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Riporto qui alcuni brani di un mio noir del 2007,
non per vendervi
il libro che potete leggere gratis (provo sempre un disagio, quando mi imbatto in qualcuno che tenta di diffondere
come me, un pensiero alternativo, ma vuole ricavarne un certo lucro), ma per riportarne delle frasi molto attinenti alla
crisi attuale.
Non siete nemmeno obbligati a leggerli. L'articolo viene dopo.
. . . . . . . .
[...](Capitolo 1. Antefatto.) – Ricapitoliamo l'insegnamento precedente. Tutto
nell'Universo è energia. L'Energia può assumere, a volte, l'aspetto di materia, diventando pesante. L'Energia
permea tutte le cose e le collega fra di loro. Non può esistere il vuoto, vale a dire, assenza di Energia e di
materia.
[...] «Johnny, sono i piccioli che comandano. Tanti piccioli sono la chiave del
potere. Però ricorda bene, che per quanti soldi tu ed io possiamo accumulare in tutta la vita, non avremo mai il
potere, quello vero, quello con la "P" maiuscola. Quello ce l'hanno solamente i grandi banchieri. Quelli
hanno il potere perché sono banchieri da generazioni e generazioni. Hanno tenuto per le palle principi ed imperatori
d'Europa, fin dalla nascita delle banche. Ora tengono per le palle i più potenti politici del mondo. Presidenti e
primi ministri sono al soldo dei banchieri. Persino quelli che stanno all'opposizione, sono sul loro libro paga.
Qualunque cosa succeda nel mondo, è perché loro hanno voluto che succedesse. Non ti lasciare ingannare da giornali
e telegiornali, che pure loro strombazzano solamente quello che i potenti gli permettono di dire.
[...]
La droga serve ad imbambolare quelli che potrebbero pensare. Come in passato è stato l'alcool.[...]
Osservare quello che succede e capire perché succede. A queste persone si aprono due sole strade. O fanno
come noi e si adattano e sfruttano il sistema come meglio possono, oppure vi si ribellano. E, alla fine, questi
ultimi, sono il nostro pane quotidiano, il nostro business. Quelli da eliminare. Ti potrei fare moltissimi esempi.
[...]
Ma lo stato che cosa è? Lo stato è aria fritta senza i banchieri che lo sovvenzionano. Potrebbe essere
diversamente, ma i politici ormai, si cagano tutti addosso, se pensano di cambiare le cose e cominciare a fare a
meno delle banche. Preferiscono la vita comoda che i padroni del sistema offrono loro, senza rischi e pericoli.
Basta che facciano quel che gli si dice di fare. Destra e sinistra, sono tutt'uno. Quaqquaqraquà!
[...]
Il resto del bailamme, per confondere le menti deboli, viene dalle farneticazioni dei giornalisti, al soldo degli
stessi padroni, per lo stesso scopo.[...]»
[...] Come sempre, quando pescava, o raccoglieva funghi, gli venne quasi una sorta
di nostalgia per come doveva essere il paradiso terrestre, ricco di frutti, selvaggina e pesce a disposizione di
tutti quanti.
Inevitabilmente lo paragonò al burocratico mondo odierno, dove occorreva una licenza per cacciare, un'altra per
pescare e un tesserino per raccogliere funghi, nei giorni stabiliti dai burocrati. I pesci dovevano essere della
misura stabilita dai burocrati, come anche le lumache, perché, dicevano i burocrati, questo serviva a proteggere
le specie. Sarebbe stato bello se fosse stato vero.
Peccato che mentre il pescatore avrebbe dovuto ributtare nel fiume il pesce lungo un centimetro meno di quanto
stabilito, a monte, nello stesso fiume, una industria chimica scaricava ogni sorta di veleni nel fiume stesso,
distruggendo in un amen, non un individuo, ma quintali di pesci. [...]
Ricordava un documentario sull'Africa, dove dei guardacaccia avevano sparato a dei bracconieri, neri
ovviamente, uccidendone uno. Il messaggio è chiaro: difendiamo gli animali a spese della vita umana. Un altro
classico, che lo faceva infuriare, erano gli innumerevoli documentari sui varani, i cosiddetti draghi delle
Galapagos. Questi animali preistorici a volte attaccavano le mandrie ed erano numerosi i casi di uccisione di
esseri umani, soprattutto bambini. Ma per carità: l'uomo non uccida il varano! Potrebbe estinguersi.
[...] (Capitolo 5. La resa dei conti.)
La conclusione del Pirsig rispondeva alle domande che si era fatto Andrea sulla cultura e sul motivo per cui, alcune
scienze sembravano non funzionare correttamente, rispetto ad altre che invece funzionavano, eccome.
Fedro era andato alle radici del pensiero greco ed aveva scoperto che l'eroe greco
eccelleva in tutto. Coltivava l'aretè, la Virtù, ma non in senso morale, come divenne dopo, la Virtù proprio
nel senso di eccellenza, di Qualità.
Era la Qualità che creava l'eroe greco antico, che sapeva combattere, cacciare, aveva l'eloquenza, era astuto, sapeva
costruire le sue cose, dall'arco al letto, sapeva curare le ferite, navigare su mari imperiosi.
La Qualità di Fedro, veniva prima della innaturale dicotomia soggetto oggetto. Era lei
a creare soggetti ed oggetti. Poi vennero Platone ed Aristotele, e cambiarono tutto.
Nacquero le specializzazioni e la Qualità dovette cedere le armi. Era stata sconfitta. E ne paghiamo ancora oggi le
conseguenze. La nostra cultura moderna poggia sul pensiero di Aristotele. Dopo non è più cambiato nulla di
sostanziale.
Il nostro guaio, il problema della nostra cultura era che siamo diventati tutti degli specialisti. Nessuno ha più
una visione globale delle cose, del mondo, dell'uomo, del Tutto.
Nella medicina si riscontra questo atteggiamento in massimo grado. C'è il cardiologo, il reumatologo, l'oculista,
l'odontoiatra, l'urologo, il ginecologo, l'oncologo, lo pneumologo, il neurologo, l'ortopedico,
l'otorinolaringoiatra, uno specialista per ogni zona del corpo umano, per tipo di tessuti, per malattie specifiche.
Ancora, il pediatra e il geriatra, per le diverse età dell'uomo.
Ma tutti quanti hanno perso di vista il fatto essenziale e cruciale che il loro oggetto di studio è l'uomo nella
sua interezza e nella sua totalità, con il suo corpo, la sua mente, le sue relazioni sociali, il suo posto nella
società. Forse con un'anima.
[...]
Più in generale, abbandonando il campo specifico della medicina, Andrea credeva di avere capito cosa non funzionava
nella nostra cultura.
Fedro aveva detto che al di là delle esasperate specializzazioni della scienza, gerarchicamente più in alto stava
la filosofia, dalla quale si erano distaccate le diverse specializzazioni scientifiche.
Così avrebbe dovuto essere. In realtà, le cose non stavano esattamente così. Al di sopra, più in alto
gerarchicamente di tutte le scienze particolari, stava l'economia. Non l'economia in quanto disciplina particolare,
ma l'economia come sistema dominante.
Il sistema economico adottato da una cultura è quello che detta le direttive a tutte le altre scienze.
Una cultura sviluppa soltanto scienze in linea con la direttiva economica.
[...]«Voglio mettervi in guardia, per l'ultima volta, su quelli che sono i pericoli di contaminazione
della Conoscenza sulla terra.
Sapete già che la cultura degli umani è controllata dalle persone che detengono il potere. Nonostante il fatto
che, nelle nostre precedenti missioni abbiamo ribadito spesso che la più alta espressione gerarchica della
cultura dovrebbe essere la morale, nel mondo umano la più alta espressione è l'economia.
Questo andava bene fintanto che l'economia degli umani era di pura sussistenza. In quel contesto,
l'esigenza della sussistenza, imponeva delle regole che potremmo chiamare "morali", nel senso che
era necessaria l'accortezza di non distruggere l'ambiente in cui gli umani vivevano, pena la mancanza
o l'esaurimento delle risorse che permettevano loro di sopravvivere dignitosamente e con poca fatica.
Questo stadio sarebbe quello che loro, nel libro dei libri, che venerano come se fosse opera di Dio, chiamano
il Paradiso Terrestre.[...]»
. . . . . . . .
Avevo messo da parte moltissimi estratti, alcuni dei quali molto lunghi,
che poi ho tagliato e tolti. Mi fermo qui, altrimenti finisco per fare un doppione del libro: quel mio vecchio
romanzetto sembrava voler spiegare tutto quanto servirebbe oggi per capire quello che sta succedendo. Il guaio è
che lo spiega molto bene solo a quelli che hanno già capito, con gli altri, sembra esserci una
specie di muro che non solo impedisce la comprensione, ma addirittura la comunicazione. Sono sicuro che il
problema non è soltanto mio.
Per capire occorre fare il vuoto mentale, interrompere il circuito dei propri
pregiudizi, operazione non agevole a tutti:
A great many people think they are thinking when they are merely
rearranging their prejudices.
-- William James
Questa massima del grande filosofo, appare come fortune, aprendo la console di Linux, quasi
come un monito che è come il cacio sui maccheroni, in questa argomentazione.
Proprio coloro i quali
sembrano non riuscire a capire quello che dico loro, mettendogli davanti argomentazioni su argomentazioni,
di fronte alle quali non si può non giungere a determinate conclusioni, sono quelli che proclamano
orgogliosamente di volerci arrivare con la loro testa, che non vogliono farsi fregare, però, invece
di diffidare dalle informazioni più facili da ottenere, quelle che piovono da ogni dove, mentre al contrario
diffidano dalle informazioni alternative che, guarda caso, proprio quei media che diffondono a
piene mani le informazioni facili, combattono le informazioni alternative con ogni mezzo.
Chissà
come mai? Che bisogno hanno di combatterle attivamente?
Se sono false basterebbe guardarle dall'alto in basso, applicando la
compassione buddhista.
Dobbiamo essere dei guerrieri!
Questa mattina mi hanno mandato un video che
dovrebbe far riflettere. Come stiamo reagendo a quello che succede?
Meditando? Cantando dalla finestra?
Esponendo arcobaleni?
Ma non sarà che stiamo cercando con ogni mezzo di non
scegliere, non schierarci, non prendere parte?
Ho inserito qui alcuni brani
di Giorgio Gaber, il quale cinquant'anni fa, aveva capito l'andazzo, mentre molti non lo hanno
capito ancora oggi. Ho avuto la fortuna, in quegli anni '70 di assistere a Torino, ad un suo spettacolo,
se non ricordo male Anche per oggi non si vola. Mi ci aveva trascinato una ragazza ed io non ero
proprio entusiasta di andarci, avendo sul momento altri progetti con la ragazza, ma fui felice dello
show e, in seguito di esserci andato: era davvero avanti Giogio Gaber. Ascoltateli con attenzione,
sopratutto "La Democrazia", facendo attenzione al finale.
Oggi, quei suoi video sono veramente opportuni più che mai.
Oggi bisogna scegliere, schierarsi, non nasconderci
dietro ad un dito.
C'è o non c'è la peste?
A seconda della risposta a questa domanda, vengono le domande successive.
Siamo disposti a perdere la Libertà per combattere la peste, che forse
esiste, forse no?
E così via...
A queste questioni, ognuno risponda come crede, ma io sono qui per dirvi la mia.
Alla mia età non mi dovrebbe importare più molto delle direzioni che il mondo potrebbe prendere,
in seguito a questa crisi, ma ho dei nipoti ai quali sono molto affezionato ed è sopratutto per loro
che desiderei un futuro in un mondo giusto e davvero democratico. Di una cosa possiamo essere sicuri, dato
che questa idea proviene da molte disparate fonti, alternative ed ufficiali:
dopo questa crisi il mondo non
sarà più come prima!
Non sappiamo quale sarà lo
stato della nostra economia. Non conosciamo quale sarà la forma di governo e
la nostra posizione nella società. Non sappiamo quali saranno, dopo, i nostri
diritti e doveri. Ma anche in campo sociale, torneremo ad abbracciarci e restare in contatto fisico
come prima?
Quindi, considerando tutte queste cose, non di secondaria importanza, le mie
paure e preoccupazioni, che non hanno riguardato mai la malattia, ma tutto questo "altro", non
sono "Ostie di un vecchio", come dice Guccini, ma preoccupazioni reali, non immaginarie come il virus,
che dovrebbero riguardare tutti. Tutti noi dovremmo diventare dei guerrieri, nel senso in cui lo erano
i nativi americani, per i quali "essere sul sentiero di guerra", era molto più di fare qualche
scaramuccia con i vicini di altre tribù o con i bianchi, ma era il loro modo di esprimere quello
che Pirsig chiama la Qualità, l'entusiasmo, dei Greci, "la follia divina".
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Scrivere è esternare il proprio pensiero agli altri, al di là del tempo e dello spazio che ci separano.
Il pensiero non è un prodotto finito, ma un processo in divenire, sempre incompiuto e perfettibile.
Scrivere è un contributo a migliorare questo nostro Mondo.
Pensare un mondo migliore è un atto d'amore verso gli altri.
Pensare in tanti un mondo migliore è già un 50% della sua realizzazione.
Giovanni
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