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Testamento biologico.
Giovedì 25 gennaio 2024
ettendo ordine nel portafoglio, trovo delle cose che sono lì da molto tempo e che
vale la pena di analizzare. La prima è una specie di tessera fornita dal Ministero della Sanità,
da compilare per chiarire la mia (nostra) posizione per quanto riguarda l'espianto dei miei
(nostri) organi e tessuti. La seconda una specie di mio testamento biologico, ad integrazione
della tessera, che ho scritto subito dopo la morte di mio padre e di un mio zio, sull'onda emotiva
delle sofferenze da loro patite, non tanto per le patologie, ma grazie all'intervento della
"medicina ufficiale". La prima tessera "una scelta consapevole"
risale all'anno 2000, mentre il mio testamento al 2007.
Al di là della posizione che ognuno può avere,
riguardo alla questione dell'espianto dei propri organi e tessuti e sono, devono
essere, tutte ugualmente dignitose e valide di fronte alla legge, alla morale,
alla cultura e non soggette al giudizio altrui, dal momento che si tratta di scelte,
se si vuole porre la questione in modo da poter davvero scegliere consapevolmente,
la domanda deve essere neutra e non suggerire la risposta desiderata da chi pone
la domanda, nello specifico il Ministero.
La frase DICHIARO DI VOLER DONARE I MIEI ORGANI E TESSUTI DOPO LA MIA MORTE
A SCOPO DI TRAPIANTO non è una domanda alla quale si può rispondere sì o no, ma
è già di per se', una dichiarazione di intento. Oltre a suggerire nelle anime semplici
che cosa ci si aspetta che facciano.
La legge è poi
stata fatta di conseguenza sul silenzio assenso. Sicuramente un bambino sveglio
avrebbe saputo porre una domanda che richiedesse sì o no come risposta, con meno
parole.
E vengo alla mia lettera testamento biologico.
Io sottoscritto, Claudio chicco, nato a Torino il 24 giugno 1954, al presente residente in None (TO), al civico n.87 della via Roma, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali:
constatando:
lo stato attuale della medicina ufficiale occidentale, che
non considera più la scienza medica stessa, come una pluralità di diverse scuole di pensiero,
continuamente in divenire, passibili di aggiustamento teorico e pratico, in funzione delle nuove
acquisizioni scientifiche, bensì considera se stessa medicina ufficiale come ortodossia e
unico metro di valutazione delle possibili alternative terapeutiche;
che la medicina ufficiale ha dimenticato da tempo come la sua vera missione fosse la cura delle
malattie, il che implica la eliminazione delle cause che hanno originato il disagio e non già
la dipendenza a vita degli individui dall'assunzione di farmaci mirati solamente alla eliminazione dei
sintomi e non della malattia stessa;
che la medicina ufficiale
ha dimenticato da tempo come uno dei suoi scopi originali fosse la salvaguardia della dignità
della persona malata, non già il calpestare ulteriormente tale dignità con tecniche chirurgiche,
farmacologiche o altro;
che soprattutto nel campo dell'oncologia, è un
fatto ormai assodato dalla biologia, che l'esposizione degli individui viventi alle radiazioni
ionizzanti, induce la formazione di ulteriori tumori, e che le attuali terapie ufficiali, i
cosiddetti "protocolli", si basano sopratutto su queste e su altri veleni chimici,
rifiutando aprioristicamente, e con una autorità che nessuno ha mai dato alla oncologia ufficiale,
tutte le valide alternative di altri scienziati, o spesso vanificandole, abbinandole ai suddetti
protocolli;
che la medicina ufficiale abbia dimenticato che uno
dei suoi primi doveri nei confronti del malato, sia quello di non nuocere, come dal giuramento di
Ippocrate, ormai ritenuto obsoleto, indipendentemente dal fatto che sia o meno realmente esistito
questo personaggio proto-medico;
che tutto quanto sopra induce a
pensare che la medicina ufficiale sia il prodotto di questo nostro particolare, storicamente attuale
sistema economico basato sul profitto ad ogni costo, e che quindi l'attuale medicina ufficiale,
altro non sia che il prodotto del patrocinio su di essa degli interessi dell'industria
farmaceutica, interessi che non sono quelli di guarire le persone, ma quello di crearsi un parco
di malati più vasto possibile, a cui vendere i loro prodotti per il periodo più lungo
possibile nell'arco di tutta la loro vita;
CHIEDO
che la mia vita, in caso di incidente o malattia, non sia affidata
o dipenda dalle "cure" di medici che si riconoscono nella medicina ufficiale occidentale
testé descritta, qualora in quei casi in cui io non fossi cosciente o in grado di sottrarmi
da solo alla loro attenzione.
Questo mio scritto è da considerarsi
penalmente liberatorio nei confronti di medici, strutture o familiari e soprattutto discendenti
dalla responsabilità della mia morte.
None, giovedì 24 maggio 2007
Claudio Chicco
Perché ho scritto e letto tutto quanto questo?
Non già per incitarVi a fare come me e abbandonare la medicina
in quanto non la approvo, ma per indurVi a pensare e porvi delle domande semplici.
I trapianti di organi sono la soluzione, se la natura ha posto il veto con il rigetto di quanto
è estraneo?
La medicina così come è strutturata,
agisce nell'interesse della gente?
Quanto sopra spiega come nel 2019
io già fossi predisposto a subodorare il tranello in cui molti sono caduti. Non me ne faccio
un vanto, ma la paura di ammalarsi e morire con me non è attecchita perché sono
trent'anni che sopravvivo senza questa medicina!
Vi saluto e vi abbraccio tutte e tutti
Se l'articolo Vi è
piaciuto e Vi è stato utile, mettete dei commenti, qui sotto e sotto il video, e divulgate.
Vi ringrazio.
Claudio Chicco
Tengo molto ad avere commenti e riscontri,
anche, soprattutto, da chi non concorda con quanto scrivo.
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Articolo n.205: