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Dobbiamo proprio dividerci?
Martedì 9 novembre 2021
In un periodo forse il più buio della storia italiana e del mondo, in cui la tirannia
diventa sempre più manifesta, restringendo a poco a poco diritti e libertà,
reprimendo con la forza bruta della polizia le manifestazioni pacifiche dei
cittadini, vedo dei personaggi che dovrebbero essere i portavoce del dissenso
a quanto sopra, dei leader che dovrebbero, con la loro opera, essere portatori
del Risveglio del popolo, che mai come ora è diventato indispensabile ed
urgente, proprio per contrastare questa deriva anti democratica, operare degli
inutili distinguo sui vari personaggi diventati noti in rete per essere
i guru trainanti di questa grande rivoluzione spontanea che è il rifiuto
della narrazione ufficiale e, sopratutto, dell'uniformazione al pensiero
unico.
Sto parlando di personaggi molto noti che hanno veramente svolto un grande lavoro
nell'essere portavoci della protesta, talvolta molto illustri e colti. Da Monsignor
Carlo Maria Viganò, che si espone in prima persona alla critica dei vertici del
sistema stesso a cui appartiene, al filosofo torinese Diego Fusaro, per arrivare a
chi fa un giornalismo davvero controcorrente, come Massimo Mazzucco, al più
noto Ranucci di Report sul canale Rai3, la TV di stato che paghiamo con i
nostri soldi, ai noti solo in rete come Silver Neruti e così via, fino al noto portuale,
sicuramente ambiguo sindacalista, ma che cristallizza la protesta attorno alla
sua umile figura di, forse, falso ingenuo.
.
Sembrerebbe quasi un dovere nazionale dei ribelli, distinguere il bianco dal nero,
il grano dal loglio, bollando tutti questi personaggi di cui sopra di essere
dei gate keepers, guardiani del cancello che tengono tranquille le deboli menti di
chi non è daccordo con la narrazione ufficiale dei media main stream,
che svolgono, in questa sporca svolta dalla democrazia verso l'autocrazia, un
ruolo più cruciale che non gli organi stessi dello Stato, ebbene dicevo essere, questi
"guardiani", star facendo finta di essere
con coloro che protestano, senza peraltro fare nulla di concreto. Almeno
questa sembra essere l'accusa lanciata ai personaggi citati, tra i quali spicca
vistosamente l'assenza di Morris San, che personalmente mi sembrerebbe uno
dei più ambigui, molto più di quelli citati.
Personalmente ritengo che, se vogliamo ripristinare una parvenza di democrazia
in questo Paese, occorra tenere conto delle infinite sfumature di grigio che possano
essere presenti nel popolo che protesta e, come la biologia insegna, è proprio
la varietà del patrimonio genetico del vivente che garantisce la sopravvivenza
nei periodi difficili, così in uno stato democratico è proprio la pluralità
di vedute a garantire che nessuno venga perseguitato per le sue idee, come con
grande lungimiranza i padri costituenti avevano previsto che potesse accadere
e sta di fatto accadendo.
Ho l'impressione che chi ci mette in guardia da questo o quell'altro dei personaggi
citati, voglia in qualche modo essere la "primadonna" del dissenso,
degli influencer altrimenti non ci sta. Oppure, malignamente, che
chi fa questi discorsi, in un momento in cui occorre far pensare positivo
voglia deprimerci essendo egli stesso il gate keeper che accusa gli
altri di esserlo.
Personalmente ritengo che occorra restare uniti nella pluralità democratica,
perché, quando si ricostruirà questo paese dovremo farlo con gli strumenti
di una Repubblica Democratica, cioè scegliere dei rappresentanti che ci
rappresentino e quindi non potrà essere uno solo!
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Pensare in tanti un mondo migliore è già un 50% della sua realizzazione.
Giovanni
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