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Analisi in chiave economica e razionale della situazione attuale.
Lunedì 19 luglio 2021
Chiunque abbia conservato un minimo di indipendenza intellettuale dai media di regime dovrebbe
aver compreso che l'emergenza da coronavirus è un artefatto. Di seguito farò un
breve inventario delle principali evidenze di cui disponiamo.
Come ammesso dall'OMS, il tasso di letalità del misterioso patogeno, che colpisce
quasi esclusivamente soggetti anziani affetti da comorbidità gravi, è paragonabile
a quello di un'influenza stagionale (0,23% a fine 2020, e 0,15% a marzo 2021).
Nulla a che vedere con le stime monstre di Neil Ferguson, padre di tutti i modellisti apocalittici
sponsorizzati da Big Pharma. A causa della sua bassa letalità, SARS-CoV-2 rientra nel penultimo
livello dei cinque stilati dalle autorità sanitarie statunitensi; un livello che, secondo le
linee guida dell'OMS, richiede solo l'isolamento facoltativo dei malati, mentre esclude
categoricamente misure emergenziali come lockdown, mascherine, chiusura delle scuole, distanziamento,
e vaccinazioni. O meglio, le escludeva fino a quando non si sono cambiate le carte in tavola per
legittimare la più grande campagna vaccinale di tutti i tempi, la cui assurdità è
riassumibile nella seguente domanda: perché l'umanità intera (inclusi i bambini!)
dovrebbe iniettarsi un siero sperimentale dagli effetti avversi sempre più inquietanti e fuori norma,[1]
quando almeno il 99,8% dei contagiati, di cui la stragrande maggioranza asintomatici, guarisce?
La risposta è lapalissiana: perché i vaccini sono il vitello d'oro del terzo millennio, e
l'umanità-gregge è carne da profitto di 'ultima generazione', ovvero in versione cavia.
Proprio alle cavie parlava Mario Draghi (l'uomo della provvidenza delle banche) inaugurando il
Global Health Summit di Roma il 21 maggio scorso: "dobbiamo vaccinare il mondo contro il coronavirus,
e farlo velocemente". Parole sante, subito ribadite in accorato appello da Ezio Mauro:
"abbiamo il dovere di salvare il mondo." In un esercizio di impareggiabile ipocrisia, Mauro
ci dice che "il gap tra i Paesi Poveri e i Paesi Ricchi si supera con un'inversione culturale",
che ovviamente consiste nell'abbracciare la teologia dell'universalismo vaccinale:
"All'universale si risponde solo con l'universale". Amen, con buona pace di Hegel.
Per chi non lo sapesse, in Europa il passaporto sanitario digitale era stato programmato nel 2018,
con attuazione prevista per il 2022. A ridosso dalla 'pandemia' si erano tenuti grandiosi eventi promozionali
come il Global Vaccination Summit (Commissione Europea, Bruxelles, 12 settembre 2019); e il Global
Vaccine Safety Summit (OMS, Ginevra, 2-3 dicembre 2019). Negli USA, il 19 settembre 2019 Donald Trump firmava
l'Ordine Esecutivo 13887, in cui veniva istituita una Task Force con l'obiettivo di lanciare un
"piano nazionale quinquennale per la promozione dell'uso di tecnologie vaccinali più agili e scalabili"
per contrastare l'impatto di "una pandemia influenzale", che, "può diffondersi rapidamente in tutto
il mondo, infettare un numero maggiore di persone e causare alti tassi di malattia e morte nelle
popolazioni senza immunità". Insomma, la tavola era stata apparecchiata con largo anticipo.
Basta poi osservare che la sintomatologia ufficiale del Covid e delle sue varianti (stanchezza, febbre,
tosse secca, perdita di gusto e olfatto, ecc.) è talmente generica che tutti, anche i più sani,
vi si possono riconoscere al primo sternuto; allo stesso tempo, rende la malattia facilmente
riclassificabile come causa di decesso di chi sarebbe comunque passato a miglior vita, sia per anagrafe
che per quadro patologico ampiamente compromesso. La stessa trasmissione per via respiratoria si sposa
perfettamente con le ragioni dell'isolamento, per giustificare il quale si arriva persino a inventare
la categoria molieriana del 'malato asintomatico'.
C'è poi il punto dirimente, la leva di Archimede del 'paradigma corona'. Tutta la sceneggiatura
pandemica - dalla 'curva del contagio' ai 'decessi da Covid'
- si regge sulla farsa del test PCR,
strumento autorizzato alla rilevazione del SARS-CoV-2 da uno studio prodotto in tempi record
dall'equipe del virologo berlinese Christian Drosten, su commissione dell'OMS. Come molti ormai
sapranno, l'inaffidabilità diagnostica del test PCR fu già denunciata dal suo stesso inventore,
il premio Nobel Kary Mullis (malauguratamente scomparso il 7 agosto 2019), e di recente ribadita, tra
gli altri, da 22 esperti di fama internazionale che hanno chiesto lo stralcio dello studio in questione
per evidenti difetti scientifici. Ovviamente la richiesta è caduta nel vuoto.
Autentico motore della pandemia, il test PCR (tampone) si presta a essere abusato in modo simile
a come da bambini si abusava del termometro al mercurio, mettendolo sul termosifone per fingere
la febbre e saltare la scuola. Si tratta di uno strumento che funziona attraverso gli ormai celebri
'cicli di amplificazione' (cycle thresholds): più se ne fanno, più si
sfornano falsi positivi, come
incautamente ammesso persino dal guru Anthony Fauci [...]
[...leggi l'articolo originale...]
Mi fermo qui, nel riportare questo articolo estremamente
esaustivo nell'esplicarci tutto quello che non va nella narrazione ufficiale, ossia tutto
quanto noi terrapiattisti, complottisti vi andiamo dicendo da un anno e mezzo, ma voi continuate
pure a sentire le notizie del TG, che lì e soltanto lì, c'è la garanzia di VERITÀ.
Complimenti ai censori: baciate i vostri figli quando tornate a casa stasera. State costruendo per
loro un mondo meraviglioso!
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Il pensiero non è un prodotto finito, ma un processo in divenire, sempre incompiuto e perfettibile.
Scrivere è un contributo a migliorare questo nostro Mondo.
Pensare un mondo migliore è un atto d'amore verso gli altri.
Pensare in tanti un mondo migliore è già un 50% della sua realizzazione.
Giovanni
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