Venerdì 10 aprile 2020
Ho riportato questo breve estratto della nostra Costituzione,
per il motivo che questi sono, secondo me,
i punti cardinali che garantiscono i nostri diritti culturali
fondamentali per le persone che hanno la fortuna di vivere nello Stato
Italiano, ammesso che siamo ancora tutti concordi, oggi, venerdì
10 Aprile 2020, in piena crisi, che questa Entità
esista ancora, altrimenti, ragazzi, ci perdiamo il Diritto per strada
e possiamo davvero scordarci di avere voce in capitolo su qualunque cosa
succeda.
Qualcuno potrebbe obiettare «Che
cosa centrano libertà d'espressione, istruzione e salute tutti
insieme, visto che, sono concetti che appartengono a settori diversi?».
Proprio questa crisi evidenzia una nuova tirannia,
mai prevista prima, per cui questo pericolo non era stato previsto dai Saggi
compilatori di questa Costituzione davvero all'avanguardia per i tempi
in cui è stata redatta. Costituzione che è, secondo il mio
modesto parere, totalmente digiuno di cultura del diritto, da conservare in
toto e non, come vorrebbero alcuni, da smantellare per farsi le loro regole.
Casomai, preso atto di questo nuovo
"pericolo", sarebbe da integrare prevenendolo, invece di
dover "curare" dopo, con altre resistenze partigiane e liberazioni
straniere dal male,
qualunque esso sia. Purtroppo, nel 1947, gli unici pericoli che si
sentivano fortemente erano fascismi e dittature politiche.
La nuova dittatura.
Oggi questo pericolo è rappresentato
dalla dittatura della scienza medica, non tutta la scienza medica, si
badi bene, ma di una parte di essa che si è auto arrogata il
diritto di essere il pensiero unico nel campo della salute e della
malattia, stabilendo dei protocolli, favorevoli ad interessi forti, senza
peraltro coinvolgere scienziati di tutto rispetto, in campo medico, biologico
farmacologico, che dissentono fortemente da questa linea di pensiero unico.
Questa dittatura è molto più subdola
e quindi più pericolosa delle dittature del passato, conosciute e quindi ormai non
costituenti più una minaccia reale.
Per decenni abbiamo creduto di fare cosa buona, ricordando
i tormenti e la soppressione dei diritti civili del periodo che ha preceduto l'ultimo
conflitto bellico mondiale e le vicissitudini delle lotte partigiane che ci hanno allora liberato,
dimenticandoci di vigilare sulle nuove forme che il male potesse assumere.
Ma oggi, cosa più potrà venirci a liberare
da un pericolo, da una minaccia che, subdolamente e lentamente, attraverso i meccanismi
noti come "finestra di Overton",
è venuto ad insinuarsi nelle nostre menti?
È ovvio che mi riferisco alla cosiddetta "pandemia",
la quale prima di tutto, prima di privarci dei nostri diritti, delle nostre libertà, della nostra
economia, delle nostre vite, avrebbe dovuto, come minimo, essere accertata essa stessa senza
ragionevoli dubbi!
Vorrei qui ribadire fortemente che a tutt'oggi,
non esistono prove, oltre ogni ragionevole dubbio, che esista una tale pandemia, che andrebbe accertata
con test affidabili che ancora non esistono. Al di là del fatto che
è stato rilevato un
80% di falsi risultati in entrambi i sensi, il fatto che in televisione e negli altri
media embedded vengano invece sbandierate come prove le cifre non comprovate di morti e contagiati,
non costituisce prova inconfutabile di pandemia, come i suddetti mezzi di informazione sembrano
volere farci credere. Ma quel che è peggio, oltre ad innescare nella popolazione effetti devastanti
di panico ingiustificato, tale pervasive mistificazioni creano concettualizzazioni di eventi che hanno
conseguenze ben più devastanti di "false notizie", in quanto inducono le persone a
"azioni e reazioni" che non si realizzerebbero in assenza di tali disinformazioni.
Non mi riferisco soltanto, ai casi di suicidi
e omicidi,
purtroppo già
avvenuti, che pur di per se stesse, sarebbero già conseguenze gravi, ma altresì ad azioni
tra le persone, indotte da queste "false credenze", come ostilità, delazione di presunti
"untori", fino ad atti pubblici di linciaggio, vero o figurato e infine, quando l'attore
di questi fenomeni agisce come figura di autorità, di forza dell'ordine o di cariche pubbliche,
a prendere provvedimenti che sarebbero del tutto illegali in uno Stato di Diritto, quanto inutili ed
inopportune, in considerazione di altri punti di vista scientifici, aventi pari dignità di "quel
punto di vista" autoinvestitosi come unico detentore di verità. Mi riferisco a misure come le
mascherine ed i guanti, pretesi anche verso di chi non entra in contatto con altre persone, ma anche a
divieti arbitrari come a quello di passeggiare nei boschi o sulle piste ciclabili, impedendo di fatto
quelle attività fisiche che, secondo visioni diverse dal pensiero unico di cui sopra, sarebbero misure
molto più valide di quelle "ufficiali" adottate ormai dalla maggioranza della
popolazione, come guanti e maschere appunto, per mantenere uno stato di salute ottimale.
Imposizioni che avvengono a livello locale, laddove nel livello statale più
autorevole non sono ancora state prese, se mai lo verranno, come le inutili mascherine, considerando le
macroscopiche differenze dimensionali tra la grandezza della porosità delle medesime e le dimensioni
degli agenti patogeni dai quali dovrebbero difenderci. Senza considerare ancora che, il permanere
di questo supporto davante agli organi adibiti all'immissione di aria, creano un ambiente umido
idoneo allo sviluppo di microrganismi anch'essi patogeni, oltre al permanere di ambiente ricco di
anidride carbonica espulsa quale scarto della respirazione.
E ancora stupisce, da parte dei convinti portatori di mascherine, il loro
toglierle per fumarsi una sigaretta, quale espressione della più idiota Weltanschauung
che impedisce loro di cogliere i nessi più fondamentali tra i comportamenti, stili di vita e salute,
anche a fronte degli atteggiamenti verso quelli senza mascherina, da parte di chi sarebbe anche
disposto a far fumare bambini e non fumatori del loro fumo "passivo", piuttosto
che rinunciare alla propria sigaretta.
Se non ci rendiamo conto di avere intrapreso una strada grottesca, nel lungo
cammino della civilizzazione, forse sarebbe bene che il virus, qualora esistesse e fosse davvero
letale, non risparmiasse nessuno sulla faccia del pianeta.
E vediamo infine cosa centra, con questa "presunta pandemia" un
assortimento che sembrerebbe arbitrario, di questa mia breve disamina degli articoli 21, 32, 33, 34 della nostra
Costituzione.
L'articolo 21 mi garantisce, secondo mia scienza e coscienza,
di dissentire
sul fatto che esiste questa cosa chiamata "pandemia". Ne consegue quindi che, se assumo questa
posizione, trovo le misure intraprese illegittime, pur considerando che, se le misure fossero state prese
legalmente, secondo tutto l'iter stabilito innanzitutto dalla Costituzione e dalle Leggi vigenti,
devo, come cittadino osservarle. A tutt'oggi non mi risulta che il DPCM sia stato approvato
dal Parlamento Italiano in quanto esso non si riunisce a causa del provvedimento stesso. Un cane che si
morde la coda o, come dicevo, la fine del Diritto?
L'articolo 32 dispone in materia di salute, quindi fa doppiamente
al caso nostro nell'attuale situazione creatasi. In particolare, quello che mi interessa come
cittadino capace di scelte, in ragione del fatto che sono conoscenza dell'esistenza di diverse
"scuole di pensiero"
riguardo a salute e malattia, idea in totale contrasto con la visione del pensiero medico unico
della medicina ufficiale dogmatica è:
"Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non per disposizione di
legge. La legge non può in nessun caso violare i
limiti imposti dal rispetto della persona umana.", quindi tutto quello che è stato fatto
sino ad ora, risulta essere in palese contrasto con i miei diritti e con quelli dei miei concittadini. Non mi
riferisco soltanto all'uso coatto delle mascherine, quanto piuttosto alle misure restrittive in materia
di movimento e/o attività fisica, che, per come la vedo io, era già di per se stessa una
modalità terapeutica alternativa alla medicina ufficiale, come misura atta a mantenere un "sistema
immunitario" efficiente, quindi già in contrasto con la nostra Costituzione.
Ma voglio spingermi ancora oltre, per prevenire quello che penso, alla luce
degli altri atti già intrapresi da questa Res Publica, potrebbe arrivare in seguito: mi
riferisco alla possibilità non certo remota, visto che da più parti auspicata, vaccinazione
obbligatoria come misura coercitiva per contrastare questa pandemia ancora non provata.
E ancora, sempre in tema con l'articolo 32, se esiste come credo questa arrogante
"medicina ufficiale" dogmatica, essa è anche in grado, mediante una sua branca che è la
specializzazione psichiatrica, di eliminare non solo quelli come me, cittadini dissidenti sulla malattia e sulle
misure intraprese dall'autorità, ma anche tutte le scuole di pensiero alternative ad essa, violando
apertamente e sfacciatamente anche l'articolo 33 che recita:
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
Infine, sempre l'articolo 33, viene già scavalcato di fatto,
fin dalla nascita della nostra Costituzione, laddove
recita: "La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione
ed istituisce scuole
statali per tutti gli ordini e gradi.", dove questo compito dirigenziale istituzionale dello Stato
di fatto viene prevaricato dall'U.N.E.S.C.O., centro mondiale di irraggiamento del pensiero unico
globalista, istituito appositamente a questo scopo.
Se questa ultima cosa non riesce a far riflettere su quanto sia davvero
avvenuto e a domandarci dove fossimo noi mentre tutto quanto semplicemente accadeva, allora il mio
sforzo è stato vano.
Buona lettura degli articoli in questione e grazie per avermi seguito fino qui.
Costituzione Italiana
[...]
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente
il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto
motivato dell'autorità giudiziaria nel caso
di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente
lo autorizzi, o nel caso di violazione delle
norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione
dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e
non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità
giudiziaria, il sequestro della stampa periodica
può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria,
che devono immediatamente, e non mai
oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità
giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro
ore successive, il sequestro s'intende revocato
e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere
generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento
della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli
e tutte le altre manifestazioni contrarie al
buon costume. La legge stabilisce provvedimenti
adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
[...]
Art.32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non per disposizione di
legge. La legge non può in nessun caso violare i
limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Art.33.
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole
statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole
ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle
scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare
ad esse piena libertà e ai loro alunni un
trattamento scolastico equipollente a quello degli
alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione
ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione
di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie,
hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Art.34.
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno
otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi,
hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con
borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
[...].