"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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RUPERT SHELDRAKE

     (Tratto dal libro: La Scienza che ha dimostrato l'aldilà di Francesa Scarrica.)

      Lunedì 3 Febbraio 2020.

     Nato a Newark-on-Trent, in Inghilterra, nel 1942, Rupert Sheldrake si laureò in Scienze naturali a Cambridge e poi in Filosofia ad Harvard. Nel 1967 conseguì un dottorato di ricerca in Biochimica a Cambridge e, nello stesso anno, entrò a far parte del Clare College di Cambridge, dove fu direttore del Dipartimento di biochimica e di biologia cellulare fino al 1973.
    E' stato membro per alcuni anni della Royal Society e, sempre a Cambridge, si dedicò allo studio dello sviluppo delle piante e dell'invecchiamento cellulare. Per quattro anni, dal 1974 al 1978, fu responsabile del dipartimento di fisiologia delle piante presso l'International Crops Research Institute for the Semi-Arid Tropics (ICRISAT) di Hyderabad, in India, e ha continuato a prestare la sua opera in questo centro di ricerca, come consulente fisiologo, fino al 1985.
    Autore di più di 70 articoli scientifici e dieci libri, Sheldrake è stato soprattutto l'autore di A New Science of Life (Una nuova scienza della vita) e di The Presence of the Past (La presenza del passato), due testi nei quali espone la sua teoria concernente il misterioso processo della morfogenesi.
     Soprattutto il primo di questi due libri ha suscitato, nel 1981, anno in cui fu pubblicato, grande scalpore: la prestigiosa rivista scientifica britannica "Nature" definì A New Science of Life come «il miglior candidato per essere dato alle fiamme da molti anni a questa parte», mentre il "New Scientist" lo giudicò come «una importante ricerca scientifica sulla natura della realtà biologica e fisica».
    Altre opere significative sono The Rebirth of Nature (La rinascita della natura), in cui fa un'attenta analisi della profonde implicazioni filosofiche della sua teoria della morfogenesi, e Trialogues at the Edge of the West (Trialoghi al confine dell'ovest), scritto insieme a Terence McKenna e Ralph Abraham, in cui analizza e dibatte molte idee innovative e alternative sulla natura della realtà. Attualmente egli è direttore di un programma di ricerca, il Perrott-Warrick Project ed è membro dello IONS, l'Institute of Noetic Sciences fondato da Edgar Mitchell (v.). Partecipa a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche in cui sostiene interessanti dibattiti sulla realtà del paranormale (di cui egli è convinto sostenitore).
     Per comprendere meglio la sua genesi ideologica, bisogna cercare di capire cosa sostengono le sue controverse teorie che sono alla base, poi, di tutta la sua costruzione di pensiero.
    Secondo Sheldrake, se un determinato numero di persone arriva a sviluppare alcune proprietà comportamentali, psicologiche o organiche, queste, se giudicate utili per la continuazione della specie, vengono automaticamente acquisite anche da altri membri della stessa specie. In tal modo, se una grande parte dell'umanità riesce a raggiungere un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderà, per il principio della risonanza morfica, ad altri gruppi, arrivando a coinvolgere l'intero sistema (il numero di persone o di individui appartenenti ad ogni altra specie, sufficiente affinché il cambiamento si verifichi è detto "massa critica").
     Secondo il noto biologo ogni trasformazione individuale comporta una qualche modificazione nel sistema e chiunque si trovi all'interno di questo sistema ne viene inevitabilmente toccato. Il messaggio di Sheldrake, semplice nella sua immediatezza, è:
     iniziamo a trasformare noi stessi perché questo è il massimo che possiamo fare. La trasformazione personale è dunque l'arma più efficace che si possa usare per modificare l'umanità e l'intero pianeta.
    In fondo, come sostiene Dean Radin (v.), tutto è interconnesso nell'universo, grazie al fenomeno dell'entanglement. Questa estrema esemplificazione della teoria di Sheldrake, deriva dalla sua precedente teoria della "causalità formativa", che implica un universo non meccanicistico e governato da leggi che non sono immutabili ma che, anzi, sono passibili di mutamenti anche profondi.
     "Causalità formativa" indica il meccanismo grazie al quale tutte le cose prendono la loro propria forma, o la loro organizzazione nel mondo fisico.
     Questa teoria, quindi, riguarda tutto ciò che è osservabile, dalla formazione delle galassie a quella degli atomi, da quella dei cristalli a quella delle molecole, da una proprietà di organizzazione. Scrive Sheldrake:
    "Quello di cui si occupa la mia teoria sono i sistemi naturali che si organizzano da soli, e riguarda la causa della forma. E la causa di tutte queste forme per me sono campi che organizzano, campi che definiscono, che io chiamo "campi morfici", dalla parola greca (μορφη = morphe) che significa forma".
     In un'intervista rilasciata qualche tempo fa Sheldrake ha ulteriormente chiarito il suo concetto:
    "L'aspetto originale di quello che sto dicendo", afferma, "è che la forma delle società, delle idee, dei cristalli e delle molecole dipende dal modo con cui i precedenti dello stesso tipo sono stati organizzati. C'è una specie di memoria innata nei campi morfici di ogni tipo di cosa. Perciò io penso che le regolarità della natura siano più simili ad abitudini che a cose governate da leggi matematiche eterne che esistono in qualche modo al di fuori della natura".
    Ce n'è abbastanza da far saltare sulle loro poltrone gli accademici barricati nel loro sapere ortodosso da secoli, e infatti, indovinate un po'?, Sheldrake è stato avversato in ogni possibile modo dagli scettici di professione. Ma la sua teoria ha delle implicazioni davvero notevoli e non può essere rigettata solo perché non è gradita a qualcuno.
    L'idea che ogni specie, ed ogni suo membro, attinge ad una "memoria collettiva della specie", accordandosi con i membri della specie già vissuti in passato e, a sua volta, contribuisce all'ulteriore sviluppo della specie, presuppone una specie di "risonanza" fra gli individui e i gruppi della specie.
    In tal modo Sheldrake ci presenta, in campo sociale, artistico e scientifico, aspetti inediti in grado di spiegare gli istinti ed i comportamenti, ci pone nuove prospettive delle strutture sociali quando esse sono considerate in termini di campi morfici e amplia il campo di giudizio quando esaminiamo le forme culturali e le idee. Dal lato umanistico, la teoria dei campi morfici porta all'idea di una memoria collettiva umana alla quale tutti attingiamo e spiega esaurientemente la teoria dell'inconscio collettivo di Carl Gustav Jung (v.).
     Riferita ai gruppi sociali, dà origine all'idea che l'intero gruppo sociale è organizzato da un campo e che questo campo non è solo una struttura organizzatrice nel presente, ma contiene anche una memoria di ciò che è stato quel gruppo sociale nel passato, una specie di memoria di gruppo e anche, mediante il fenomeno della risonanza morfica, una memoria di altri gruppi sociali simili che sono esistiti nel passato.
     Interessante notare che in The Presence of the Past, Sheldrake, richiamandosi all'ipotesi del cervello olografico di Pribram (v.), ipotizza che i "campi ricordi" non siano effettivamente memorizzati nel cervello, ma piuttosto che essi siano immagazzinati in un campo di informazioni esterno al quale si può accedere tramite il cervello. Se questo fosse finalmente dimostrato, dice Sheldrake, avvalorerebbe senza dubbio la tesi che la coscienza umana, i nostri ricordi personali e il nostro senso dell'io possono sopravvivere alla morte biologica.
     Nella teoria di Sheldrake molto importante è anche il concetto di "risonanza morfica". Partiamo dal presupposto evidente che ogni fenomeno strutturato di attività, che comprende anche sogni, esperienze mistiche, stati alterati della coscienza, ha una sua struttura organizzativa, allora queste stesse strutture possono essere trasmesse da una persona all'altra grazie alla risonanza morfica.
    In fondo anche i cristiani, partecipando ai sacramenti, in particolare all'Eucaristia, credono di essere in contatto non solo con le altre persone che partecipano con loro contemporaneamente, ma che sono in qualche modo in un specie di risonanza con tutti quelli che hanno fatto lo stesso rito in precedenza.
    Sheldrake sviluppa la sua teoria secondo sistemi gerarchici:
    "Penso che tutti questi campi siano organizzati gerarchicamente. Le cellule costituiscono i tessuti e i tessuti costituiscono gli organi e gli organi costituiscono il corpo....La nostra terra, Gaia, è contenuta nel sistema solare, il sistema solare nella galassia, la galassia in un ammasso di galassie, e in definitiva ogni cosa è contenuta nel cosmo. Quindi possiamo dire che il campo primario e fondamentale della natura è il campo cosmico e giù giù i campi galattici, i campi come il sole, i campi planetari, continentali e così via dicendo, scendendo lungo questa gerarchia a più livelli.
    A ogni livello il tutto organizza le parti che contiene e le parti influenzano il tutto; è un'influenza bidirezionale".
    Ma cosa sono, per Rupert Sheldrake i campi morfici? Essi sono "regioni d'influenza all'interno dello spazio-tempo" che si trovano dentro e intorno ai sistemi che vanno ad organizzare. Essi limitano ed impongono un ordine all'indeterminismo intrinseco dei sistemi che presiedono. I campi che presiedono allo sviluppo e al mantenimento della forma corporea si chiamano "morfogenetici". Quelli che si occupano della percezione, del comportamento e dell'attività mentale si chiamano "campi percettivi, comportamentali e mentali".
    In mineralogia sono definiti "cristallini e molecolari".
    In sociologia sono detti "sociali e culturali". Comprendono in sé, e connettono, le varie parti del sistema che sono preposti ad organizzare. Così un "campo cristallino" organizza i modi secondo cui le molecole e gli atomi si ordinano all'interno di un cristallo. Il campo di un animale plasma le cellule e i tessuti all'interno di un embrione, ne guida lo sviluppo fino a che esso assume la caratteristica forma della sua specie.
    Un "campo sociale" organizza e coordina il comportamento degli individui che lo compongono, per esempio il modo in cui ciascun uccello vola all'interno del suo stormo. Il campo morfico conduce i sistemi a esso sottoposti verso mete o obiettivi specifici (attrattori). Per Sheldrake il campo stesso si evolve, non è fissato una volta per tutte.
     Adesso è più semplice capire come mai Sheldrake accetti la realtà dei fenomeni cosiddetti paranormali (che nell'ambito della sua teoria diventano fenomeni del tutto normali) e della sopravvivenza della nostra coscienza alla morte.
     Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto il fenomeno della telepatia che è stata sperimentalmente dimostrata più e più volte ed anche il fenomeno, che tanti di noi hanno verificato personalmente, della telepatia degli animali.
    Quante volte il vostro cane si apposta in attesa di qualcuno che poi, puntualmente dopo pochi minuti, arriva?
    Sheldrake ha dedicato uno studio a questo fenomeno che, per lui, altro non è se non una conferma della sua teoria dei campi morfici.
    Egli parla di "mente estesa" per indicare il collegamento psichico che ci lega a tutto ciò che ci circonda, e ad essa fa riferimento quando indaga sul perché ci accorgiamo quasi sempre di essere osservati anche se non ne siamo consapevolmente coscienti. Pensateci bene: anche il fenomeno delle voci elettroniche troverebbe una sua spiegazione scientifica all'interno di questa intrigante e stimolante teoria.

     (Nota: le evidenziazioni sono del redattore del sito.)
     Il brano che segue è stato tratto da:
     http://www.lematpercorsi.com/ftp/SCI/MC.pdf e dovrebbe, a parer mio, approfondire ulteriormente quanto espresso dall'autrice a proposito di Rupert Sheldrake, oltre ad essere, in alcuni punti, ma non tutti, una sintesi del mio personale "credo" filosofico. Su alcuni punti dissento fortemente, ma riporto per fedeltà il testo completo così come l'ho trovato nel "pdf" linkato più sopra. Del resto questo NON È un mio articolo, ma una divulgazione di cose di altri autori. Ciascuno sappia discernere il grano dal lollo. Personalmente, in alcune frasi, sento un forte odore di m...ass...oneria.

La massa critica e il cambiamento globale.

     di Nitamo Montecucco
     estratto dal libro "I Creativi Culturali" Xenia Edizioni.
     Abbiamo raggiunto un punto di cruciale importanza nella nostra storia. Siamo all'inizio di un nuovo periodo di evoluzione sociale, spirituale e culturale. Stiamo evolvendo verso un sistema interconnesso, basato sulla informazione, che abbraccia l'intero pianeta. La sfida che ora dobbiamo affrontare è quella di scegliere il nostro futuro. La nostra generazione è chiamata a decidere il destino della vita su questo pianeta, a creare una società globale pacifica e cooperante, continuando così la grande avventura dello spirito e della consapevolezza sulla Terra.
     estratto dal «Manifesto della Coscienza Planetaria»
     Le ricerche sociologiche presentate in questo libro rilevano una forte crescita delle persone impegnate su aree valoriali quali: ecologia, pace, economia e consumi etici, salute naturale, ricerca interiore e diritti umani. Esse rappresentano quasi certamente l'unica forza che può innescare il grande cambiamento globale necessario per trasformare la nostra attuale cultura divisa in una Civiltà Planetaria etica, umana e sostenibile.
    Tale Civiltà Planetaria rappresenta un traguardo fondamentale dell'evoluzione umana, come lo sono stati i processi di unità nazionale nell'Ottocento, e di formazione della Comunità Europea nella seconda metà del Novecento.
     I creativi culturali, anche se numerosi, rappresentano però una forza sociale ancora troppo frammentata per influire in modo apprezzabile sulla direzione del nostro futuro globale. È quindi necessario che vengano create reti di interconnessione tra le componenti di tale forza, così da raggiungere, entro i prossimi cinque-dieci anni, una «Massa Critica» di persone sufficiente a catalizzare l'inizio del worldshift.
     Ma che cos'è una massa critica, e da quante persone dovrebbe essere composta per influire su una scala planetaria?
     LA MASSA CRITICA E IL FENOMENO DELLA CENTESIMA SCIMMIA
     Il concetto di «massa critica», che in fisica individua la quantità di materiale fissile (uranio, plutonio) necessaria ad innescare una reazione a catena, viene utilizzato per analogia dalla nuova cultura emergente per indicare un processo di cambiamento sociale indotto da una minoranza attiva quando raggiunge un certo grado di numerosità o di intensità.
    L'antropologa statunitense Margaret Mead scriveva: «Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. Questo infatti è quanto è sempre successo».
     Esempio assai citato per spiegare il processo di mutamento socioculturale per massa critica è il cosiddetto fenomeno della centesima scimmia raccontato, in termini metaforici, dallo scrittore inglese Lyall Watson, che prese spunto da una reale ricerca sul comportamento di un gruppo di scimmie giapponesi, del genere «macaca buscata».
    Alcune di tali scimmie avevano imparato spontaneamente a lavare le patate per eliminare la sabbia e altre incrostazioni prima di mangiarle. La nuova conoscenza si diffuse nel gruppo molto lentamente, per imitazione, ma ad un certo momento, quando il numero delle scimmie che adottavano questa nuova abitudine raggiunse una certa soglia numerica, la pratica si diffuse in un tempo brevissimo all'intera comunità delle scimmie, e tutte iniziarono a lavare le patate. Fu un «macroshift», un cambiamento improvviso e radicale di comportamento dovuto al raggiungimento di una massa critica. Watson prese spunto da questo fatto e, arbitrariamente, ipotizzò che il gruppo che lavava le patate fosse di 99 scimmie (rispetto alle migliaia che non le lavavano) e che una «centesima scimmia» che aveva anch'essa imparato a lavare le patate aveva determinato il raggiungimento della «massa critica» che aveva indotto quel vistoso cambiamento collettivo di costumi.
     La metafora della centesima scimmia, o della soglia di innesco del cambiamento, anche se ancora non scientificamente provata, è intuitivamente plausibile ed è stata recepita da milioni di persone come realtà potenziale: se un numero sufficiente di persone cambia in meglio un comportamento o realizza una nuova consapevolezza, si crea una «massa critica» che catalizza in una società (o nell'intera umanità) una trasformazione pressoché istantanea, una reazione a catena.
    L'EFFETTO MAHARISHI
     Il fenomeno della «massa critica» è stato studiato scientificamente con il nome di «Effetto Maharishi» in differenti ricerche sperimentali di vaste dimensioni svolte dalla Maharishi International University (MIU) nel Massachussets, USA.
    L'assunto di partenza è che quando una persona pratica regolarmente una qualche forma di meditazione, si produce una armonizzazione nel suo stato mentale ed emozionale che si ripercuote positivamente anche sulle sue azioni, che risultano più calme e meno violente.
    L'ipotesi sostiene che se una quota di almeno l'1% della popolazione di una città pratica la meditazione, gli effetti positivi si diffonderanno anche al restante 99% che non medita, e tale effetto sarà rilevabile mediante un sensibile abbassamento dei tassi di criminalità e di violenza.
     Nel 1993 ben 4000 persone che praticavano abitualmente la meditazione si riunirono nella città di Washington D.C. dal 7 giugno al 30 luglio, per un vasto esperimento volto a verificare scientificamente l'effetto di un ritiro intensivo di Meditazione Trascendentale di sei settimane sui tassi di criminalità. In tale periodo i crimini gravi scesero in effetti del 15.6% con punte massime del 23%. Più di cento esperimenti simili svolti in varie parti del mondo hanno rilevato effetti analoghi non solo sui tassi di criminalità ma anche sui tassi di incidenti, suicidi, omicidi, ospedalizzazioni e altri indici di qualità della vita.
     Tali approfondimenti (alcuni dei quali supervisionati anche da un'equipe di ricercatori del MIT - Massachussets Institute of Tecnology) sono stati condotti da varie équipe di studiosi, tra cui D.W. Orme-Johnson et al., e J.S. Hagelin et al.32 Secondo gli autori, più di 50 ricerche e 23 pubblicazioni scientifiche dimostrerebbero che la pratica collettiva della meditazione - da parte di alcune migliaia o anche solo di poche centinaia di esperti (il numero richiesto è legato alle dimensioni dell'area che si vuole coprire) - neutralizza velocemente lo stress sociale acuto, comprese le tensioni etniche, religiose e politiche che alimentano la violenza e i conflitti.
    La coerenza cerebrale a distanza
     Esperimenti sull'influenza positiva di campi di coscienza coerenti sono stati condotti fin dall'inizio degli anni '70, come si è visto nel paragrafo precedente. Una ulteriore indagine in tal senso è quella condotta dal centro di ricerche del Villaggio Globale di Bagni di Lucca durante la «giornata globale della meditazione e della preghiera per la pace» del 20 maggio 2007, a cui parteciparono oltre un milione di persone in tutto il mondo.33
    Tale ricerca evidenzia una relazione statisticamente significativa tra la coerenza cerebrale di due gruppi di persone che meditavano a 200 chilometri di distanza l'uno dall'altro. L'analisi dell'attività cerebrale tra i due gruppi durante la meditazione, monitorata mediante appositi elettroencefalografi, indicò un aumento di coerenza EEG tra gli individui: gli schemi di attività cerebrale dei meditanti erano in armonia reciproca; i loro cervelli erano sincronizzati a distanza. Ciò indica che lo stato generale di consapevolezza di ciascuno influenza quello di tutti.
    Se, quindi, più persone inizieranno a sperimentare stati elevati di coscienza, altri ne saranno contagiati e ciò renderà sempre più facile il raggiungimento di stati più elevati di coscienza da parte di un numero sempre maggiore di individui.
     Così, nella società umana, quanto maggiore sarà il numero di persone che eleveranno il loro livello di coscienza, tanto più facile sarà per gli altri effettuare il trasferimento delle energie a livelli superiori, in una specie di reazione a catena. Questo effetto di coerenza tra i cervelli e le coscienze è la base della comprensione scientifica della Massa Critica e della Coscienza Planetaria, e ci permette di comprendere l'importanza che la spiritualità come esperienza reale, al di là di ogni limitazione teologica o ideologica, è un fenomeno scientifico di straordinaria importanza per l'evoluzione individuale e globale.
     IL PARADIGMA OLISTICO E LA SPIRITUALITÀ EMERGENTE
     In ogni luogo della Terra, in questo momento, nella nuova atmosfera spirituale creata dall'idea di evoluzione cosciente, fluisce, in uno stato di estrema mutua sensitività, amore di Dio e fede in un nuovo mondo: le due componenti essenziali dell'essere umano superiore. Queste due componenti sono ovunque nell'aria... prima o poi ci sarà una reazione a catena.
     (Teilhard de Chardin)
     Partendo dagli importanti dati sperimentali accennati al paragrafo precedente, possiamo a buon diritto ritenere che, nella realizzazione della coscienza planetaria, la spiritualità potrebbe avere una parte rilevante. Riteniamo che la «massa critica» che potrebbe crearsi nei prossimi anni sarà in larga parte sostenuta da persone che, pur conservando la propria identità spirituale, si sentiranno sempre più parte di un'unica vasta coscienza planetaria, e insieme creeranno le basi di una nuova civiltà umana, pacifica e sostenibile. Il sogno dell'intera umanità.
    I praticanti, i fedeli e i meditatori delle differenti scuole spirituali del mondo, forti della propria unicità, ma riuniti dall'amore e dalla consapevolezza comune, contribuiranno sensibilmente a creare l'anima della nuova civiltà planetaria, a dare vita al movimento di consapevolezza capace di riportare il senso del sacro nella cultura e nella società globale, esattamente come gli organi che compongono il nostro corpo, pur nella loro determinante differenza, insieme danno vita e complessità al nostro essere. Il Paradigma Olistico in realtà esprime una visione unitaria e sacra dell'essere umano e dell'esistenza che può essere largamente condivisa tra differenti gruppi spirituali, ecologici, sociali in quanto è di fatto il denominatore comune delle antiche e moderne religiosità del nostro pianeta.
     Ma per arrivare a questo storico risultato occorre un salto evolutivo individuale e collettivo, un salto quantico di coscienza.
     MASSA CRITICA, SPIRITUALITÀ E WORLDSHIFT
     Come si è visto nei capitoli II e III, i creativi culturali sono costituiti da due distinti, seppur interconnessi, gruppi: uno più «esterno» interessato soprattutto all'impegno su temi sociali e ambientali (green CC), l'altro più centrale e impegnato anche sul piano della crescita personale e spirituale (core CC). In questo paragrafo conclusivo metteremo a fuoco soprattutto il secondo gruppo e il ruolo che esso può svolgere nel processo evolutivo verso una coscienza planetaria.
    Nel 1994 il settimanale «Newsweek» commissionò un'estesa ricerca sociologica sulla spiritualità degli americani i cui risultati furono così sorprendenti che venne loro dedicata la copertina e un lungo dossier dal titolo:
     «La ricerca del sacro - il nuovo bisogno di significato spirituale».34 Dalla ricerca è emerso ad esempio che il 58% degli americani ha sentito il bisogno di una crescita spirituale, il 33% ha avuto esperienze religiose o mistiche, il 45% ha percepito un senso di sacro durante la meditazione, il 68% alla nascita di un bambino, il 26% durante rapporti sessuali. Il 20% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto rivelazioni divine nell'ultimo anno, il 60% ha pensato che bisogna credere in un Dio per avere esperienze spirituali, il 50% ha sentito un profondo senso del sacro in chiesa o durante funzioni religiose, il 13% ha sentito o visto la presenza di una entità spirituale (ad es. un angelo).
     Da questa ricerca - come del resto da varie altre effettuate anche in Europa e in Italia35 - emergono utili indicazioni sulle caratteristiche di questo nuovo e vastissimo movimento spirituale, largamente sovrapponibile a quello dei creativi culturali, come risulta anche dalla citazione che segue, tratta dal suddetto dossier.
     I ricercatori (spirituali, n.d.t.) non rispettano nessun particolare profilo: includono investitori di Wall Street... artisti che riscoprono temi religiosi, ex fanatici del fitness che hanno tradito l'aerobica per le classi di meditazione... A prescindere dalla via scelta, i ricercatori sono uniti dal sincero desiderio di trovare risposte a profonde domande, di capire il loro posto nell'esistenza. Ci sono ricercatori di tutte le età... Per molti la ricerca del sacro è ispirata dalla semplice necessità di connettere la propria vita con qualcosa di più vasto.
     Per molti americani che trovano alienanti le religioni convenzionali, e anche per alcuni di quelli che le accettano, la ricerca ha inizio con la crescente preoccupazione per la situazione ambientale globale.
    La natura da sempre ha suggerito sensazioni trascendenti, ma per molti ambientalisti l'evoluzione della Terra e i suoi ecosistemi interconnessi danno un nuovo contesto in cui trovare il sacro.
     In quest'ottica l'evoluzione dell'universo diventa la nuova storia sacra. Lo scopo di ogni viaggio è di arrivare a destinazione. A differenza degli antichi noi adesso sappiamo che il sacro non è più al di fuori, lassù, e nemmeno solo dentro di noi, piuttosto può essere trovato ovunque e in qualsiasi momento.
     Secondo le ricerche sociologiche menzionate in questo libro, una delle caratteristiche dei creativi culturali è di essere orientati allo sviluppo del potenziale umano e a forme di spiritualità più aperte e sperimentate personalmente. Se valutiamo i dati da questo punto di vista vediamo che i creativi culturali sono orientati a valori come l'altruismo, l'etica, la pace, la tolleranza interculturale e interreligiosa, la realizzazione di se stessi: che sono i valori «spirituali» per eccellenza.
    Secondo noi i creativi culturali stanno creando «un nuovo senso del sacro» che incorpora la crescita psicologica personale e il senso di rispetto della cura per gli altri e per il pianeta.
     Raggiungere la Massa Critica e realizzare il Worldshift potrebbe quindi non essere una mera utopia, ma un traguardo umano possibile, pur se difficoltoso da realizzare. Tutte le iniziative dei creativi culturali in ogni parte del pianeta, in ogni contesto sociale, scientifico, politico o culturale, in ogni campo del sapere o delle attività pratiche, sono un fondamentale aiuto a questa realizzazione globale. Tra queste ci piace segnalare anche quelle promosse dal Club di Budapest (la Rete Olistica, il Censimento globale, l'Enciclopedia Olistica e il film sul Paradigma Olistico meglio illustrate in appendice), che rappresentano un ulteriore piccolo grande aiuto all'alleanza globale dei creativi culturali. La loro forza aumenterà proporzionalmente alla consapevolezza di essere parte di una cultura estesa all'intero pianeta.
    Prima o poi, come diceva Teilhard de Chardin, ci sarà una reazione a catena globale. Si produrrà una «massa critica» nella coscienza planetaria - una potente forza di consapevolezza globale - capace di indurre grandi cambiamenti nelle scelte sociali, economiche, ambientali e umane, e di catalizzare il salto socioculturale, il Worldshift, verso un futuro globale pacifico e sostenibile: l'inizio della civiltà planetaria. Questo è il nostro scopo e la nostra speranza. Questo è il grande passo evolutivo della nostra epoca.


    Devo fare un commento, mi scappa di farlo, perché queste quattro paginette, da me riportate per spiegare meglio il pensiero di Rupert Sheldrake, trasudano di massoneria da ogni singola riga.
     Loro sono vincenti perché sanno come fare ed hanno degli obiettivi!
    Mentre noi, che abbiamo maggiori potenzialità rispetto a loro, che sono pochi, dato che siamo in tanti, siamo disorganizzati.
     E renderci disorganizzati è il loro asso nella manica. Ci rendono, di volta in volta, "sardine", "gretini", anche "terrapiattisti", se così fa loro comodo, tanto ci sarà sempre un appiglio, in ognuno di noi, una maniglia che loro afferrano per farci fare la danza scelta per noi.
     Vi sono tra di noi persone intelligenti, che possono fare la loro parte di «Creativi culturali», ma la nostra energia viene dispersa in mille, inutili rivoli. Da poco tempo faccio parte di un gruppo di persone davvero speciali, che hanno tutti doni e talenti pregiati, ma che si sprecano in un gioco che, personalmente chiamo, per le mie radici culturali "Deje 'n sgiaff a tute le mosche ch'a volo", che, letteralmente si traduce in "cercare di schiaffeggiare ogni mosca che passa", ma che significa, appunto far cose inutili, senza un piano, senza uno scopo preciso.
     Le mosche ci sono e sono tante, fastidiose: questo è un dato di fatto.
    Il nostro "schiaffeggiarle" risolve forse il problema della presenza delle mosche e del loro fastidio? Le allontana? Le elimina?
    La risposta è sempre no, a tutte tre le domande.
    Allora è ragionevole quello che stiamo facendo?
    Avevo riportato questi due articoli, per il motivo che contengono indicazioni davvero particolareggiate su come fare per...quando ci sentiamo veramente impotenti di fronte a questi criminali che ci opprimono in ogni modo, per il fatto che emerge chiaramente che loro sanno come fare.
    Ci hanno resi prima "credenti e poi "atei", tutto come fa loro comodo e noi portiamo con orgoglio queste bandiere, proprio come un tempo portavamo le bandiere degli eserciti nei quali ci arruolavano per farci massacrare ossia, per tenere sotto controllo malthusiano la popolazione mondiale, perché questa rimane sempre una delle loro principali ossessioni, una loro priorità.
    Siamo in questo gruppo dicevo, che contesta l'ortodossia scientifica e religiosa che ci propinano, l'eliocentrismo assurdo e insostenibile, l'evoluzione mai dimostrata e non ci rendiamo conto che occorre schierarci compatti, con coerenza cognitiva ragionata: di fronte al dilemma BIG-BANG o CREAZIONE, per esempio, non ci sono altre alternative logiche, altri corni del dilemma.
    O l'una o l' altra!
    E "loro" sempre avanti a noi, ci stanno già portando verso una nuova religione, come profetizzato nell' articolo , mentre ancora noi siamo orgogliosi di avere superato la vecchia credenza dei nostri padri e ci proclamiamo "atei" e guardiamo sospettosamente chi si proclama "creazionista".
    L'alternativa a questo stato di cose consiste nel guardarci dentro, cambiare noi stessi, soltanto in questo modo costruiremo un mondo migliore per i nostri figli.
    Un abbraccio a tutti i potenziali "creativi culturali".


Articolo n.90: rupertsheldrake.php
Sito: chifelio
Tema: 10 - Cultura
Data: 2020-02-03

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