"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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Una preghiera da recitare tutti insieme

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Appello ai medici.
Mercoledì 20 gennaio 2021

     Non so quanto sia credibile ed efficace un appello a questa categoria, da parte di uno che non li consulta da venticinque anni, ma l'esperienza accaduta ad una persona di famiglia, che ha avuto bisogno di loro e che, indirettamente ha coinvolto anche me, mi spinge a giocare questa carta, a cavalcare questa debolissima speranza di tentare di risolvere una situazione che, se non fosse tragica, sarebbe comica.
     Il tentativo sorge dalla fiducia che la categoria a cui mi rivolgo è composta da persone intelligenti e preparate, le quali, però, per la scelta professionale fatta, che ha richiesto l'investimento di lunghi anni di studi e approfondimenti, con grandi sacrifici personali, non possono buttarsi tutto ciò alle spalle per dedicarsi ad altre professioni, dove potrebbero annullare i conflitti che la loro categoria, le forze in essa preponderanti, ha di certo fatto sorgere nelle loro menti brillanti e nella loro coscienza professionale ed etica. Mi riferisco ai cosiddetti "protocolli", strategie da mettere in atto senza discutere, senza porre in gioco la loro scienza e coscienza. Come se tutto fosse già stato sviscerato e non occorresse più, ormai, la loro creatività, la loro arte di scienziati, come era per i colleghi di un passato nemmeno tanto lontano.

Colpiscono gli occhi tristi e impauriti.

     Ho spiegato altrove i motivi che mi hanno allontanato dalla medicina "ufficiale", dai suoi addetti e dalle sue strutture, ma prima ancora dalle sue pratiche che, secondo la mia visione del mondo, sono assolutamente prive di fondamento scientifico. Questa affermazione farà inorridire i più, lo so, ma vi assicuro che per me ha il valore di una epistemologia in questo campo.
     In parte, le mie lontane esperienze passate di rapporti con la medicina, mi hanno deluso, per la mancanza di accuratezza nel rimuovere la o le cause che hanno dato origine al problema, al disagio che spinge il malato a rivolgersi a quella grande entità impersonale, sovrapersonale, colla quale il malato non può interloquire, dato che le sentenze di diagnosi, prognosi e terapia, vengono calate dall'alto, da quella entità, dicevo, che dovrebbe occuparsi di lui per guarirlo e non dalla persona del medico che, solo per pura casualità il paziente si trova davanti: egli è solo un mediatore tra il malato e la ciclopica struttura "per guarire". Faccio fatica ad usare la parola malattia in quanto, come diceva qualcuno tanti anni fa, è una jattura.[1]
     In realtà, tutto l'apparato è programmato per sottomettere clienti a vita, in un sistema che si occupa di sintomi, senza badare mai alle cause, guai a farlo. Non è mai gradito eliminare le cause o insegnare la salute, ma la regola è sempre quella di convivere con la ...(jattura), eliminando o attenuando i piccoli disagi. La patologia non si avvia mai per colpa di nessuno, visto che piove dal cielo senza preavviso. La nostra Natura ci segnalava che c'era un problema, ci metteva in guardia nella sua millenaria saggezza, nella sua trasversale saggezza, nella sua Divina Saggezza, proprio con l'avvertimento del sintomo. E noi tronfi umani dell'era delle scienze dei Piero Angela che misurano tutto, spesso senza sapere cosa misurano, ma misurare è di moda, la prima strategia che mettiamo in atto è tacitare l'avvertimento tanto provvido del sintomo, messo a punto dalla Natura o da Chi per essa.

Davvero volete lavorare sempre così?

     E, sintomo dopo sintomo, il sistema in oggetto introduce nei soggetti che, fiduciosi gli si accostano, prodotti chimici devastanti singolarmente, figuriamoci in miscuglio, alterando senza speranza di ritorno, delicati equilibri omeostatici che caratterizzavano la salute ed il funzionamento degli organismi biologici, fino a ridurli alla completa e totale dipendenza delle droghe del sistema, pena la morte. Fermo restando che ci sono casi limite, in cui il prodotto chimico opportuno, salva la vita, ma si è andati troppo oltre, a fare di questi casi limite una prassi per qualunque patologia. Sarebbe logico eliminare le cause, ma non lo si fa ne' si incoraggia a farlo. Ne', tantomeno, si tiene conto del fatto che gli organismi biologici sono molto più complessi di un singolo equilibrio omeostatico e, una volta alteratone uno solo, tale organismo reagisce a cascata, come le tessere di un domino, alterando tutto quanto il resto.
     Nella mia esperienza antica, di quando ancora riponevo speranze e fiducia in quel sistema di cui vado discutendo, mi opprimevano eczemi, trattati in modo topico con cortisone, asma e riniti allergiche nel trattamento delle quali, sempre con cortisone, si faceva finta che la causa prima fossero i pollini della famiglia delle graminacee et similia, solo che a me pareva ci fosse una piccola contraddizione non da poco: i sintomi li avevo tutto l'anno e non soltanto nei limitati periodi delle suddette fioriture. Probabilmente, ma allora non potevo sapere di questo, i "protocolli" prevedevano che fosse così, impedendo di fatto a questi scienziati medici di riflettere sul semplice fatto delle anomalie stagionali. Ci sono arrivato da me e, siccome da cosa nasce cosa, riflettevo sul fatto che io introducevo, come tutti gli appartenenti alla mia cultura, ogni giorno gli stessi cibi nel mio intestino e potevano centrare sì le graminacee, ma per altra via, che non è quella aerea. L'omeopatia mi ha aiutato in questo senso, sopratutto con le prove kinesiologiche. La loro sentenza fu latte vaccino, lieviti e pomodoro da evitare. In sintesi la pizza, che allora amavo molto. Ma c'era un ulteriore passo da fare. La base della pizza è il frumento. Può essere che il frumento faccia male alla gente? E se fosse invece che quello che fa male è il trattamento pesticida ed erbicida, il "glifosato" Monsanto, per prodotti OGM?

Un sentito ringraziamento a Dino Tinelli.
Il primo video pubblicato su youtube è stato rimosso.

     «Nooooo, Monsanto non si tocca, sono bufale. No. Meglio pensare che c'è gente intollerante al glutine, piuttosto, tanto, visto il successo dell'omeopatia, le intolleranze alimentari sono di moda.»

     Lo so. È un'altra disgressione troppo lunga, ma tutto funziona in questo modo: guai avere dubbi. È così e basta! I protocolli risolvono tutti i dubbi (=Vietato pensare autonomamente). Ma se è così, amici medici, presto sarete rimpiazzati da un computer, che sa calcolare, senza offesa, molto meglio e più in fretta di voi, tutte le variabili, per fare una diagnosi e scegliere il singolo protocollo adeguato. Vi pare che la vostra scienza possa essere ridotta a questo?

     Io sono più che sicuro che molti studenti e medici si sono rigirati per la mente tutti questi ragionamenti ora esposti, ma gran parte di essi li ha soffocati, pressato dal prossimo esame da preparare, dalle lezioni di anatomia, dall'infinità di nomi di parti anatomiche, di nomi di patologie differenti, di di nomi rimedi di adottare e così via, da imparare a memoria.
     Se ho buttato otto o dieci anni della mia vita per avere l'abilitazione di medico chirurgo e so che devo faticare ancora e sgomitare, per crearmi una nicchia nel baraccone chiamato "sanità", quella megalitica struttura pre-disposta al trattamento delle sintomatologie della gente, posso gettare tutto questo immane investimento di tempo, studio e denaro, per andare a fare lo stagnino, il macellaio, il corriere o quanto altro?

     Avrei voluto essere breve ma non ne sono capace.

     La vicenda a cui ho accennato è semplice ed intuitiva. Paziente con problemi cardiaci a cui vengono fatti i tamponi, per il problema che sembra attanagliare il mondo intero, almeno stando alla propaganda di regime del pensiero unico, con cadenza regolare, che dipende dalle strategie della struttura ospedaliera. Primo tampone negativo, secondo pure, terzo positivo, proprio il giorno che il paziente cardiaco deve subire un intervento angio plastico.
     Devo dare atto al medico che doveva intervenire sul paziente, di avere dato prova di scienza e coscienza, alterandosi con chi avesse preso la decisione di quell'ultimo, galeotto tampone.

     Mi immagino i problemi che possa aver creato questo ultimo tampone al medico e alla sua equipe per l'intervento di quel giorno, alla struttura ospedaliera, a tutto il sistema, ormai dominato non più dalla logica del ragionamento, dalle priorità dettate dal "buon senso", dove un grave problema cardiaco viene prima del rafreddore a cui si è deciso, chissà dove e chissà da chi, di fare la guerra. Oltretutto il paziente era asintomatico. Ma l'intelligenza artificiale che ha preso il controllo, non solo del sistema del quale si discute qui, ma del mondo intero, esige tamponi e giustificazioni delle procedure, separazione ed isolamento degli appestati positivi. Per fortuna o per buonsenso di quel cardio chirurgo, l'intervento è proseguito normalmente ed è andato a buon fine.

     Questo esempio dovrebbe far riflettere gli operatori sanitari ai quali mi rivolgo qui. La logica del buon senso delle priorità, che considera più grave il problema cardiaco del raffreddore, immagino non sia sempre prevalsa in questo lungo periodo in cui la propaganda della fantomatica pandemia ha imperversato, ed abbia fatto le sue numerose vittime per questa ottusa incongruenza. Non lasciamo che sia l'intelligenza artificiale alla quale era stato impostata la priorità della pandemia, vera o presunta, su tutto il resto, a decidere per un essere umano, ma sia la vostra arte e la vostra scienza, che mai sarà possibile insegnare ad un computer, ma che nasce solamente in esseri umani dotati di empatia, coscienza, passione per la professione medica e deontologia. Anche queste ultime non possono essere apprese dai computer. Non lasciamoci affascinare dal transumanesimo che alcuni prospettano come un inevitabile divenire dell'umanità tutta.

     Questa pagliacciata che imperversa potrebbe terminare di colpo, se la vostra coscienza e deontologia, la vostra scienza prendessero il sopravvento sulla logica della intelligenza artificiale alla quale oggi le avete sacrificate e vi metteste in prima fila a proclamare ciò che ben sapete:

Una scena de "Il pianeta verde", di Coline Serreau.


     Tutte queste cose, che sapete molto bene in coscienza, avrebbero molto più peso se provenissero da voi, invece che da me, signor nessuno. Se foste voi a dare il buon esempio, cominciando a togliervi l'inutile mascherina oggi, la sceneggiata mondiale terminerebbe domani stesso.
     Siete davvero disposti ad avallare un futuro dominato dalle macchine che sfornano protocolli, dove gli esseri umani non contano nulla ed i vostri figli saranno costretti a vaccinarsi in continuazione e ad indossare la mascherina per tutta la vita, per paura che si raffreddino e contagino qualcuno? Se non ci svegliamo da questo incubo media indotto, il futuro sarà molto peggio di questo ultimo anno e potrebbe durare molto a lungo.
     Dovremmo incominciare ad immaginare un mondo migliore, come vorremmo che fosse e smettere di delegare agli altri questo compito, continuando a permettere di essere sballottati dal flusso del caso, ennesima idiozia inventata per negare un Creatore di questo meraviglioso mondo e delle meravigliose creature che siete.

     Vi auguro ogni bene e salute eterna.

     Giovanni Chifelio


    Note:
     [1] Cesco Ciapanna, Fotografare, editoriale pag. 132, Ottobre 1990.
    

Articolo n.148: medici.php
Sito: chifelio
Tema: 6 - Medicina e biologia
Data: 2021-01-20

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