"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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La cultura e il diritto diventano "stati di fatto".

    Mercoledì 11 novembre 2020.

     Prendo spunto da un fatto che ho notato viaggiando sulla rete, per una riflessione sulla direzione che sta prendendo la nostra "comunemente accettata cultura occidentale".
     La cosa che noto sempre più spesso, è che moltissimi siti web impediscono di fatto l'accesso ai contenuti delle loro pagine, se prima non si accetta la loro politica sui cookie. Voglio dire cioè, che non ti pongono davanti ad una scelta "libera e cosciente", ma te li impongono, punto e basta!
     Cerchiamo in rete che cosa sono i cookie. In pratica sono piccolissimi file di codice, i quali fanno azioni altamente specifiche, quali riconoscere l'utente che richiede al server la pagina web, segnalare le preferenze tipo quali pagine e ricerche l'utente ha fatto, quali siti ha visitato, per quanto tempo è rimasto sulla pagina. Questi file vengono immessi dal server nel PC dell'utente e già questo, a parer mio sarebbe alquanto discutibile, anche se questi "biscottini" sono stati propangadati come una comodità, per evitare, ad esempio, che l'utente debba autenticarsi ogni volta sul sito visitato in momenti successivi: l'utente viene "ricordato", grazie a questi files, questi segmenti di programma specifico.
     Questo modo di procedere che ricorda la furberia di Ulisse e del "cavallo di Troia", perché di questo si tratta, mi ricorda anche il modo massonico di "spingere" la cultura in determinati canali, corsie preferenziali, che ci porteranno dove vogliono gli astuti ideatori di questo sistema. Per fare un esempio tra i tanti: oggi si spinge l'eutanasia su casi estremi dove la qualità della vita dei candidati suicidi è estremamente "bassa" -ma chi può valutare questa cosa?-; domani, quando il concetto "eutanasia" sarà universalmente accettato dalla maggioranza degli esseri umani, con un'altra piccolissima spinta si farà accettare che a decidere questo atto non sia più l'individuo, ma il potere costituito, il quale deciderà una soglia di età oltre la quale l'uomo comune non potrà andare. I familiari gli faranno una bella festa, dopo di che, il festeggiato prenderà la pillola della dipartita requiescat in pace amen. Cosa che del resto è sempre stata nei totalitarismi passati, ma così avrà la parvenza di una scelta giusta e libera, quando di fatto non ha e non avrà mai nulla di libero. Si tratta del meccanismo noto come "finestra di Overton", mediante il quale si può fare accettare dalla gente qualsiasi idea per quanto aberrante, malvagia e perversa essa sia. Si veda ad esempio il meccanismo attraverso il quale si sta tentando di far passare la pedofilia per un "normale" orientamento sessuale. Ognuno faccia le sue ricerche in questo campo.
     Tra parentesi, da quando mi sono reso conto di questa dilagante moda dei biscottini, ho smesso di fare le mie ricerche con Google, il campione fra quanti frugano nella nostra "privacy", vendendo i dati di quanto capiscono di noi navigatori, ai loro clienti. Esistono altri motori di ricerca in rete, quali ad esempio, se si usa Seamonkey, DuckDuckGo, che non so quanto sia libero, ma almeno mi tengo lontano da Google, almeno sul PC. Sui dispositivi come i cellulari, non abbiamo scelte: in essi l'imposizione dello stato di fatto è ineludibile: non possiamo comprare telefoni con sistema operativo Linux.
     L'ideale sarebbe fare le nostre ricerche con Tor, se lo si riesce ad installare, che maschera il nostro indirizzo IP e ci permette la navigazione in totale anonimato. Ho smesso anche di usare Firefox, e non navigo mai con sistema operativo Microsoft ed InternetExplorer, altro campione di calpestamento dei nostri diritti fondamentali. Bill adesso, dopo aver venduto a due terzi dell'umanità il suo sistema operativo traballante "di fil di ferro e spago", parafrasando Guccini, vuole vendere a tutti il suo vaccino.
     Dunque dicevo, cerco in rete col telefono "cosa sono i cookie" e prendo il primo della lista che mi presenta Google. Si tratta di Navigaweb.net, che è già uno di quelli che ci avverte in questo modo:

     "Questo sito usa i cookie Google per statistiche, analisi del traffico e pubblicità e condivide con Google indirizzo IP e agente utente."

     Esistono soltanto due opzioni: un minuscolo "+INFO" a sinistra, ed un gigantesco "OK ACCETTO" a destra.
     Non ci sono opzioni diverse anche se i due diversi link sembrerebbero offrire una scelta. Sul "+INFO" viene spiegato maggiormente in dettaglio quanto detto sopra, ma l'opzione "NON VOGLIO I VOSTRI DANNATI COOKIE", per non usare una espressione più colorita, non esiste.
     Tradotto in un linguaggio maggiormente popolare, si potrebbe dire:
     "Se ti piace è così, ma anche se non ti piace è così lo stesso.
     O ancora maggiormente chiaro e brutale: "Tu non conti nulla, sei la merce, non l'utente, non un essere umano titolare di diritti democratici."
     Il sito di cui ho parlato mi ha permesso di leggere lo stesso il contenuto, rimanendo sempre in primo piano la richiesta di accettazione. Non saprei dire se, in questo caso, non avendo accettato, i cookie siano stati lo stesso impiantati nella memoria temporanea del PC. È estremamente difficile, analizzando la cartella "/tmp", individuare di chi siano e quando scompaiono (alcuni hanno una durata limitata). Ma in altri siti, la richiesta di accettazione, non occupa, come in questo caso, soltanto una parte dello schermo, lasciandoci liberi di leggere nella parte restante di schermo, bensì occupa lo schermo intero in primo piano, quindi se non si accetta non si legge nulla. Infine, i più furbastri(!?) ci avvertono semplicemte che, proseguendo con la navigazione, di fatto accettiamo la loro politica dei cookie e questo è quello che si intende con stato di fatto promosso da internet.
     Solitamente abbandono questi siti, anche se mi sembravano interessanti, più per principio che per altro, visto che di fatto non possiamo liberarci da questo modo di fare arrogante, come non riusciamo a liberarci dalle scie chimiche e dai politici corrotti.
     La cosa penosa è che questo modo di procedere denota, negli amministratori dei siti, sia che si parli di codice di programmazione, di giardinaggio, di cultura, persino di terra piatta, una penosa ingordigia economica, che spinge costoro ad accettare ed avallare lo stato di fatto. È proprio in questo campo che cadono quelli che non sono degni della nostra stima, anche se li avevamo giudicati al di sopra di questo "peccato".
     Una prima conseguenza di questo stato di cose è che, ovunque "navighiamo", trovandoci su un sito che avalla quello che io ho chiamato stato di fatto, troveremo inseri di pubblicità personalizzati che rispecchiano tutta la sintesi delle nostre esperienze sulla rete: se abbiamo cercato un frigorifero oppure un cellulare, troveremo sempre fra le righe questo tipo di pubblicità.
     La cosa peggiore è che questo "andazzo", chiamiamolo così, della rete, si è riversato nelle situazioni commerciali e sociali della vita reale.
     Tutta una generazione di giovani, nata già nello "stato di fatto" della rete, non si pone nemmeno il problema, il dubbio che tutto questo sia lecito e trova normalissimo che tutto accada in questo modo, senza sfiorare l'etica, la morale, la giustizia, la "democrazia", tutti valori forti della cultura umana, messi da parte non già per un ragionamento logico, ma per pedestre imitazione dei propri simili. Il che equivale a dire che non siamo davvero più la creatura al sommo del bestiario, ma siamo regrediti al livello delle pecore, "per non dire di peggio" (sempre Guccini).
     Se su internet possiamo evitare di andarci, risolvendo il problema, nella vita reale, non possiamo farci nulla e lo accettiamo in virtù del "così fan tutti". Non possiamo uscire dal gioco della vita, non possiamo uscire dal nostro contesto sociale. Siamo costretti ad accettare coercitivamente cose che non avremmo mai accettato, se non le avessimo imparate navigando sul web. Per poter usare i nostri dispositivi siamo costretti ad accettare condizioni che non accetteremmo per nessun altro bene conosciuto e ci presentano questa cosa, facendoci rispondere ad un questionario nel momento in cui noi accendiamo per la prima volta il nostro dispositivo: se accettiamo quanto è stato stabilito a priori, potremo usarlo, altrimenti non funziona!
     Nella situazione attuale, siamo già tutti predisposti a rinunciare alle nostre libertà ed ai nostri diritti costituzionali perché ci viene posto davanti questa scelta non scelta: se vuoi salvare il tuo corpo dalla morte, cosa che evidentemente non è possibile, poiché ogni cosa che nasce è destinata a morire, devi accettare la mascherina, il tampone, gli arresti domiciliari, l'allontanamento dai tuoi cari e dai tuoi simili, eccetera.
     Spero di aver reso l'idea sullo stato di fatto.

Articolo n.142: statodifatto.php
Sito: chifelio
Tema: 13 - Resistenza alla oppressione
Data: 2020-11-11

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