"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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Scontro tra culture.
Venerdì 21 maggio 2021
Qui e in alto sulla testata il link al mio canale Youtube

Ascolta e vedi se non vuoi o non puoi leggere.Canale YouTube, creato venerdì 16 aprile 2021.


     Due fatti apparentemente sconnessi, accadutimi ieri, mi hanno spinto a fare delle riflessioni, diciamo così, "anomale". Anomale nel senso di cercare di vedere dall'alto due diverse weltanshauung, due visioni opposte del mondo. Oserei dire due culture diverse. E questo sguardo dall'alto sulle culture sarebbe compito dell'antropologia culturale, materia della quale io ho soltanto un'infarinatura grossolana.

     Ciascuno di noi si rende conto che, dall'inizio di questa guerra dichiarata ad una malattia più o meno grave, a seconda dell'appartenenza scelta, o anche solo "tendenza" non ancora sottoscritta in toto, all'una od all'altra delle due visioni alternative, in cui si è scissa dall'inizio del 2020 la nostra cultura globale.

     Ed ancor di più ci si rende conto, che non esiste un linguaggio comune per instaurare un dialogo costruttivo fra le due fazioni. Come se si parlassero due lingue diverse per le quali ancora non si è potuto provvedere ad una traduzione reciproca soddisfacente e comprensibile. Troppi sono gli "a priori", in senso kantiano, che possono far comprendere l'una o l'altra visione alternativa.

     Si sono interrotte amicizie di lunga data e dialoghi persino nella parentela, per la consapevolezza reciproca dell'impossibilità di potersi intendere: gli uni finiscono nella categoria psichiatrica della cultura degli altri, ammesso che entrambe le culture abbiano sviluppato questa categoria. Le nostre parole scivolano o rimbalzano, senza penetrare, farsi una piccola breccia nel dubbio, sullo scudo culturale della parte avversa.

Il mio nuovo canale YouTube, creato venerdì 16 aprile 2021.


     Mi viene in mente, per spiegare questo scontro titanico, l'incontro tra la cultura degli europei ed i nativi americani avvenuto intorno al sedicesimo secolo. Per la presunzione europea, gli indigeni americani erano rimasti all'età della pietra, quando invece essi ci erano voluti rimanere, perché possedevano una ecologia avanzata che ancora oggi noi europei, ossessionati dal voler controllare ed asservire la Natura, ne siamo totalmente sprovvisti e, proprio con la nostra ossessione di avere tutto sotto controllo, facciamo soltanto danni in campo ecologico.
     Per i nativi americani, noi europei, apparentemente umani, diventiamo pazzi per le pietre gialle e questo fatto suscita sgomento in essi.

     Oppure ancora, mi viene in mente, come ho accennato più sopra, all'impossibilità dei pazienti psichiatrici di intendersi con gli psichiatri: questi ultimi vogliono ricondurli nel recinto dei sani, mentre loro, i pazienti psichiatrici ritengono e non a torto, che la società non è sana ma malata e vogliono starne fuori.

     Questa situazione è stata magistralmente descritta da Robert Mainard Pirsig, nei suoi due libri, in quanto lui stesso è stato paziente psichiatrico dopo la perdita del figlio Chris. Per uscirne ha dovuto fingere di essere guarito. Si riesce ad ingannare gli psichiatri, ma se si immettono dei ricercatori che si fingono pazienti psichiatrici, in gruppo di pazienti psichiatrici "veri", questi ultimi li sgamano subito. Nel caso specifico, Robert è stato capace di dare quello sguardo dall'alto che mi proponevo nell'incipit di questo articolo, cogliendo più e meglio degli psichiatri stessi, l'essenza della sua (chiamiamola) malattia o devianza.

     Nel caso nostro come se ne esce?

Ascoltiamo con attenzione le parole di
Monsignor Carlo Maria Viganò del 18 maggio 2021.

     Voglio lasciare aperta, in sospeso questa domanda affinché ognuno vi rifletta.

     Devo però sottolineare che in me, dopo la frustrazione dovuta dalla constatazione dell'incomunicabilità con gli altri, quelli della fazione opposta alla mia, mi è nata una specie di compassione impotente. Dicendo questo, non sto più guardando le cose dall'alto come dovrebbe fare l'antropologo, ma quasi mai vi è riuscito, ma sono sceso nella mia visione del mondo, nella mia cultura, perché suppongo sia migliore di quell'altra ed ho trovato il nocciolo della questione: anche gli altri ritengono la loro cultura migliore della mia. Quindi li capisco, anche se disapprovo.

     Sono io diverso da quella ennesima signora che ieri in un supermercato mi ha detto che devo coprirmi anche il naso?

     Una piccola differenza ci sarebbe: io cerco di convincere, gli altri mi dicono devi. Ma è tutto lì.

     Sto impiegando tutte le mie energie intellettuali per cercare di fare una breccia laddove uno scudo culturale me lo impedisce e provo una grande pena. So che non possiamo salvarli tutti, ma mi dispiace. Se uno dei miei amici o parenti con i quali ho rinunciato a dialogare morisse per essere stato "pungiuto", mi dispiacerebbe.

     Cosa posso dire a quell'amico, con due lauree, molto intelligente e razionale, il quale nella stessa frase mi snocciola il paradosso «ho fatto il c o v i d e ieri mi sono v a c c i n a t o»?

     Possibile che il paradosso sia evidente soltanto a me?

     Se hai avuto la malattia tanto temuta e sei vivo, significa che hai sviluppato gli anticorpi specifici: perché accettare un v a c c i n o sperimentale a quel punto?

     Domenica scorsa, nella borgata che attraverso spesso nei miei video montani, ho incontrato un'anziana signora che non vedevo da molto tempo e mi è venuto spontaneo abbracciarla e baciarla, senza domandarmi se per caso fosse stata pungiuta e potesse contagiarmi. Probabilmente sono da ricovero psichiatrico pure io.

     Vi voglio bene a tutti.

     Claudio Giovanni

Articolo n.161: scontrcult.php
Sito: chifelio
Tema: 10 - Cultura
Data: 2021-05-21

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