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La rete per conigli australiana
Lunedì 10 gennaio 2022
Un amico mi ha mandato un link su questo argomento. Letto l'articolo, peraltro abbastanza "scarno",
senza documentazione su quanto affermato, che peraltro condivido, mi sono messo a cercare
notizie su questa faccenda e trovo che sono abbastanza scarse, frammentarie e poco
approfondite. Persino la solita WikiPedia, che solitamente
ci illumina su tutto, è abbastanza deludente.
Al punto da sembrare una di quelle notizie "leggende metropolitane", non comprovate
dai fatti reali. Non fosse che ne ho visto documentari in TV che ne parlavano e per un
aneddoto della mia giovinezza. Venne al mio paese dall'Australia, un coetaneo di mio padre che
era emigrato là
e mio padre volle invitarlo a pranzo. Si preparò il coniglio e venne fuori che per lui, per
gli australiani tal piatto non fosse la prelibatezza che era da noi. Non rimasi sorpreso allora
perché forse già mi aveva raggiunto la leggenda metropolitana a scuola o per qualche altra via.
Al di là della delusione dei miei, la storia di migliaia di chilometri di recinzioni, solo
per ritenere i conigli, suona strana. O no?
Pensiamo al costo spropositato dei materiali e della manodopera per costruirla e, infine
per sorvegliarla, se si vuol credere al primo articolo citato, che il tutto sia sorvegliato
dall'esercito. Arrivati a questo punto, la maggior parte della gente rigetterebbe le tesi di
Porubin Elena, che firma l'articolo, come complottismo e lo stesso per il sito
che ospita l'articolo: sulla home page,
si comprende subito che si tratta di un
terrapiattista! Il cerchio si chiude.
Ma non per me, perché si dà il caso che io sia curioso e mi riconosco nel pensare che la
terra non sia come ce la raccontano, per tutta una serie di ragionamenti già fatti nei
precedenti articoli del mio sito.
La mia idea è che i recinti per conigli, più che nella realtà esterna materiale, sono stati
costruiti nelle nostre menti. Gli esempi sarebbero infiniti, sopratutto negli ultimi due anni
della farsa psico pandemica, ma anche prima.
Personalmente ritengo che la rete e le multe salatissime, ammesso che sia tutto vero, non
siano lì per nascondere ai più la Shamballa australiana, ma per impedire agli aborigeni di vivere
nella vecchia maniera nomade e autosufficiente. Mi rimane un dubbio che se uno vuole andare dalla
città "A" alla città "B" attraverso le strade che le collegano,
non ci possa andare?
Oppure ancora la rete racchiude tutto un mondo inaccessibile a chiunque, come l'Antartide?
Faccio delle ipotesi a casaccio, essendo entrambi i luoghi inaccessibili a me...ed
a questo punto mi sorge un altro sospetto ancora: non sarà che la cacchinazione
serva, in ultima analisi, a mettere off limits ai più, fette sempre più grandi
della nostra meravigliosa terra piana? Col crescere del numero dei non cacchinati
la fetta di mondo non accessibile sarà concessa a sempre meno persone. Almeno se la
gente si comporterà come credo e spero, come ho fatto io fin dalla prima ora, che,
al momento attuale, non ho fatto mai nemmeno un tampone.
Il mondo "occidentale civilizzato" (ad ovest di che? Civilizzato?) ha sempre
trattato con superiorità le culture "altre", principalmente per il
pericolo che quelle genti svelassero agli schiavi occidentali che esiste un mondo libero,
un mondo di abbondanza, che questo mondo è sempre esistito e l'uomo bianco
ha fatto sempre di tutto per distruggere sia l'abbondanza che la libertà,
perdendone persino il ricordo, che però permane ancora nei miti, come quello di Shamballa, ma ne
esistono molti anche all'interno dei miti delle culture "altre".
Va precisato che la massoneria, ad un certo punto della storia, ha voluto trasferirsi altrove, sentendosi
troppo impastoiata dalle leggi europee. Aveva bisogno di ri-nascere in luoghi ancora "vergini"
di legislazione, per costruirsi un ambito culturale giuridico che garantisse maggiori opportunità
di movimento. Così sono nati gli USA e l'Australia e Nuova Zelanda.
Quando dico "massoneria", non mi riferisco soltanto agli Illuminati di Baviera. La massoneria
si compone di innumerevoli cordate, in parte antagoniste tra di loro, circa il ruolo di comando,
ma concordi nel voler ottenere un governo unico mondiale. Rimando agli studiosi competenti per chi
volesse approfondire. Per me rimane una pietra miliare Massoneria e sette segrete: la faccia occulta
della storia, anche se in questo libro non si menzionano i Gesuiti, che secondo me, costituiscono
una delle cordate summenzionate, tra le più potenti. Ma in questa sede non volevo parlare di questo,
bensì delle reti mentali.
Non sono molto erudito, anzi non lo sono per nulla, sulla storia della colonizzazione dell'Australia
e della Nuova Zelanda, ma come tutti so che i primi coloni furono detenuti penali. La stessa cosa
è vera per le americhe. Basti la conoscenza dell'opera lirica Manon Lescaut di Giacomo
Puccini, dove la detenuta Manon viene trasferita «a popolar le americhe» e Renato De Grieux la segue
innamorato perso.
Questo per dire, senza scomodare il conterraneo Cesare Lombroso, quale potesse essere il livello
di moralità nei nuovi paesi colonie europee. Dell'Australia mi viene in mente un film
in cui si racconta che dei proprietari terrieri australiani ingaggiano un bounty killer
americano per sparare agli aborigeni che scorazzano nell'Out-Back australiano. E qui
veniamo a quello che io suppongo essere la reale funzione delle reti per conigli: impedire
a quegli aborigeni che si ostinano a voler vivere a modo loro, di poter accedere al territorio
in cui possono realmente farlo.
No so se ci siano dati riguardo al numero di aborigeni che ancora vivono alla vecchia maniera,
ma mi piace pensare che ce ne siano ancora. E sicuramente ci sono ancora Boschimani che
vivono alla vecchia maniera nei pressi del kalahari sud africano, come vi sono indios
nel bacino del Rio delle Amazzoni, che rifiutano contatti con la nostra cultura.
Per le americhe bastino i resoconti di Bartolomeo de Las Casas, al seguito dei conquistadores
di Hernan Cortes, resoconti che raccontano come gli
indios venivano utilizzati come schiavi nelle miniere senza essere nemmeno nutriti
e curati: quando morivano li rimpiazzavano con altri!
Nell'america settentrionale le cose non andarono meglio. Agli indiani delle pianure
sono state fornite le coperte dei vaiolosi e con questa malattia per loro nuova, sono stati
decimati. Oltre a tutti gli altri espedienti, più o meno espliciti. Dati questi fatti
storici assodati, provo stupore nel constatare come per molte persone qui da noi, in
questi due anni, sia impensabile credere a realtà espresse esplicitamente da Klaus
Swabs, da William Gates III, o da Cingolani e molti altri, che le èlites vogliano
ridurre drasticamente in modo malthusiano la popolazione mondiale.
Il problema rappresentato da tutta questa gente che vuole vivere diversamente, aborigeni australiani,
nativi americani, boshimani, indios, non era un problema di tipo militare, una
reale minaccia per l'uomo bianco "civilizzato". Il problema vero è
che costoro erano portatori di un modello culturale "alternativo", che avrebbe
potuto far sorgere il dubbio su chi fossero i civili e chi i primitivi.
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Giovanni
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