girovagando sulla rete posso, per fortuna, constatare di non essere
il solo ad avere idee diverse da quelle ufficiali, sul debito, sulla crisi e quanto sta succedendo in
questo paese delle banane e nel mondo dei banchieri.
Nel ricordare che per comprendere appieno questo mio articolo, data la complessità di questoargomento,
sarebbe necessario leggere anche:

http://www.panificiochicco.it/chifelio/crisi.php


http://www.panificiochicco.it/chifelio/AccumuloC.php


http://www.panificiochicco.it/chifelio/nwo.php


http://www.panificiochicco.it/chifelio/cultura.php

voglio consigliare questo altro blog:
http://ilcorrosivo.blogspot.it/

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