"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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Parliamo di consapevolezza
Lunedì 22 novembre 2021


     La mia più grande ossessione, da quando questo incubo, questa paranoia, questa farsa, questa psicosi collettiva è iniziata, è quella di trovare il modo di trovare un linguaggio, una parola grimaldello che possa insinuare il dubbio in quanti ancora credono nel più grande inganno della storia della cultura umana.
     Meglio ancora trovare la chiave che apra le porte della consapevolezza in tutti quelli che CREDONO di pensare con la propria testa, mente, mentre in realtà sono PENSATI, racchiusi nella matrix del controllo mentale.

Parliamo di Consapevolezza e pensiero autonomo.

     Per fare questo occorre domandarsi in primis che cosa sono la mente e la consapevolezza. A prima vista sembrerebbero sinonimi, ma non lo sono. Le mie ricerche e le mie riflessioni, corroborate dagli studi di psicologia, quando questa era una materia "umanistica" e non, come adesso che le materie umanistiche sono scomparse, figlia delle cosiddette "neuroscienze", mi inducono a pensare che il controllo mentale della popolazione sia la chiave del dominio dei pochi sui molti. Questo cambio di prospettiva da umanistico a neuroscienze è il frutto di una filosofia riduzionistica, che tende cioè a voler spiegare il fenomeno complesso, quale può essere la mente, il pensiero, la coscienza con i fenomeni più semplici della trasmissione degli impulsi neurali, degli effetti degli ioni che intervengono nella trasmissione dei segnali nervosi, per esempio, dai nostri apparati sensoriali al cervello che interpreta questi impulsi. Lo studio dei sistemi complessi rivela che questi ultimi non sono la sommatoria dei processi semplici che li compongono, ma nella complessità emergono fenomeni nuovi, di livello superiore, del tutto inspiegabili, se non si assume una visione olistica.
     Anche questa tendenza al riduzionismo è figlia di una filosofia materialistica che da secoli ancora condiziona tutta quanta la scienza, precludendosi di fatto tutta una serie di fenomenologie che nulla hanno di materiale. Come, ad esempio il pensiero. Il pensiero non può essere ridotto ai fenomeni elettrici della trasmissione degli impulsi neurali.
     Poiché il pensiero non può essere smembrato nelle sue componenti materiali più semplici (materialismo e riduzionismo), esso non esiste per la scienza, non può essere oggetto di studio di questa scienza, positivista, materialalista, riduzionista. Ma per sapere che il pensiero è una entità esistente, non occorre scomodare il filosofo, persino un bambino pre-linguistico sa di "pensare".

     Allora come la mettiamo?

     Se si comincia ad insinuare che esistono fenomeni (ed il pensiero è soltanto la punta dell'iceberg) che non possono essere studiati da questa scienza, allora tutta la sicumera di questa "scienza", propagandata come onnipotente dai media, dai politici e persino dai leader religiosi che la pongono sacrilegamente al di sopra di Dio, questa sicumera vacilla!

     Permettemi di tornare al problema iniziale. Quando esprimo anche solo un dubbio personale sulla realtà che stiamo vivendo, con un timido «io non ci credo», subito, tutti, immediatamente mi rispondono «ma i morti?». Ed io mi sento di aver fallito nel mio compito di voler comunicare con chi apparentemente non ha le stesse mie chiavi di criptazione del messaggio, perché possiede chiavi di interpretazione diverse. Spero che sia chiara la metafora matematica sui messaggi cifrati e re-interpretati.

     Probabilmente sono un tipo strano, che tende a non mettere più in discussione le "certezze" acquisite.

Appello all'unità della Resistenza.

     Probabilmente siamo tutti fatti così, solo che le certezze di ognuno sono diverse dalle certezze degli altri. No, io non sono così. Per quasi sessant'anni ho "creduto" nell'eliocentrismo, poi ci ho ragionato su con le mie conoscenze di fisica ed ora non ci credo più.
     Per quasi quarant'anni ho creduto nell'onnipotenza della medicina, poi, considerando i suoi fallimenti, le sue contraddizioni, non ultime quelle esposte più sopra di positivismo, materialismo, riduzionismo, le sue connivenze con l'industria del farmaco che ne traccia le linee guida, e ne esclude altre non economicamente convenienti, da ventisei anni non me ne servo più e sono vivo, vegeto e sano. Mi ammalo e guarisco senza assumere farmaci.
     Ho letto i libri di Noam Chomsky, di Naomi Klein ed ho capito che il sistema economico dominante è marcio, criminale e non si ferma di fronte a nulla pur di fare profitto. Una volta capito il messaggio del film Quinto potere di Sidney Lumet che in televisione è tutto finto e l'unica assente è la VERITÀ, ho spento il televisore perciò sono immune dalla propaganda della pandemia.

Una strana coppia.

     Ma quando mai nella storia della medicina, una malattia con un tasso di mortalità dello 0,08% è stata presa in così grande considerazione?

     Quando mai una simile malattia ha avuto bisogno per esistere di una propaganda mediatica 24 ore su 24?

     Quando mai nella storia della medicina è esistita una malattia che per sapere se ne sei ammalato devi fare un test inaffidabile all'80%?

     Per antica abitudine, vado sempre a leggere gli annunci mortuari nei posti dove vivo. Non ci sono morti!

     Lo capite che in tutto questo i numeri non tornano?

     Permettemi ora di tornare alla ricerca della chiave di cui sopra. Tutto che quello che rientra nel nostro pensiero, ne ho parlato in altri articoli, è frutto delle esperienze dirette personali, che a loro volta si suddividono in esperienze sensoriali, sociali, emotive e di esperienze raccontate da altri. Queste ultime sono le più fragili perché gli altri possono mentire in buona o cattiva fede.

     Eppure tutta la strutturazione del nostro pensiero, o almeno dei ragionamenti che ci portano ad elaborare informazioni su fatti nuovi, si basano tendenzialmente su "esperienze" di questo secondo tipo, già minate alla base da sospetto inquinamento o deviazione dalla realtà dei fatti. Rientrano in questo ampio settore tutte le "conoscenze" acquisite dalla scuola e dai mezzi di informazione: non possiamo ogni giorno verificare tutto personalmente, dobbiamo optare per CREDERE alle informazioni che ci giungono per questa via, in pratica abdicare il nostro insindacabile giudizio, in favore del credito che diamo ai cosiddetti esperti.

     Inoltre, per complicare ulteriormente le cose, gran parte delle dicisioni infinetesimali sulla digitale quotidiana scelta tra VERO o FALSO di ogni tipo di esperienza e/o informazione, avviene in modo del tutto inconscio e non per colpa di Freud, ma semplicemente perché è così che funziona, sopratutto quando ci sono di mezzo le nostre umane ed animali emozioni.

     Quindi tutto il castello di fragili carte che riteniamo, a torto od a ragione, che costituiscono il nostro pensiero "razionale" è come minimo contaminato da scorie emotive e da informazioni false, che abbiamo accumulato nel corso degli anni dalla nascita ad oggi.

     Quindi come fare?

     Non credo che esista una ricetta semplice, ma, nel contempo credo sia semplicissimo darsi delle regole.

     Il Manzoni ha magistralmente descritto la peste del diciassettesimo secolo. Non c'era all'epoca la televisione che la propagandasse e ognuno però poteva constatare che c'erano morti per le strade. Sta succedendo questo? C'è un picco di mortalità anomala? Li guardiamo gli annunci mortuari del luogo in cui viviamo? Come mai per questa pandemia presunta occorre una propaganda giornaliera 24 ore su 24? Come mai i mezzi di informazione sono tutti concordi? A chi appartiene la proprietà di questi mezzi di informazione?

     Ma la domanda sempre risolutiva, di fronte al dubbio è: a chi giova?

     Possibile che siamo così occupati od incapaci, per porci delle domande?

     Io penso che molti degli indecisi, tra la narrazione ufficiale e la visione di noi dissidenti, cadano nella considerazione ultima che «le istituzioni sono essenzialmente "buone", lo fanno per il nostro bene, in fondo non siamo più nelle epoche buie della barbarie, viviamo in stati "democratici"; la medicina è stata inventata per curare e dare benessere a tutti noi...»

     Le cose che vogliono fare i padroni del mondo, ce le dicono in faccia senza mentire. Forum di Davos, Agenda 2030, la cui pubblicità passa sulle reti RAI: ridurre drasticamente la popolazione mondiale, eliminare la proprietà privata per il popolo, traghettarci tutti in un comunismo di tipo cinese a controllo totale sull'individuo...

     Tutto deve essere nell'ottica di un futuro sostenibile e per farci abboccare hanno messo là una fanciulla che sembra bacchettare i politici. Questo futuro sostenibile lo vogliono per noi i maggiori inquinatori del pianeta, ma ciò che danneggia il pianeta sono i nostri gas intestinali!

     Vi abbraccio e vi voglio bene!
     Claudio Giovanni

Articolo n.175: consapevol.php
Sito: chifelio
Tema: 14 - Risveglio della coscienza
Data: 2021-11-22

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