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Da dove viene la "nostra" cultura?
Chi produce la cultura?
Mercoledì 19 maggio 2021
In alto sulla testata il link al canale Youtube
Da quel lontano giorno, negli anni novanta, quando, inaspettatamente, Gualtiero Harrison,
docente di antropologia culturale a Padova e a Trento, mi pose la fatidica domanda,
a tradimento, in quanto ad un esame del genere, peraltro facoltativo relativamente
al mio corso di laurea, ti aspetteresti domande su Frazier, Franz Boas, Margaret Mead,
o sul compagno di quest'ultima, Gregory Bateson, o magari più in generale sullo
"strutturalismo", non osando sperare domande sul mitico Claude Levi Strauss di
Tristi Tropici, non ho mai smesso di cercare una risposta finale, definitiva,
che mi togliesse ogni dubbio in proposito.
Devo dire che, forse per limiti intellettuali miei,
la ricerca di tale risposta è stata lunga.
La risposta "retorica" è intuitiva:
"l'Uomo" è un produttore culturale, "l'Uomo"
produce la cultura. È bene puntualizzare, per non essere fraintesi, che quando si dice
"l'Uomo", non si si intende un individuo di sesso maschile,
ma la specie.
Detto così, citando la specie, sembrerebbe che ognuno di noi, uomo o donna che sia
(è bene soppesare le parole perché nella cultura che si vuol calare dall'alto
dei vuolsi così colà ove si puote ciò che si vuole più non dimandar!,
citare solo il maschio e la femmina potrebbe farci incorrere in un reato
di omofobia), potrebbe avere le stesse identiche possibilità di produrre
cultura che hanno tutti gli altri. Cosa che è vera solo in teoria, ma la pratica
richiede anche che il prodotto si diffonda ed è lì che non abbiamo tutti
le stesse opportunità.
Supponiamo che io domani mi fissi che esiste una specie di morbo che fa diventare
le orecchie verdi, perché a me sta succedendo questo, magari perché ho la compulsione
inconscia di strofinarmi le orecchie, mentre sto spennellando la ringhiera del mio
balcone con questo colore. È difficile che l'idea che è venuta a me di girare con
speciali cappucci che coprono le orecchie, non cogliendo il nesso tra verniciatura
e effetto, attecchisca tra gli abitanti della mia città. È molto più probabile
che io venga deriso o subisca un TSO, se mi ostino a diffondere questa idea folle.
Ma se io avessi in mano tutti i media mondiali?
Fossi in grado di tenere per le palle i politici di tutto il mondo?
Quasta ridicola metafora ha valore soltanto esplicativo, ma se analizzassimo con mente
lucide e fredda, scevra da pregiudizi, quello che è successo da quindici mesi a
questa parte?
Su cosa si basa tutta la follia mondiale che, se ci pensate bene è simile alla mia
delle orecchie verdi?
Innanzi tutto serve una fede cieca nelle istituzioni sanitarie:
quello che fanno queste, non ha nulla a che vedere con il profitto e, quand'anche
avesse attinenza con essso,
queste istituzioni, essendo moralmente ineccepibili, lo
metterebbero da parte, in secondo piano, iniziando da quel punto ad
agire per il bene dell'umanità.
Con i due primi pilastri, chiamiamoli "intellettual moralistico
emotivo", che sono stati ampiamente diffusi, basta avere dei media
compiacenti che diffondano la paura di una nuova forma virale che fa morire le persone.
Le istituzioni di cui sopra, quelle sanitarie, hanno potere
di emettere protocolli ai quali tutti i medici si devono attenere, impedendo
loro di operare la loro ars medica ed i pochi che volessero farlo, li si caccia,
li si radia e comunque li si mette a tacere, con la censura, il ridicolo e la
diffusione di false notizie sul loro conto ed operato.
occorre infine qualche cosa che rilevi il morbo: se avesse
circa l'80% di falsi positivi sarebbe perfetto. Ormai una ampia fetta della
popolazione mondiale,
terrorizzata a morte per un morbo che uccide lo 0,2% della popolazione è
disposta alla qualunque per uscire da questa angoscia.
Adesso avete capito che
per essere produttore culturale occorre la capillare distribuzione
del nostro prodotto?
Probabilmente questa follia si spegnerà da sola, perché sono stati troppo impazienti
per volerla realizzare nel 2021, come pianificato da millenni. L'arcano 21 dei tarocchi
è il mondo. Ma fate le vostre ricerche: non credete a me,
non credete a nessuno, per l'Amor di Dio, pensate con la testa di cui
il Creatore vi ha forniti.
Dimenticavo. Anche se questo piano fallisce, ne hanno pronto un altro. Da anni vi
stanno parlando di alieni, altre creature intelligenti (speriamo più di noi)
provenienti da altri mondi. Se ne è parlato in ambienti ristretti di appassionati,
ma ora stanno uscendo notizie "ufficiali". Secondo voi quale sarà
la prossima minaccia del mondo intero? Con la tecnologia degli ologrammi, vi faranno
vedere immagini di immense astronavi e di alieni che pretenderanno qualcosa da
voi. Mi raccomando: abboccate subito, neh!
L'eliocentrismo assurdo e impossibile come l'evoluzionismo, sono serviti a due scopi:
rendere probabile, necessaria la presenza degli alieni e ad allontanare noi e il
pianeta che ci ospita dal centro della Creazione.
Il succo di tutto questo discorso è che per tornare ad essere produttori di
cultura e magari costruire una cultura migliore di questa morente, per un mondo
finalmente a misura d'uomo, dobbiamo ritrovare il nostro centro ed esso non è
la fuori nei libri, nella TV.
Esso è dentro di noi!
Anche se siete credenti, come io stesso lo sono, non aspettatevi la venuta del
Salvatore per uscire dalla tirannia di questi criminali: siete voi
i salvatori di voi stessi e dovete agire subito di conseguenza. Tutta questa
situazione deriva proprio dal fatto che ci aspettiamo sempre che qualcuno venga
a toglierci le castagne dal fuoco: loro, i criminali lo sanno ed è per questo
che hanno pronti gli extraterrestri.
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Il pensiero non è un prodotto finito, ma un processo in divenire, sempre incompiuto e perfettibile.
Scrivere è un contributo a migliorare questo nostro Mondo.
Pensare un mondo migliore è un atto d'amore verso gli altri.
Pensare in tanti un mondo migliore è già un 50% della sua realizzazione.
Giovanni
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