Rilessioni sulla nuova religione e tanto altro.
Domenica 4 febbraio 2018.
Diventa evidente che arrivo sempre con l'ultimo treno, visto che prendo spunto a gennaio, per una riflessione "partita", diciamo così, a novembre, in occasione del cosiddetto "Black friday". Già il nome scelto da chi ha ideato questa cosa, questa "festa" (sì perché
molti la percepiscono in questo modo), lo trovo di pessimo gusto: si porta alla memoria un fatto accaduto nel 1929 che ha rovinato economicamente milioni e milioni di persone in tutto il mondo.
In occasione del venerdì nero ultimo scorso, trovavo strano come fosse assolutamente naturale, per la gente intorno a me, che ci fosse questo giorno, o settimana, in cui si poteva acquistare spendendo meno. Tutti entusiasti di questa follia. Alla radio che sto ascoltando in auto, "solo musica italiana", la conduttrice sembra scandalizzata dal fatto che molti non sanno di questa oppurtunità di spendere meno!
Ma non si tratta solo di questo.
Devo parlare anche delle mamme che accompagnano i loro bambini piccolissimi alla
nuova carnevalata del "dolcetto o scherzetto". Qui, abbiamo adottato questa ennesima "americanata", con la variante di accompagnarli solo nei negozi, e non già, come nel paese d'origine, nel porta a porta delle case vicine.
Si potrebbe continuare all'infinito con le nuove feste della nuova religione:
8 marzo festa della donna, 27 gennaio giorno della memoria, di cui ho già parlato diffusamente altrove.
Per carità, tutte feste per le quali possiamo trovare tantissime giustificazioni.
Io però mi sento in colpa. Mi sento in colpa perché, sull'onda dell'entusiasmo del '68, anche io mi sono entusiasmato per la follia "new age"!
Anche io, nel mio piccolo, ho contribuito alla
distruzione della vecchia religione, abbracciando con entusiasmo quella nuova. Chiunque può documentarsi in rete sul significato della nuova era.
Devo parlare della rete, dell'uso che la gente ne fa. Forse sono pazzo io.
Oppure sono impazziti tutti quanti.
Devo parlare dei "social network" e dei like.
A me sembrava che la rete ci desse una opportunità che non abbiamo mai avuto prima: produrre qualcosa di culturale.
Probabilmente io sono ancora ossessionato, dopo 20 anni, da una domanda che mi è stata posta ad un esame: "chi produce la cultura?".
La risposta, retorica alla domanda è: L'UOMO PRODUCE LA CULTURA!
Ma quale uomo? Io? Mio padre? Mio nonno? Oppure i miei figli?
No la risposta retorica indica un uomo generico, l'uomo come specie. Ma non facciamoci ingannare dalla retorica. Non tutti gli uomini hanno la stessa opportunità di produrre cultura. Non io, non mio padre, non mio nonno o i miei figli.
È vero, la rete sarebbe un'ottima oppurtunità di produrre cultura condivisa. Ma come la usiamo noi? Tutti noi la usiamo per esprimere dei like
per delle immagini, filmati, cartoni che girano sui social network.
Se si tratta di roba da leggere, come questa pagina, è già troppo impegnativa per meritare la nostra attenzione, per meritarsi i nostri like.
Figuriamoci se la pagina, la riflessione la dobbiamo scrivere noi stessi. Magari fare ricerca, documentarci per scriverla.
Naaa! Meglio, molto meglio rigirarci immagini e filmati divertenti. Così potremo dire "io c'ero".
Fermiamoci un attimo. A volte serve solo questo: non agire e pensare!
Ma lasciamo da parte per un po' la domanda precedente e domandiamoci una piccola cosa: chi produce queste nuove "feste"?
Non voglio rispondere io a questa domanda. Se lo facessi sarei subito accusato
di essere un "Conspiracy theorist". Come suona bene! Gli anglosassoni ci fregano con la lingua! E noi tutti lì a cercare di dire/scrivere qualche parola in quella lingua!
Facciamo un passo indietro perché mi rendo conto che tutto il discorso che sto facendo non può essere capito se non racconto l'antefatto che mi ha portato a queste riflessioni.
Un caro amico con cui siamo in contatto anche virtualmente, come si usa oggi, mi mandò il seguente messagggio:
«Sono a Sirmione, ad una conferenza sulla terra piatta.»
Mi reputo una persona dalla mente aperta, per cui mi vergogno un pochino, per aver
pensato, a fronte di quel messaggio:
«A lè vë-nuit mat!» - «È diventato matto!»
Sfido chiunque che, come me sentiva questa cosa per la prima volta, ad avere una reazione diversa dalla mia.
Ma devo precisare che mi reputo una persona dalla mente aperta. Quando l'amico
mi ha passato dei link sull'argomento, me li sono guardati tutti, sentendomi sempre più convinto della cosa.
Caso vuole che in passato io abbia esercitato l'attività di progettista meccanico - che è poi l'ambiente dove conobbi il suddetto amico. Allora si progettava su tavoli da disegno, ma oggi, nell'era informatica, disponiamo di assistenti computerizzati da disegno. Se io disegno un cerchio con le caratteristiche della terra, poniamo nella scala 1 mm. = 1 Km. Vado poi a disegnare una linea, tangente
al cerchio lunga 200 unità, ovvero 200 Km., posso, con il programma di disegno, misurare, senza scomodare il teorema di Pitagora (ma volendo si può
comunque fare una controprova in questo modo), posso, dicevo, misurare di quanto si
abbassa l'orizzonte sui miei 200 Km. per l'effetto della curvatura della terra.
E, udite, udite, si abbassa di 3,4 Km.!
Devo inserire a questo punto una immagine trovata in rete e verificata
personalmente con qCad versione Linux, da me acquistato anni fa da Ribbon Soft. La
prima immagine è quella trovata in rete che riporta tutte le misure in
miglia, pollici e piedi. Ho convertito le misure anglosassoni nel sistema metrico
decimale a destra, scritte in nero su bianco, mentre quelle originali sono giallo su sfondo nero.
Altro caso - il caso non esiste - vuole che io viva da sempre nell'immensa pianura [1] padana, dove lo sguardo può spaziare lontano
nelle giornate ventose.
Domanda:
- come mai vedo dalla campagna di None, dove lo sguardo è libero dagli ostacoli
della città, a sud le alpi marittime?
Da None alle alpi Marittime ci sono circa 120/130 Km.il che equivale alle 80 miglia
dell'immagine precedente, che danno, come si vede, 1,3 Km. di caduta dell'orizzonte!
Dovrei vedere soltanto punte di montagne...
- come mai vedo a Torino il palazzo grattacielo della Regione Piemonte che si staglia bello alto?
Ci sono circa 20 Km. da None a Torino, che dovrebbero darmi 31 metri di dislivello
dovuti alla curvatura della superficie terrestre, il che porterebbe il grattacielo, che Wikipedia mi dice essere alto 209 metri, a soli 171 metri, un'inezia da 20 Km! E nella stessa direzione vedo la basilica di Superga (altezza 672 metri Fonte Wikipedia), più lontana del grattacielo, quindi, a maggior ragione, dovrebbe sprofondare
nell'orizzonte, ma la vedo più alta del palazzo della Regione Piemonte.
L'immagine che segue è solo per verifica dell'esattezza
dei dati, trovati in rete, della prima immagine sopra, fatta col citato qCad di Ribbon Soft.
Tanto per mantenersi nella filosofia: "voglio verificare, se possibile, di persona".
L'altitudine ufficiale della città è di 239 metri sul livello del mare, e corrisponde al dato altimetrico di piazza San Giovanni.
(http://www.torinotoday.it/cronaca/altitudine-quartieri-torino-collina-pianura-territorio.html)
- Vedo un poco più a sinistra del palazzo della Regione Piemonte, la ciminiera dell'inceneritore di Grugliasco...and so on.
C'è qualcosa che non va nella versione "ufficiale"
della curvatura terrestre. Se a voi non bastano questi esempi, troverete sulla rete migliaia di esempi, ancora basati sulla "presunta" curvatura terrestre, di grattacieli che appaiono sulla
città all'estremità di un lago, distanti 80 miglia (129 Km.!) che,
all'osservazione telescopica si vedono dalla base! Fate voi stessi osservazioni del
genere: fidatevi dei vostri occhi! Dicendo questa cosa, tutti mi portano il
classico esempio della nave che scompare all'orizzonte, un poco alla volta.
Ma chi di noi ha mai fatto di persona questa esperienza? Nei libri di testo
per indottrinarci su questo fatto della nave, peraltro molto convincente in teoria,
ci mostrano soltanto disegni e non fotogtafie col teleobiettivo.
Perché?
E dire che oggi disponiamo di tecnologie per le immagini molto professionali!
La questione della curvatura dell'orizzonte sarebbe,
a parer mio, facilmente risolvibile da un professionista, geometra o ingegnere,
muniti di un teodolite. Non so perfettamente come funziona questo strumento,
ma credo serva a rilevare l'altezza di un oggetto, rispetto al teodolite stesso.
Se si misurano oggetti la cui distanza e altezza sono note, per esempio il "mio"
Monviso, visto da più lontano possibile (la sua forma è inconfondibile),
oppure l'esempio delle tre piattaforme petrolifere di un video tradotto da Dino
Tinelli, la questione sarebbe risolta una volta per tutte: se il teodolite conferma l'altezza nota, anche a distanza elevata (la terza piattaforma dista dall'osservatore 26,44 miglia, circa 42 Km!, Il che darebbe una caduta dell'orizzonte per curvatura terrestre di circa 90 metri, secondo la tabella sopra!), che la porterebbe a scomparire, cosa che non è.
Troverete esempi di altro genere,
tipo le rotte degli aerei: le compagnie, per risparmiare carburante, cercano la
via più breve e, stranamente passano quasi sempre sull'Artide, anziché, come sarebbe "logico" in una terra sferica, viaggiare sul parallelo, che sarebbe intuitivamente e matematicamente la rotta più corta.
Troverete chi vi dice che l'atmosfera terrestre, oltre i 100
Km. di altitudine, diventa rarefatta e la temperatura sale da 1500°C. a 2500
°C.; in questa zona definita "termosfera" dovrebbero stazionare, o perlomeno
la devono attraversare, i satelliti costruiti in alluminio, che fonde a circa 650°C.!
Allora, come la mettiamo, con lo sbarco sulla
luna, le missioni su Marte e tutte le colossali imprese nello spazio?
Per quanto riguarda lo "sbarco sulla luna" la mia "fede" è durata poco.
Durante la trasmissione televisiva mondiale successe qualcosa che Tito Stagno non commentò. Solo anni dopo trovai su internet il filmato in cui si vedeva
la caduta delle luci di scena: proprio quello che successe e fu volutamente
ignorato dal commentatore. No comment. Non so se quei filmati siano spariti o se ancora sono in rete. Ma il ragionamento che mi rendeva più perplesso -non sapendo allora nulla della termosfera, anche se si mormorava qualcosa in sordina
sulle cosiddette "fasce di Van Allen", a quanto pare una cintura inaccessibile intorno
al nostro pianeta- fu per me quello del carburante: quantità industriali di carburante per lasciare la terra, e sulla luna arriva solo quello che è, in
proporzione, il tappo di una bottiglia di Coca Cola da 1,5 lt. quando dalla terra era
partita la bottiglia completa piena di carburante(tutta la bevanda): la domanda mia è sempre stata: dove era il carburante per lasciare la luna e tornare, ma,
sopratutto, di che carburante si trattava che funzionasse senza comburente, visto
che, ci dicono, la luna non possiede atmosfera e quindi niente OSSIGENO?
Ahiahiahiahi! No ossigeno no fuoco, no spinta!
Ma la cosa ancora più persuasiva, a parer mio, della finzione dello sbarco
sulla Luna del '69, fu la totale, assoluta mancanza di immagini in diretta. Mi aspettavo, come molti altri immagino, di vedere, finalmente, l'immagine del
nostro sferico pianeta, mentre la navicella si allontanava da esso, filmata
dall'oblò della navicella stessa. O l'immagine della luna che si avvicinava.
Niente di tutto questo. Solo una noiosa trasmissione di ore
per farci poi vedere un tizio, un attore in tuta spaziale che impiegava ore
a scendere una scaletta di pochi gradini! E poi qualche salto qui e là
sulla sabbia in una scena buia. Il governo USA, la NASA, possedevano allora tecnologie fotografiche da
favola e non ci hanno fatto vedere nulla! Davvero deludente.
Le immagini a colori sono apparse dopo, nell'era di internet.
Con buona pace dei ferventi sostenitori dello sbarco sulla Luna, Paolo Attivissimo
in prima linea. La linea dei disinformatori dell'umanità. Questo, tanto
per dirvi che, quando voglio sviscerare un problema, vado a leggermi anche le
tesi della parte avversa, anche dei meno simpatici fra di loro! Questa gente usa
la derisione, la ridicolizzazione per smontare le tesi contrapposte, proprio come la Chiesa e l'Inquisizione
del Rinascimento usavano torture e roghi, per fare piazza pulita dei pareri avversi.
Sta a noi decidere chi la racconta giusta e chi, invece, ha la coda di paglia.
Io mi sono sempre regolato così: documentarsi, conoscere, ragionare per deliberare.
Ma, se mi convince tutto quanto menzionato sopra (curvatura ipotetica contraddetta
dall'osservazione che ognuno può fare da se', rotte degli aerei, termosfera
inaccessibile agli umani e ai loro giocattoli di alluminio e plastica) resto perplesso di fronte ad una spiegazione ragionevole che non c'è, o che non ho trovato,
circa i fusi orari delle diverse zone della terra, l'alternanza del giorno e della notte in contemporanea in zone diverse di questa terra piatta e, ovviamente, delle stagioni diverse in zone situate in "emisferi diversi" del modello
newtoniano.
Se abbiamo una terra piatta, quando sorge il sole
la illumina tutta allo stesso modo. Non riesco ad immaginare che le cose possano andare diversamente, anche se sulla rete, i terrapiattisti propongono animazioni di un sole a torcia elettrica o riflettore che illumina solo una zona vicina della terra. Questa cosa non regge: se di notte punto una torcia verso qualcuno, questi verrà illuminato in pieno, mentre i vicini rimarranno nella penombra. Ma anche i vicini vedono la torcia elettrica pur non essendone direttamente illuminati. Vi è mai capitato di vedere il sole di notte e pensare che però sta illuminando un'altro emisfero? Dai, siamo seri!
Vorrei lanciare una mia ipotesi, rappresentata dalla
seguente immagine: e se le cose stessero, per così dire, a metà,
tra la versione "ufficiale" e la versione "terrapiattista"? Se noi vivessimo su
una palla molto più grande di quella che ci hanno raccontato e il mondo
da noi conosciuto fosse soltanto un minuscolo buco nell'immensa calotta ghiacciata del
pianeta, situata con il centro al polo nord magnetico?
Non voglio dire che le proporzioni con cui ho disegnato questa immagine siano esatte.
Potrebbero essere molto diverse.
E se su questa palla vi fossero altri buchi scongelati, nei quali vivono
altri esseri, che noi abbiamo chiamato "alieni"?
E se il divieto di sorvolo ed esplorazione del continente Antartico -o del cerchio di
ghiacci che circonda il nostro mondo conosciuto- fossero stati istituiti proprio
per non farci scoprire la verità?
Lancio qui la "palla" - di palle stiamo parlando, fisiche e metaforiche -
ai miei ex colleghi progettisti. Ci sono oggi sistemi di disegno tridimensionali e,
se ci sono idee, dati o ipotesi sul sole, la luna, la terra e le stelle, loro distanze e rotte, qualcuno dovrebbe mettere su un Catia o Unigraphic questo nuovo modello e farci vedere come funziona. Questi sistemi sono in grado di fare
l'animazione di un meccanismo che si muove, un motore, un macchinario, quindi fa al caso nostro per vedere come si muovono tra loro sole, terra, luna ecc.
Devo dire che ci ho messo un po' a diventare, come dicono, simpatizzante terrapiattista. Il che significa, per me, mantenere la mente sempre aperta
a spiegazioni che possono essere più convincenti di quello che
sapevamo prima di queste ultime. Significa che resto aperto a spiegazioni convincenti di quanto ancora non so spiegarmi. Ci sono enormi falle in entrambi i sistemi teorici.
Se dalla terra vediamo che i pianeti vicini e lontani sono tondi, sferici, con lune
sferiche che ruotano loro attorno, per quale motivo dovremmo pensare che il caso
del nostro pianeta debba essere diverso?
Come ci dice lo storico medievale Alessandro Barbero, gli
antichi greci sapevano benissimo che la terra era di forma sferica. Sapevano che viaggiando a sud, la stella Polare finiva per scomparire, mentre le stelle a noi note nell'emisfero nord, venivano
gradualmente sostituite da altre costellazioni.
In ogni caso la sfericità della Terra è considerata una nozione acquisita, sia da Platone sia da Aristotele, in quanto un sistema geocentrico con Terra sferica è uno schema isotropo che rende superflua l'ipotesi di un mezzo che sostenga la Terra nello spazio (cfr. Fedone); un problema che aveva tormentato i filosofi presocratici. Platone, in realtà, sia nel Fedone che nel Timeo, sembra preferire la forma di dodecaedro a quella sferica. Aristotele, invece, è il primo che fornisce nel De coelo evidenze scientifiche per la sfericità della Terra.
[..leggi tutto...]
Fu nel medioevo e nei secoli bui successivi che sorsero i problemi tra l'autorità e gli scienziati, i dotti, su
questo argomento. In ogni epoca, anche oggi, c'è sempre chi difende il dogma
a spada tratta,
per motivi e scopi suoi, e chi propone visioni, nuove, alternative della realtà.
Questa lotta è spesso cruenta.
Fu nel 1885 che nacque questo modello della terra piatta.
William Carpenter (1830-1896) scrisse il libro Le 100 prove che la Terra non è una sfera (Baltimore: The author, 1885).
Lo so, a volte è davvero difficile mantenersi
aperti a tutte le spiegazioni possibili dei fenomeni che osserviamo.
Ci sono in ballo 60 anni di indottrinamento a partire dall'età della scuola. Mi viene in mente una canzone del solito Francesco Guccini, che si
intitola Piccola città dove ci sono questi versi:
Vecchie suore nere
con che fede in quelle sere
avete dato a noi il senso di peccato
e di espiazione?
Vorrei estendere la domanda alle mie maestre,
agli insegnanti delle scuole medie (anche questi vestiti di nero), agli
ingegneri dell'istituto tecnico, ai docenti universitari:
Come avete potuto raccontarci un sacco di balle non personalmente verificate,
in storia, scienze, geografia, biologia?
Avevate una grossa responsabilità verso di noi,
con le nostre giovani menti!
Ci hanno raccontato fin da bambini, un sacco
di balle su tutto quanto!
Penso che sia difficile liberarsi della cosmogonia newtoniana, visto che siamo
letteralmente "bombardati", da ogni dove da "pubblicità" del modello di tutto che ruota e gira attorno a qualcos'altro, senza un centro di riferimento stabile.
Probabilmente siamo di fronte ad un problema filosofico: con la terra piatta, il sole che le gira attorno, la Bibbia e il Cristianesimo, l'uomo si trovava al centro e al culmine della creazione. Con il modello newtoniano l'uomo perde importanza, diviene frutto del caso, nasce fortuitamente, in seguito ad una evoluzione mai dimostrata, dal Big Bang iniziale.
L'evoluzione.
È una teoria affascinante anche questa e sembra
proprio spiegare tutto, come il modello newtoniano. Ma una dei canoni irrinunciabili
della scienza, affinché una teoria, una dimostrazione, un esperimento abbiano
un peso ed una qualche rilevanza non solo nella mente di qualcuno, ma possa essere condivisa, è la ripetibilità.
L'evoluzione non è osservabile, non è ripetibile, non lo sarà
mai, quindi rimane soltanto una bella ipotesi. Una favola se vogliamo. Come l'esistenza di Dio, dell'anima
immortale, della reincarnazione e chi più ne ha, più ne metta.
In ogni caso,
prima di credere a qualunque cosa che mi sembrerà perlomeno "sospetta",
vorrò verificare, indagare di persona. E mi auguro lo facciano tutti.
In fondo ci vuole poco. Oggi con internet abbiamo tutto il sapere umano a
portata di mano. È anche vero che sulla rete si trova tutto e il contrario
di tutto. Ma noi siamo dotati di buon senso e discernimento
Ora vorrei domandarmi e domandarvi che cosa c'è che
non va in
noi tutti, che ci rende così impotenti, passivi, oserei dire
fiduciosi e manipolabili di fronte alle menzogne?
In primo luogo vorrei mettere la pigrizia mentale. L'inerzia a non pensare, a non
trastullarci con idee nostre originali, ma lasciare che lo facciano gli
esperti.
C'è in noi una fiducia di fondo verso la figura degli esperti nelle singole discipline. E c'è altresì la convinzione che IL SISTEMA (non
definiamo, per il momento che cosa esso sia)
sia costruito e agisca per il nostro bene. Lo scopo principale dei medici
e della medicina dovrebbe, per esempio, essere quello di occuparsi del nostro benessere e di alleviare le nostre sofferenze.
Già però, che dire dei nostri bambini italiani usati come cavie umane, in assenza di patologia e di diagnosi, con 10 vaccini inoculati in un breve
lasso di tempo in organismi così piccoli e delicati?
Io per la mia età, ricordo ancora i bravi medici scienziati (li definisco così in contrapposizione ai medici di oggi, i quali non alzano nemmeno più gli occhi
dal ricettario che stanno compilando, per osservare l'essere umano malato che
hanno di fronte) che affermavano la beneficità delle malattie esantematiche
per il sistema immunitario. Cosa ci sarebbe di male a beccarsi il morbillo, la varicella, la pertosse in età infantile? Quale danno ne potrebbe venire all'individuo o alla società?
Il vero problema è che viviamo in una cultura che prevede il denaro e il
profitto di pochi, a danno di molti. Del resto il denaro è una risorsa "limitata" e il "gioco" fatto col denaro consiste proprio nel creare differenze di mezzi e di potere date da questi mezzi. Che senso avrebbe che tutti si arricchissero
allo stesso modo? Quindi tutto quanto, in questa nostra cultura -chi crea la cultura?-
è ideato per favorire quei pochi. Niente viene fatto per beneficenza, per
farci stare meglio, ma solo per incrementare il profitto di quei pochi. Anche la
medicina. Gli sponsor della medicina sono le case farmaceutiche. Ci sono coincidenze
di interessi tra case farmaceutiche, medici, politici. E le vittime sono i nostri
bambini, siamo noi stessi.
[...]per fare carriera nella scienza e nella ricerca conviene non contraddire teorie e posizioni dominanti.[...leggi tutto...]
[...]come leva per imporre i vaccini decisi dalla ministra è stata introdotta la minaccia di esclusione dei non vaccinati dalla scuola dell'infanzia; minaccia che non ha potuto essere replicata per la scuola dell'obbligo in quanto in aperta contraddizione con il diritto universale e costituzionale all'istruzione. Così i genitori inadempienti verranno soltanto multati. Ma contestualmente si prospetta la creazione di classi differenziali per gli alunni non vaccinati e contro di essi si è lanciata una vera e propria caccia agli untori. Caccia promossa e sostenuta anche dal prof. Burioni, voce parlante del ministero, che così si è espresso: "In un asilo romano una mamma No Vax che voleva far entrare a tutti i costi il figlio tenuto fuori dalla legge è stata allontanata non tanto dai carabinieri ma dalle altre mamme; questo secondo me è un segno importante perché chi non vaccina i propri figli inizia a essere percepito giustamente come un incivile".
Devo dire che sono ampiamente confortato dall'esistenza di pensatori come Guido Viale, Ugo Mattei, che in quella stessa conferenza del 19 novembre 2017
a Torino, intitolata "Costituzione, Comunità e diritti", mi hanno fatto sentire un po' meno solo a combattere i mulini a vento.
Va spesa qualche parola sulla caccia agli untori fomentata dai media totalmente
asserviti al SISTEMA. Del resto questa strategia è stata ben descritta dal
Manzoni ne I Promessi Sposi. Se tutti i figli dei "sudditi allineati e inquadrati" sono vaccinati, cosa avrebbero da temere dai cosiddetti "untori"?
Cosa dire dei protocolli usati per i malati di tumore che rendono inservibile il
nostro sistema immunitario, proprio quello che ci dovrebbe preservare dalla malattia,
con radiazioni ionizzanti e veleni chimici, proprio quelle cose che provocano
la malattia stessa?
Se accettiamo queste cose è soltanto per ridurre la dissonanza cognitiva che si viene a creare tra l'idea che "il sistema è buono e si occupa del nostro benessere" e l'idea che "determinate cose fanno male". Siccome non possono coesistere
in noi idee antitetiche e contrapposte, una delle due deve essere ridotta o soppressa.
Così ci hanno insegnato ad indorare la pillola: la
medicina è sì amara, ma ci fa bene!
Ma la loro strategia più importante è quella di metterci gli uni contro gli altri, per diversi motivi. Intanto teniamo le nostre menti
occupate in antitesi insolubili per l'essere umano comune, come quella fra terrapiattisti e newtoniani. Mettono alcuni genitori al loro servizio gratuitamente,
indicando loro l'"untore". Ci tengono in uno stato di sonno-torpore, perché
temono il nostro risveglio mentale e spirituale più di qualsiasi rivoluzione
cruenta. Sanno come indirizzare a loro favore le rivoluzioni e le nostre menti.
Ma non sanno contrastare la nostra unione di tanti contro loro pochi.
Ma chi sono "LORO"?
Provate ad arrivarci da soli.
La concludo qui perché un articolo che inizialmente mi sembrava semplice e breve, si è rivelato essere lungo e complesso. Chiedo scusa agli amanti
dei video della durata massima di 3,5 minuti, cui esprimere dei like. Tutto
questo richiede un impegno maggiore. Ho appena sfiorato il problema filosofico di
estromettere L'UOMO dal centro della creazione, equiparandolo agli
altri animali, tema già trattato altrove, ed ho solo accenato all'
evoluzione come teoria indimostrata e indimostrabile, al pari della creazione
divina. Come vedete, tutti noi, anche nell'era del trionfo delle scienze
esatte, crediamo a teorie indimostrabili, paranormali, come si diceva un tempo. Non a caso nel titolo parlavo di "religione".
Viviamo nell'era dei falsi "profeti". Che strano. Ho sempre sostenuto che la storia
non è frutto del "CASO" o "chaos", come amano chiamarlo loro. Forse la storia
è frutto di "progettisti". Non sarà un caso -e dai!- che progettisti e
profeti abbiano lo stesso prefisso?
Un ultimo accenno agli altri, i difensori ad oltranza del modello newtoniano, di tutte le teorie ufficiali.
Nel documentarmi per scrivere questoi articolo ho ascoltato gli uni e gli altri. Così si dovrebbe fare.
Un dibattito scientifico dovrebbe essere sereno: nessuno di noi, comuni mortali, potrà
mai dimostrare l'uno o l'altro dei due modelli antagonisti. Possiamo solo credere o non credere alle
immagini NASA, operazione potenzialmente
pericolosa secondo il saggio Arthur Shopenhauer!
Voglio citare un esempio paradigmatico dei discorsi dei "conservatori", in un video che linkerò.
Giudicate voi!
"I terrapiattisti sono persone che hanno aperto la loro mente. L'hanno aperta a tal punto che il cervello
gli è uscito de fori e cascato per tera. E gli si è proprio sfracellato per tera, perché se no non se
spiega come possono essere così deficienti da credere ad una teoria così idiota e senza senso, poracci...
...migliaia e migliaia di persone sostengono questa assurda teoria della terra piatta..."
http://flatearthdelusion.blogspot.it/p/video.html
Insulti e derisione. Questo la dice lunga sulla loro apertura mentale e sulla loro serenità. E sul loro
livello culturale!
Il fatto che ci siano persone che la pensano diversamente da loro, non li minaccia
direttamente ne' indirettamente, eppure reagiscono aggredendo,
proprio come fanno i cani di piccola taglia, che sono quelli che abbaiano di
più, perché hanno paura. Bisogna temere i cani che non abbaiano
perché sono quelli pericolosi. Queste persone aggrediscono e insultano perché temono di perdere i loro punti di riferimento: tutto quanto è
stato insegnato loro fin dalla scuola materna!
«Paura? E de che, ahouh?»
A l'han paura ca i robata 'l "paradigma" e che për tera a së s-ciapa![2]
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi fino a qui.