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A.A.A. Modello terra piatta cercasi! Lunedì 17 febbraio 2019
"Nella foresta immensa del sapere umano e delle
mie ricerche, per non smarrirmi, ho tenuto sempre sott'occhio una bussola sicura,
costituita da una norma infallibile: «Non ritenere spiegato nessun fenomeno se non ne
vedevo chiaramente il suo meccanismo.»
Questo sano principio del grande fisico inglese Lord Kelvin) è stato purtroppo
dimenticato ai nostri giorni, poiché la scienza moderna in netta antitesi con esso,
è giunta a dichiarare di non poter spiegare le modalità con le quali avvengono
i fenomeni, ne' di poterne dare le leggi precise, in quanto i dati sperimentali da
conoscere vengono alterati dai mezzi usati per rilevarli.
[1]
[Prefazione XI]
[...]"Se si pensa che il metodo sperimentale per descrivere i fenomeni usa
gli attributi delle loro esperienze soggettive, si comprende immediatamente su quali illusioni esso
si è appoggiato sinora e quale valore hanno le nostre conoscenze oggettive."
[Prefazione XII]
Perché questo articolo?
Fig.1 Curvatura terrestre secondo i "credenti" del globo.
Ho già accennato altrove che da un po' di
tempo frequento ambienti terrapiattisti. Premetto che, per me, il fatto che la terra sia piatta
è un fatto assodato, del quale ho parlato in altri articoli. È assodato in quanto
la curvatura che dovrebbe esserci su una terra a globo non esiste. Fate pure tutte le osservazioni
e misurazioni che vi vengono in mente, ma non riuscirete mai a documentarla. Nessuno al di fuori della
N.A.S.A.[2]
ha mai potuto documentare la cosiddetta curvatura se non con giochi di prestigio tipo
lenti deformanti o immagini artefatte. Per contro esistono sul web centinaia, se non migliaia
di documenti su laghi o mari che evidenziano, oltre ogni ragionevole dubbio, che l'acqua si
dispone sempre in piano, per un noto principio fisico dimostrabile, anche su distanze di centinaia
di chilometri. Ma ne bastano molti meno, di chilometri per dimostrarlo.
Il problema principale per cercare sulla rete la documentazione
che ci serve è che occorre un "motore di ricerca" e questi motori non sono mai neutrali
rispetto all'argomento trattato: esiste una visione "ufficiale" della forma del nostro pianeta,
stabilita almeno da cinquecento anni e, indovinate un po', con quale ordine vengono presentati
i risultati delle vostre ricerche e quali risultati vengono omessi?
Le stesse identiche cose succedono se cercate notizie sui
vaccini, sulle cure del cancro, sulle scie chimiche. Ma c'è di più rispetto
all'ordine con il quale vengono presentate le vostre ricerche. Ci sono persone pagate per
disinformare, i cosiddetti debunkers (sbufalatore, demistificatore, disingannatore
[WikiPedia])
i quali sembrano darsi un gran da fare per controbattere, spesso insultando e denigrando le persone
come me che tentano di portare avanti un discorso fuori dal coro, che dissente dalla "versione
ufficiale". Ma, lasciando questo breve preambolo,
arriviamo quindi al dunque: esistono dei seri problemi sul modello della terra piatta a
spiegare ragionevolmente tanto l'alternanza del giorno e della notte, quanto quello
delle stagioni. Proprio per tentare di capire se
qualcuno avesse riflettuto e risolto questi due problemi che, per come la vedo io sono
fondamentali e propedeutici per procedere ad uno studio serio della terra piatta, mi sono
accodato ad un gruppo che opera sul mio territorio, producendo conferenze regolari
sull'argomento.
Fig.2 Esperimento di Eratostene secondo i "credenti" del globo.
L'incipit mi sembrava buono.
Partendo dalle misurazioni di Eratostene di Cirene, viene stabilita l'altezza del sole
uguale a quello che sarebbe, per i "credenti del globo", il raggio terrestre. La cosa è
ovvia per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la geometria euclidea e la trigonometria.
Non starò in questa sede a dilungarmi sulla figura trigonometrica che potrebbe dare
un valore al raggio della terra, qualora fosse "davvero" sferica, ma potrebbe allo stesso modo
dirci a quale altezza si trova il sole.
Quello che mi stupisce invece è che ci si contenti di un'unica misurazione
a mezzogiorno del 21 giugno, quando il sole si trova allo zenit sul Tropico del Cancro.
E su questa unica misura si imposti tutto il modello.
Personalmente suggerirei, a chiunque ne avesse i mezzi
ed il tempo per occuparsene, di effettuare molte misurazioni, magari ad ogni ora del giorno,
per studiare quale possibile percorso attui il sole nel giorno e in tutto l'anno. Ma
queste sono riflessioni con il senno di poi. Abbastanza convinto che le misurazioni siano corrette
(e sufficienti[sic!]), mi accinsi a tracciare in scala una sezione della terra piatta con il
solito qCad.
Mi si presenta immediatamente un problema!
E che problema!
In estate, col sole sul Tropico del Cancro, a mezzanotte avrei il sole sul lato diametralmente
opposto a Torino, sullo stesso meridiano di Torino, ma oltre il Polo Nord,
diciamo in qualche luogo dell'Oceano Pacifico, bello alto a 6378 Km dal
livello del mare e a soli 12.500 Km sulla proiezione terrestre, con un angolo visivo di
elevazione dal piano terrestre di 27°!.
Fig.3 Schema sezione terra piatta in scala con il sole in 4 posizioni sui Tropici.
Ed è tutto buio!? Mentre in inverno, col
sole sul Tropico del Capricorno, a mezzogiorno ho un sole ad una altezza che è
la metà della mezzanotte invernale, ad una
distanza, sempre sulla proiezione terrestre di 7.700 Km, con un angolo di
elevazione di soli 23° ed è giorno bello chiaro!
C'è davvero qualche cosa che non torna.
Così dopo una lunga riflessione su quanto appena scoperto, ma
che, pensandoci bene, costituisce il solo mio grande assillo da quando ho scoperto la terra
piatta, decido di parlarne al conferenziere. Forse, nella mia "presunzione" penso che io possa,
in qualche modo, contribuire alla costruzione di un modello migliore, visto che quello sopra
non mi soddisfa. Il resto è soltanto storia di
domande articolate e risposte semplicistiche, direi frettolose.[3]
Fig.4 Evidenziazione cono visibile sulla terra piatta allegata alla mail di risposta.
D. "Ciao ...
Ho tracciato in scala con qCad una linea della terra piatta col sole
alle ore 12
sui Tropici.
In estate dovremmo avere luce anche a mezzanotte!
Sono un po' perplesso..."
R. Ciao...non direi.
Tutta la zona tratteggiata non è visibile da Torino
Non so dirne il motivo ma, questo disegno mi ha
dato subito la sensazione intuitiva di contraddire quello che vedono i miei occhi,
anche se so con questo di andare contro alla frase di Todeschini citata all'inizio
di questo articolo:
[...]"Se si pensa che il metodo sperimentale per descrivere i fenomeni usa
gli attributi delle loro esperienze soggettive, si comprende immediatamente su quali illusioni esso
si è appoggiato sinora e quale valore hanno le nostre conoscenze oggettive."
Devo dire che, alla conferenza
successiva, mi è stato spiegato, con la teoria delle asperità del terreno, che
molti oggetti e cose lontane restano nascosti da queste. L'esempio "brutale" è che in
città un palazzo o un albero possono nascondermi la vista del nostro Monviso (3.841 m).
Fig.4 Evidenziazione cono visibile sulla terra piatta.
Ma cosa succede in aperta campagna o al mare?
Mi si dice che, se si posiziona una fotocamera su un
campo si calcio, le zolle o i fili d'erba nascondono la parte inferiore di una persona
che da essa si allontana. C'era questo concetto in un video di Dino Tinelli, con
l'esempio di una monetina su un tavolo e fotocamera a livello del piano del tavolo:
allontanandosi la moneta scompare. Ho rimuginato
a lungo questo concetto, camminando per la mia pianura. Sulle montagna intorno al Monviso
dove cammino anche abitualmente, la teoria delle asperità del terreno funziona
quasi perfettamente, nel senso che ci sono sempre oggetti nascosti alla vista e,
talvolta anche il sole, ma non per questo diventa buio!
Stiamo parlando di un sole, come detto più sopra, molto alto, alla sua altezza massima
del solstizio d'estate, che nel contempo non è molto più lontano del
sole invernale e, in un caso è buio e nell'altro è giorno.
No, proprio non mi quadra!
Fig.5 Distanza None-Monviso.
Continuo a vedermi nella mia passeggiata in pianura,
con i miei occhi che non sono non tra i fili d'erba e le zolle del prato, ma alla
mia altezza normale e mi domando quali siano le asperità che potrebbero impedirmi di
vedere quel sole di mezzanotte d'estate. Proprio il Monviso sarebbe il mio ostacolo
maggiore. Traccio dunque, dopo aver cercato su Google Maps l'esatta distanza da None al
"Re dei monti", dal quale nasce 'l "Re dij fium", una sezione con l'ostacolo "Monviso", l'angolo di osservazione
della sua cima a 3.841 m s.l.m. da None, 250 m s.l.m.
Salta agli occhi il fatto che proprio la mia "asperità" più grande non mi ostacola
a vedere quel sole di mezzanotte del solstizio d'estate, alto sul Pacifico!
Scrivo una seconda mail:
"Scusa ... se ti disturbo ancora, ma non riesco a convincermi che non
vedo il
sole a mezzanotte il 21 giugno per la tua teoria delle asperità del terreno.
La sezione di elevazione del mio disegno mi dice che per guardare il
sole in quella
posizione devo mirare a 27° in alto!
Posso capire che quando sono in città ci siano degli ostacoli, ma in
aperta campagna
o sul mare, gli ostacoli che metti in gioco non possono in alcun modo
ostacolarmi
la visuale a quell'angolo di elevazione che risulta dal disegno e che
contraddice
quello che vediamo, per esempio, all'alba opure al tramonto, con un sole che
andrebbe a nascondersi sotto l'orizzonte, cosa che si vede anche dagli
aerei,
dove non avrebbe senso parlare di asperità del terreno.
Fermo restando che non credo al globo, rimane il fatto che serve un
modello di terra piatta
che non "aggiri" il fenomeno dell'alternanza del giorno e della notte,
come pure quello
delle stagioni. Potrebbe trattarsi di una errata interpretazione
dell'altezza del sole,
anche se l'esperimento di Eratostene sembrerebbe avvalorare quella altezza.
Potrebbe altresì trattarsi del fatto che il sole non è sferico e si
comporta come una torcia
elettrica, dirigendo i raggi verso il basso e schermandoli ai lati, ma
questo non spiegherebbe
la visione del tramonto. Insomma, questa faccenda del sole è cruciale
essendo un
punto di partenza per studiare tutto il resto come stai facendo
egregiamente, però,
SE IL PUNTO DI PARTENZA FOSSE ERRATO...
Fig.6 Immagine sulla rifrazione atmosferica allegata alla mail di risposta.
Sono anche andato a cercare il fenomeno della rifrazione atmosferica,
pensando si
trattasse di questo, ma pare che la differenza tra posizione reale ed
apparente sia
al massimo di 5' al tramonto ed all'alba, mentre, dicono, sarebbe 0 allo
zenit.
Quindi 27° del punto di osservazione non
sono bruscolini. Potrebbe essere il sole FUORI dalla cupola e quello che
vediamo
sia soltanto punto focale di raggi di luce provenienti dall'esterno.
Sono tutte ipotesi
ma se non riesco a spiegarmi quei 27° di elevazione non posso seguire
tutto il resto.
Dai miei punti di osservazione nelle campagne, la cosa più alta che vedo
è proprio
il Monviso. Ti allego anche il disegno del Monviso dal mio punto di
osservazione.
Esso è la più grossa asperità che ostacola la mia visuale: ridicolo
rispetto all'angolo
di elevazione per osservare il sole sul Tropico del Cancro sul"emisfero"
opposto.
La Teoria delle asperità del terreno mi pare ridicola quanto quella
della "forza di
gravità".
Questa cosa mi manda in crisi. Ti allego ancora il disegno in scala più
completo di
misurazioni.
Buon lavoro"
R: "Per quanto riguarda la rifrazione si deve anche considerare quella ionosferica che
ci porta a vedere il sole direttamente da sotto. Per il resto non so cosa dirti.
Su una lunga fila di lampioni lungo una strada gli ultimi non li vedo più a causa della
prospettiva. Eppure secondo la tua teoria dovrei vederli.
Ti lascio alla tua teoria. Io non ho dubbi su questo. Ciao"
Devo dire che mi sarei aspettato delle formule
per sviscerare questa faccenda della "prospettiva", ma così mi ritengo un poco
insoddisfatto.
La stessa insoddisfazione e fastidio presenti fin
dall'inizio del mio affacciarmi a questo universo della terra piatta:
«Datemi un modello che mi spieghi,
senza ombra di dubbio, l'alternanza del giorno e della notte, senza lacune o sottintesi!»
Ci sono altri motivi di contrasto tra la mia visione del
mondo e questo modello che credevo risolutivo di tutto, ma non centrano nulla con la prospettiva,
quanto piuttosto con qualcosa suscitatomi da Todeschini nel primo capitolo del libro citato:
"Come si trasmette l'energia?", che mi aveva spinto
a scrivere quell'articolo sull'attrito e lo sbarco sulla luna. Si tratta della
propulsione dei motori a reazione, ma questa è un'altra storia.
Quello che mi fa riflettere è l'attacamento
alle nostre idee, giuste o sbagliate che siano. Vale anche per me, ovviamente.
"A great many people think they are thinking when they are merely
rearranging their prejudices."
-- William James
Note: [1]
"La teoria delle Apparenze" dell'ing.Marco Todeschini (Prefazione dell'autore)
Si riferisce qui alla fisica quantistica, la quale,
non riuscendo ad applicare alle particelle le leggi della fisica classica, ha scelto di
occuparsi dei fenomeni subatomici in modo probabilistico, con le leggi della statistica
matematica. Todeschini, in antitesi con Einstein, dimostra in questo libro, che anche le
particelle possono essere studiate con le stesse leggi della fisica fluido dinamica, come
lo sono i fenomeni macroscopici. [2]
Quando assistiamo ad un qualsiasi evento sportivo, dalle corse automobilistiche, motociclistiche,
ciclistiche, discese con sci, abbiamo telecamere live ovunque, che ci mostrano le ruote,
la visuale del pilota, lo sci che sfiora i paletti: le cosiddette action cam, oggi accessibili
a chiunque faccia sport ad un prezzo ragionevole.
Quando invece devono farci vedere gli attori della ISS o le missioni "spaziali", c'è
sempre soltanto una telecamera fissa all'interno.
[3] Cito qui un brano da un altro mio
articolo, con relative note bibliografiche, che casca a fagiolo, per spiegarci che
cosa è, o almeno cosa dovrebbe essere,
la SCIENZA e anche la nostra ricerca della verità:
«Curiosamente anche la "scienza", quella vera, dovrebbe attenersi
all'idea di essere un procedimento mai terminato, sempre passibile di aggiustamenti
quando non addirittura di inversione di direzione quando i fatti lo richiedessero,
cambio di paradigma, come la formazione culturale mia e
delle persone in generale. Ma questa idea del cambio di paradigma risulta orripilante
alla maggior parte delle persone che hanno perso il contatto con il bambino dentro
di se', perché significa il crollo di tutte le certezze, smarrimento e
pigrizia nel ricominciare ad imparare tutto da capo. Tutto questo deve valere anche per quelli
come noi, che stanno faticosamente nuotando controcorrente alla ricerca di risposte
maggiormente soddisfacenti di quelle "ufficiali". "La scienza consiste essenzialmente in un processo di
autocorrezione e autocritica e in una continua tensione verso la perfezione. I modelli scientifici
non vengono accettati solo perché appaiono intuitivamente corretti o esteticamente
piacevoli, o perché creati da persone prestigiose. Ma lo sono -sempre temporaneamente-
in virtù della loro resistenza agli assalti di continue verifiche empiriche." Manuale di psicologia. William D. Dember, James
J. Jenkins. Traduzione italiana di Mario Baccianini. Società Editrice Il Mulino,
Bologna 1977. Capitolo I, pag. 37. Grassetto mio.
Capito? Non si dice nel testo citato che l'eliocentrismo, o il "terratondismo",
dato che è una prestigiosa ed elegante teoria, raccontata da molti secoli, creduta vera da
molte persone, la maggioranza di esse, sia ormai inattaccabile: no, deve resistere "agli assalti
di continue verifiche empiriche"!Questo dovrebbe valere anche per
un modello di terra piatta! "In linea di principio, un modello si potrebbe definire
come una serie di funzioni matematiche o di asserzioni strettamente necessarie e senza ambiguità
di significato. «Teoria» designa invece una struttura un po' meno rigorosa, costituita
da elementi meno precisi e più ambigui di quelli di un modello. In generale, si presume
che un modello sia più preciso, meno verboso, meno ambiguo e meno confuso di una teoria.
[...]l'ambiguità di una teoria non è totalmente deplorevole. Un certo grado di
elasticità o di vaghezza rende flessibile una teoria, amplia il suo campo di applicazione
e la rende duttile in presenza di dati contradditori. [...] Il principale
criterio di validità di una teoria è la capacità di resistere alla verifica
empirica. Ciò esige non solo che i dati non invalidino la teoria, ma anche che la teoria
sia passibile di un'invalidazione. Una teoria costruita in modo tale da non esserlo
-nel senso che non può venire adeguatamente verificata- non è degna di attenzione.
Ibidem. Pagine 45-46.»
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Scrivere è esternare il proprio pensiero agli altri, al di là del tempo e dello spazio che ci separano.
Il pensiero non è un prodotto finito, ma un processo in divenire, sempre incompiuto e perfettibile.
Scrivere è un contributo a migliorare questo nostro Mondo.
Pensare un mondo migliore è un atto d'amore verso gli altri.
Pensare in tanti un mondo migliore è già un 50% della sua realizzazione.
Giovanni
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