Sito culturale
di
Giovanni Chifelio

Benvenuti nel blog di Giovanni Chifelio
-Blog - le Vostre opinioni

Sono ormai trascorsi alcuni anni dalla prima apparizione di questo sito. Avendo maturato alcune "capacità programmative", ho deciso di inserire qui un piccolo blog gestito dal mio server casalingo. Con un'avvertenza:
alcune funzionalità del sito -contattami, blog e contatore con data(nella mia lingua madre, il piemontese) e orario- dipendono dal funzionamento del mio server (il mio PC, che uso anche per altre cose, deve essere acceso con SO giusto ed il server funzionante).
   Può accadere che tu tenti di contattarmi in un momento in cui il mio server non è attivo. Spero vivamente che questo non ti scoraggi e che tu voglia provare in un altro momento, in un altro giorno.
   Sono davvero interessato ad altri pareri su cultura, signoraggio, lettura e scrittura, Linux e programmazione, oltre ad altri contributi di storie, romanzi e racconti che sarò ben lieto di ospitare su questo mio sito casalingo ed alla buona.
   Pazienza e coraggio, dunque!
In ogni caso da adesso in poi puoi postare direttamente, cliccando sui vari link in questa pagina
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Questo è un messaggio di prova.
Inserito dall'amministratore per verificare le funzionalità del server.
Dopo la dipartita di un HD che trattiene, oltre ai miei vecchi post, i dati funzionanti del server, che ho dovuto completamente rifare.
Spero tanto che qualcuno inserisca un racconto, un articolo, quasiasi cosa ritenga degna di essere condivisa con gli altri.


Sono a Paesana. Il cielo è "lavorato", come sempre, vale a dire con fastidiose velature.
Certi giorni non vedi un aereo lasciare le scie, ma, più spesso, li vedi andare e venire in tutte le direzioni, lasciando striscie lattiginose che si intersecano, che poi, lentamente, si trasformano in quella pallida "velatura" alla quale siamo ormai assuefatti, abituati inconsciamente dall'esperienza visiva inconscia quotidiana.
Di quali assurdi componenti sono fatte le scie e le velature, noi qui che qui in basso abbiamo la casa, respiriamo, forse non potremo mai davvero saperlo. Certo è che quei componenti non rimangono lassù a lungo, altrimenti non avrebbero motivo di farle e rifarle, e rifarle ancora.
Quei componenti ricadono al suolo secondo il capriccio dei venti e delle correnti. Quando sono al nostro livello, quei componenti entrano nei nostri polmoni. Da lì, forse, entrano nel sangue, e circolano in ogni cellula del nostro corpo, per rimanervi forse per sempre.
Molti di noi -i più deboli- si ammalano forse irrevirsibilmente. Sono in aumento l'Altzhaimer, il Parkinson: l'abbiamo visto nei nostri anziani. Ora sono morti, ma la morte non è stata l'affronto peggiore: la malattia invalidante, la perdita della loro dignità umana è stata la prova peggiore.
Quei componenti delle scie cadono sulle culture, sugli animali; per vie diverse ed infinite entrano nel ciclo del nostro cibo e ancora, infine, nelle nostre cellule, nel nostro organismo.
CHI HA VOLUTO TUTTO QUESTO E PERCHE'?
Forse chi ha avuto questo potere, ha deciso che siamo troppi ed è questo un mezzo per ridimensionare il nostro numero.
Forse, semplicemente, la nostra malattia costituisce un bussiness attraverso il quale chi sta ai vertici del sistema si arricchisce vendendoci i farmaci per tentare di contrastare gli effetti dell'avvelenamento di massa.
Certo è che il fenomeno scie è innegabile e universalmente osservato negli ultimi decenni su tutta la superficie del pianeta.
Abbiamo generato con la nostra cultura un sistema economico mostruoso: esso non è soggetto a nessuna morale.
Di fronte alla possibilità del profitto economico, che è il solo bene supremo nel nostro sistema economico, nulla è considerato abbastanza immorale da sacrificare il profitto stesso. Basta guardare alla storia. L'ultimo conflitto mondiale, che sicuramente ha arricchito l'elite economica mondiale (banche, industria bellica, industria petrolifera, industria farmaceutica; il tutto riassumibile sempre con la parola "banche" (quindi banchieri)) non ha avuto nessuno scrupolo di fronte alla cifra di CINQUANTA MILIONI DI MORTI - 50.000.000.
Così è sempre stato nella storia della nostra "civiltà".
Certe parole vanno virgolettate d'obbligo.
Di fronte a noi stavano, fino a cento anni or sono, culture altre, che avevano sviluppato economie diverse, basate più sulla sopravvivenza del gruppo che non sul concetto astratto di "profitto" e guadagno.
Li abbiamo definiti primitivi, semplici, selvaggi.
Abbiamo "presunto" che noi rappresentassimo una sorta di progresso rispetto alle loro culture e le abbiamo distrutte tutte.
Il problema delle scie è grave ed angosciante, perché minaccia il nostro futuro e quello dei nostri figli, ma le scie non sono che un aspetto della nostra aberrante, malata, disumana economia.
Spero che sapremo risolvere prima di tutto questo impasse tra economia e morale perché è diventato urgente ed ineludibile.