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La radio: la trasmissione dei segnali senza fili.
Domenica 20 dicembre 2020

     Stavo finendo di leggere il libro di Carl Sagan, Il mondo infestato dai demoni. La scienza ed il nuovo oscurantismo. e, forse per una idea che ha fatto capolino durante la lettura, ma senza che me ne rendessi conto in modo "conscio", l'idea di Guglielmo Marconi, "presunto padre" delle trasmissioni radio via "etere", e della storia insegnataci a scuola del primo segnale radio, dall'Inghilterra ad un'isola del "nuovo mondo" in Terranova, nord America. Ho fatto un po' di ricerche sulla faccenda e voglio raccontarvi tutto il mio stupore per una scienza che credevamo ormai ben salda nelle sue posizioni, e di tutti i puntelli messi a punto per sorreggere quel suo traballante edificio, che mi ricorda le case fatiscenti in cui, a volte, sono stato costretto dalle circostanze a vivere, ma con l'idea sempre fissa, di potere un giorno trasferirmi in una casa "normale". Non so se tutti possano cogliere l'analogia case-scienza, ma ci proverò, facendo parallelamente delle capatine negli insegnamenti di qualcuno dei padri dell'epistemologia scientifica moderna, in particolare Karl Popper.

    « Dalle piantagioni come dai pulpiti, dai tribunali come dal palazzo del governo gli schiavi si erano sentiti ripetere di continuo che erano ereditariamente inferiori, che Dio aveva deciso per loro una vita di sofferenza. La santa Bibbia, come confermavano innumerevoli passi, ammetteva la schiavitù. Perciò quella «peculiare istituzione» si conservava nonostante la sua natura mostruosa, di cui persino i proprietari di schiavi dovevano essersi resi conto.
     C'era una regola estremamente rivelatrice: gli schiavi dovevano restare ignoranti. Nel Sud, prima della Guerra di secessione, i bianchi che insegnavano a leggere a uno schiavo venivano severamente puniti. «Per rendere contento uno schiavo», scrisse in seguito Bailey, «è necessario fare in modo che non pensi. È necessario offuscarne la visione morale e mentale e, nei limiti del possibile, annientarne il potere della ragione.» Ecco perché i proprietari di schiavi dovevano controllare ciò che gli schiavi udivano, vedevano e pensavano. Ecco perché la lettura e il pensiero critico sono pericolosi, e in effetti anche sovversivi, in una società ingiusta.»[1]

    Quanto sopra, dal libro appena citato di Carl Sagan, per rispondere alla prima e più classica obiezione che mi viene rivolta «Ma per quale ragione dovrebbero mentirci?», quando mi accingo ma parlare dell'indottrinamento delle masse su concetti del tutto estranei alla verità scientifica, che è altra cosa da quanto andremo ad analizzare di "ufficialmente scientifico". A meno che, qualcuno dei lettori sia in grado di dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che oggi noi, risolti quei problemi di razzismo del lontano fine XIX° secolo, si viva, finalmente, in una società giusta.
     Ma incominciamo con

    «PRIMO SEGNALE RADIO[2]
     119 anni fa, esattamente il 12 dicembre 1901, Guglielmo Marconi, il primo a concepire l'idea di usare onde elettromagnetiche per stabilire comunicazioni a distanza[3], sperimentò con successo la prima trasmissione radio transoceanica tra il trasmettitore posto a Poldhu, in Cornovaglia, e la stazione di St. John's di Terranova, un'isola canadese dell'Oceano Atlantico, distanti tra loro oltre 3 mila chilometri.

Guglielmo Marconi ed il suo apparecchio radio.

     Il messaggio conteneva i 3 punti della lettera "S" dell'alfabeto Morse. L'esperimento concluse un ciclo di iniziato già nel 1895 dalla casa paterna di Pontecchio.

     L'anno successivo, il 16 dicembre 1902, venne effettuata la prima trasmissione transatlantica bilaterale tra la stazione di Glace Bay, nel territorio canadese della Nova Scotia, e quella inglese di Poldhu, spalancando le porte all'invenzione della radio.

     Numerosi esperimenti e trasmissioni radio si susseguiranno negli anni. In particolare, degne di rilievo sono: la realizzazione nel 1911 del Centro Radio a onde lunghe di Coltano (Pisa), Da qui partì nel 1931 il segnale che accese le luci del Cristo Redentore di Rio de Janeiro; il salvataggio, nel 1912, dei 705 superstiti del Titanic reso possibile grazie all'invio del segnale di SOS via radio; la realizzazione, nel 1931, della Radio Vaticana, ad onde corte, inaugurata alla presenza di Pio XI che gli conferì la Gran Croce dell'Ordine Piano e il Diploma di socio della Pontificia Accademia delle Scienze.

     Marconi si dedicò anche allo studio delle onde corte a fascio, delle microonde e del radiofaro, ponendo le basi per la realizzazione del forno a microonde e del radar.

     Ha ottenuto prestigiosissimi riconoscimenti, tra cui spicca il Premio Nobel per la fisica (1909), condiviso con il fisico tedesco Carl Ferdinand Braun. Fu Senatore del Regno e Cavaliere di Gran Croce (1914); primo presidente del CNR (Consiglio Nazionaledelle Ricerche) (1928); presidente dell'Accademia d'Italia (1930); presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana (1933).

     Nato il 25 aprile 1874, Marconi morì d'infarto a Roma il 20 luglio 1937, all'età di 63 anni.»

     di Vito Di Ventura

     Lungi da me l'idea di togliere meriti a Guglielmo Marconi, ma solo far notare la differenza di trattamento subito, per esempio, da Nikola Tesla, posto che sia esistito un personaggio che non ha lasciato tracce nei libri di testo, a fronte di straordinarie invenzioni che, si mormora, siano tutte sue, dalla corrente trifase, all'alternatore e motore elettrico, lampade fluorescenti, sfera al plasma, corrente ricavata gratuitamente dal magnetismo che sembra avvolgere la nostra terra. Forse è l'idea di "gratuito" che irrita coloro che scrivono la storia della scienza. Quel Tesla che ha sperimantato l'invio del segnale radio senza fili, quasi un anno prima di Marconi. Io ho controllato i miei libri di testo delle scuole superiori e Nikola Tesla latita rumorosamente, secondo me.
     Perché?

    « ...
     Il giovane Marconi prosegue nei suoi esperimenti anche all'aperto. In campagna aumenta la potenza delle emissioni e la distanza che separa il trasmettitore dal ricevitore, capace di ricevere i segnali dell'alfabeto Morse.

Google Maps ci dà l'esatta distanza della prima trasmissione radio del 1901.

    « L'8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l'apparecchio si dimostra valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, ma anche nel superare gli ostacoli naturali (in questo caso, la collina dietro Villa Griffone). Il colpo di fucile che il maggiordomo Mignani spara in aria per confermare la riuscita dell'esperimento (l'apparecchio aveva vibrato e cantato come un grillo per tre volte) viene considerato l'atto di battesimo della radio in Italia. In precedenza altri sperimentatori avevano infatti ottenuto simili risultati, come Nikola Tesla, che aveva trasmesso a 50 km di distanza all'inizio dello stesso anno in un collegamento a West Point, mentre il russo Aleksandr Popov aveva realizzato un ricevitore di onde radio nel maggio dello stesso anno.
     ...
     Marconi concentra successivamente le sue ricerche verso l'Atlantico, convinto che le onde possano varcare l'oceano seguendo la curvatura della Terra. Nel novembre del 1901 a Poldhu, in Cornovaglia, installa un grande trasmettitore la cui antenna di 130 metri è costituita da sessanta fili tesi a ventaglio tra due piloni alti 49 metri e distanti fra di loro 61. Poi s'imbarca per St. John's di Terranova con gli assistenti Kemp e Paget. I due luoghi, separati dall'oceano Atlantico, distano fra di loro oltre 3.000 chilometri. Il 12 dicembre 1901 ha luogo la comunicazione che costituisce il primo segnale radio transoceanico. Il messaggio ricevuto è composto da tre punti, la lettera S del codice Morse. Per raggiungere Terranova ha dovuto rimbalzare due volte sulla ionosfera. Una contestazione recente è stata presentata dal dottor Jack Belrose: basandosi sia su considerazioni teoriche che su tentativi di ripetizione dell'esperimento egli crede che Marconi abbia udito solamente disturbi atmosferici scambiati per un segnale.»[4]

     E qui viene il bello.
     Calcoli curvatura primo segnale Marconi

Schema in scala della distanza della prima trasmissione radio del 1901.

    A me personalmente sorge un problema a questo punto. Premetto che la mia formazione è meccanica, e della natura dei fenomeni elettromagnetici, come le onde radio, della luce e quant'altro, ne capisco poco, solo il minimo necessario. Di sicuro luce e onde radio appartengono allo stesso "insieme" di fenomeni, come i raggi "X", i raggi infrarossi, i suoni etc. e che tutti loro viaggiano in linea retta. Questo fatto rappresenta un grosso problema per il modello della terra a forma di globo: come un raggio di luce, secondo questo modello, partito da Poldhu, non può raggiungere direttamente l'isola di St. Jonh's in Terranova, non vi riesce nemmeno il segnale radio.
     Come si vede dal disegno a sinistra, in mezzo fra i due punti c'è una montagna alta 217 Km, o, se vogliamo, il ricevente si trova 854 Km sotto la linea retta tangente alla sfera da Poldhu, che possono percorrere i raggi di propagazione maggiormente prossimi alla stazione ricevente.
     Una montagna davvero molto alta e le montagna, si sa, sono un bell'ostacolo per entrambi i fenomeni. Per esempio, io ho vissuto per un periodo in una vecchia casa, dai muri molto spessi, che si trovava, rispetto al ripetitore dei segnali radio dei cellulari, dietro ad altre vecchie case, e, per avere un segnale dovevo uscire all'aperto. Non c'era modo di ricevere il segnale in casa. E oggi è tutto pieno di ripetitori! Lo stesso fenomeno col telefono cellulare mi succede quando cammino nei boschi dell'alta valle Po: ci sono certi valloni che non sono raggiungibili, per quanto strategicamente in alto sulle cime siano posti i ripetitori.
     La scienza umana, dicono, procede con piedi di piombo e non si può rinnegare il paradigma del globo, solo perché le onde radio raggiungono posti irraggiungibili e cominciare a pensare che la terra sia piatta. Ci vuol ben altro!
     Allora, per continuare a sostenere una teoria che deve essere così a tutti i costi, perché lo scientismo non potrebbe fare marcia indietro sul modello del globo, ci perderebbe la faccia, si sono inventati che la ionosfera riflette verso il basso le onde radio, rimbalzanbo come le palle contro la sponda del biliardo. È la stessa WikiPedia, fonte ufficiale, divina, di tutta la conoscenza, che ce lo dice chiaro «Per raggiungere Terranova ha dovuto rimbalzare due volte sulla ionosfera.»
     Ma andiamo ad indagare su questa magica "ionosfera", alla fonte stessa del moderno sapere umano. Nel disegno in alto a sinistra, essa è rappresentata, alla scala esatta dal cerchio discontinuo color "Ciano", appena al di sopra della superfice terrestre, secondo le misure fornite da loro stessi. Sempre secondo le stesse loro misure, il cerchio "Fucsia" discontinuo, rappresenta invece l'inizio delle fasce di Van Allen.

    « IONOSFERA[5]
     La ionosfera è la fascia dell'atmosfera terrestre nella quale le radiazioni del Sole, e in misura molto minore i raggi cosmici provenienti dallo spazio, provocano la ionizzazione dei gas componenti. Estesa fra i 60 e i 1000 km di altitudine e dunque appartenente parzialmente sia alla mesosfera sia alla termosfera, può essere ulteriormente divisa in strati evidenziandone le diverse proprietà elettriche, dovute alle variazioni di composizione e dell'intensità di radiazione solare ricevuta.»

     Subito all'inizio della definizione della Ionosfera, WikiPedia ci rimanda alla definizione di "atmosfera", riportata più sotto e qui mi si presenta immediatamente un altro problema, causato principalmente dalla mia formazione che definivo "meccanica".

    « Atmosfera terrestre[6]
     L'atmosfera terrestre è l'involucro di gas che riveste il pianeta Terra, trattenuto dalla forza di gravità, partecipando in massima parte alla sua rotazione: con una composizione chimica varia, possiede una struttura piuttosto complessa e suddivisa in cinque strati, chiamati sfere, ricavata in base all'inversione del suo gradiente termico verticale, che partendo dal basso sono: troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera, ionosfera ed esosfera, con la superficie di discontinuità tra due strati dove ha luogo l'inversione del segno detta "pausa". Lo studio dell'atmosfera in tutti i suoi aspetti rientra nel vasto ambito e discipline delle scienze dell'atmosfera.»

    E qui entra in ballo la mia formazione "meccanica". Alla base della meccanica che serve alla progettazione e realizzazione delle parti e attrezzature meccaniche, che servono per le lavorazioni meccaniche stesse, c'è la fisica dinamica e e la fluido dinamica. Questo è un fatto. Non è colpa di nessuno se è così. È così e basta e non ha da essere dimostrato all'infinito, come dovrebbe fare la scienza, "fino a prova contraria", che sono poi i criteri essenziali della epistemologia scientifica: una ipotesi deve essere verificata di continuo e deve poter essere falsificabile, se non lo è, siamo nel campo della "metafisica", tanto disprezzata dagli scientisti, che però la usano, quando fa loro comodo, come nel caso della riflessione delle onde radio oppure, e questo è il primo punto che interessa qui, «L'atmosfera terrestre è l'involucro di gas che riveste il pianeta Terra, trattenuto dalla forza di gravità...»
     La "forza di gravità" è una ipotesi lanciata dal Newton, il cui motto era «Ipotesi non fingo...», mai sperimentalmente dimostrata, anche se sono stati fatti molti tentativi falliti. Non dimentichiamo che su di essa si regge tutto l'eliocentrismo, ossia quel delicatissimo equilibrio tra la forza primaria impressa ai corpi celesti dal Big Bang iniziale che avviò detti corpi a moto rettilineo accelerato, e la forza di attrazione magica, quindi metafisica, di gravità, che li trattiene nel moto ellittico attorno a corpi più grandi. Argomento di cui ho discusso nella bella favola, sia nell'articolo sull'ingeger Marco Todeschini.
     Ancora una premessa. Anche se non è specificatamente detto, perché lo scientismo, spesso glissa o sorvola per evitare di impantanarsi in sentieri pericolosi, alla fine di tutti gli strati in cui è stata suddivisa l'atmosfera terrestre, troviamo il vuoto dello spazio interplanetario, altra ipotesi di Newton per tenere in funzione per miliardi di anni, non un singolo orologio senza perni fissati, ma molteplici orologi, di questa fatta, ossia tutti i sistemi "solari" di molte stelle e galassie. Ma questo lo troveremo più avanti, sempre nella fonte universale della conoscenza.[7]

Immagine di un compressore d'aria.
Curioso che abbia il nome dello
scienziato discusso. La parte
arancio è il contenitore nel quale
viene compresso il fluido "aria".

     Ora due cosette tratte dal regno delle competenze meccaniche. Bisogna ammettere che, pur essendo "primitive" le nostre conoscenze meccaniche (apparirà chiaro in seguito perché la meccanica classica venga tacciata di primitività dalla fonte del sapere), siamo in grado di costruire compressori, i quali hanno la duplice funzione, sia di mandare in pressione un fluido che di creare vuoto, ne facciamo poi un uso molto banale, come espellere trucioli da un foro appena fatto o appena filettato: l'aria in pressione entra nei fori suddetti con velocità e pressione tali da espellere tutto quanto vi sia di indesiderato in detti fori. Oppure usiamo l'aria compressa per cilindri pneumatici che assolvono compiti di movimentazione o altro, nei sistemi automatizzati meccanici.
     La prima cosa è che per creare un ambiente in cui un fluido sia "in pressione" serve un contenitore che contenga il fluido: in genere la parte cilindrica grande del nostro compressore.
     La seconda cosa è che se colleghiamo il filtro aspiratore del compressore ad un altro recipiente chiuso ermeticamente, creiamo in esso un ambiente che "tende ad essere vuoto" nello stesso tempo in cui creiamo pressione nel primo contenitore. In altre parole non facciamo che trasferire fluido dal secondo contenitore al primo.[8]
     Non resta che un ultimo tassello da contrapporre all'idea che «l'involucro di gas che riveste il pianeta Terra, trattenuto dalla forza di gravità», atmosfera che, lungi dall'essere contenuta in un contenitore ermetico, per lo "scientismo ufficiale", è contenuta dal vuoto interplanetario.
     Ora, scusatemi se torno sempre nel mio territorio, ma è la sola cosa che conosco. Come accennato più sopra, noi meccanici utilizziamo l'aria compressa per macchinari pneumatici a cilindri che usano l'aria compressa stessa, come energia facilmente immagazzinabile nei contenitori ermetici dei compressori. Ma di più, abbiamo inventato anche sistemi di sollevamento a vuoto pneumatico, che sono l'altra faccia della medaglia del fluido compresso.
     Riporto soltanto una pubblicità di un sito che vende questi sistemi di sollevamento a vuoto pneumatico, per far comprendere la forza che ha il vuoto. Cercate voi stessi sulla rete "sistemi di sollevamento a vuoto pneumatico": non fidatevi della mia parola!

    « VENTOSE PER SOLLEVAMENTO | SISTEMI DI SOLLEVAMENTO TRAMITE IL VUOTO
     Da diversi anni, anche nella movimentazione dei materiali lapidei è diffuso l'uso delle ventose che, abbinate ad impianti di sollevamento, consentono di movimentare materiali non porosi sfruttando la depressione creata da un generatore di vuoto e circoscritta dalla superficie della ventosa o delle ventose che fanno presa sul materiale da sollevare.
     Le nostre ventose:
     Hanno portata da 50 a 3000 kg...»

     Ma vi rendete conto? Con un semplice sistema a vuoto creato con un compressore-pompa riusciamo a sollevare fino a 3'000 Kg, 3 tonnellate e dovremmo credere che la forza di gravità trattiene la nostra atmosfera attorno alla terra a dispetto dell'immane potenza di diluizione di tutto il vuoto interplanetario che la circonda?
     Ma continuiamo ad analizzare la "benedetta" ionosfera, che favorisce le comunicazioni radio sulla palla.

    « La ionosfera svolge un ruolo importante in alcune applicazioni radio a causa delle peculiari proprietà elettriche sopra citate; sotto opportune condizioni un'onda a radiofrequenza incidente su uno strato ionizzato può essere totalmente riflessa a causa della saturazione elettronica della materia, al contrario di quanto accade nell'atmosfera non ionizzata il cui indice di rifrazione presenta variazioni generalmente troppo piccole per produrre la riflessione totale di un'onda, che in parte viene assorbita e dispersa. Di conseguenza è possibile utilizzare un modello di propagazione basato su riflessioni multiple fra la superficie terrestre e la ionosfera. Questo tipo di propagazione è abbastanza efficiente per frequenze inferiori ai 30 MHz, le cosiddette onde corte, tipicamente utilizzate dalle trasmissioni radioamatoriali.
     ...
     Strato F
     Si estende fra i 130 e i 450 km di altitudine. Il gas ionizzato è l'ossigeno atomico (O). Di giorno lo strato F si divide in due ulteriori sottostrati, F1 (interno) ed F2 (esterno), in cui la ionizzazione assume proprietà differenti; sono detti "strati Appleton", da Edward Victor Appleton che li studiò. Lo strato F1 si estende fino a circa 240 km e contiene principalmente ioni NO+, nello strato F2, che si estende oltre la quota di circa 240 km, sono presenti soprattutto ioni O+. La regione F è la più importante dal punto di vista delle comunicazioni HF perché in essa si raggiungono le massime concentrazioni di densità elettronica, che ne fanno la più spessa e la più riflettiva.
     Applicazioni radio
     Un'onda radio che raggiunge la ionosfera forza gli elettroni liberi a oscillare alla stessa frequenza del suo campo elettrico. Se l'energia di oscillazione non viene persa per ricombinazione, cioè se la frequenza di ricombinazione è minore della frequenza dell'onda, gli elettroni cesseranno di oscillare reirradiando l'onda verso terra. Maggiore è la frequenza dell'onda incidente, maggiore sarà il numero di cariche libere necessarie per reirradiare l'onda. Nel caso non ci siano abbastanza cariche pronte ad oscillare, la riflessione totale e quindi la propagazione ionosferica non possono avvenire.
     ...
     L'angolo di incidenza è limitato inferiormente dalla curvatura terrestre; anche utilizzando un'antenna ad un angolo di elevazione bassissimo, non è possibile ridurre l'angolo di incidenza sotto un certo valore; pertanto, la propagazione ionosferica non ha mai luogo a frequenze maggiori di 3 - 3,5 volte la frequenza critica. Per lo strato F2, che è quello maggiormente ionizzato, questo valore-limite (MUF, maximum usable frequency) vale circa 30 MHz. Per ovviare si usano i ripetitori.»

     Qui mi sorge un interrogativo sul funzionamento dei moderni cellulari, i quali vanno in assenza di segnale appena si trovano dietro ad un muro di pietra od in un vallone, in un mondo estremamente popolato di ripetitori, quando agli inizii del XX° secolo, tutto funzionava senza di essi, superando persino la curvatura terrestre. Sicuramente questo è un "mistero" della stessa categoria di quelli escatologici, il che rende lo scientismo moderno, assai simile alle superstizioni religiose, che la scienza ha, con fatica, scacciato dalla mente della gente e dalla cultura condivisa, facendolo rientrare per proprio comodo.
     A questo punto, in cui mi sembra di aver seminato abbastanza dubbi sullo scientismo che trionfa sulla stessa ragione che lo dovrebbe sostenere, non rimarrebbe che analizzare che cosa siano le radiazioni elettromagnetiche.

    « In fisica la radiazione elettromagnetica (o radiazione γ, gamma) è la radiazione dell'energia nel campo elettromagnetico.
     Si tratta di un fenomeno sia ondulatorio, sia corpuscolare:
     il fenomeno ondulatorio è dato da un'onda nel campo elettrico e nel campo magnetico ed è descritto matematicamente come soluzione dell'equazione delle onde, a sua volta ottenuta a partire dalle equazioni di Maxwell secondo la teoria dell'elettrodinamica classica.

EM Spectrum Properties it
https://it.wikipedia.org/wiki/Spettro_elettromagnetico

     ...
     La radiazione elettromagnetica può propagarsi nel vuoto, come ad esempio lo spazio interplanetario, in mezzi poco densi come l'atmosfera, oppure in strutture guidanti come le guide d'onda. Le applicazioni tecnologiche che sfruttano la radiazione elettromagnetica sono svariate. In generale si possono distinguere due macrofamiglie applicative: nella prima figurano le onde elettromagnetiche utilizzate per trasportare informazioni (radiocomunicazioni come radio, televisione, telefoni cellulari, satelliti artificiali, radar, radiografie), nella seconda quelle per trasportare energia, come il forno a microonde.[10]
     Le onde elettromagnetiche furono predette teoricamente prima di essere rilevate sperimentalmente: le equazioni di Maxwell, che riassumono l'elettromagnetismo classico, ammettono una soluzione ondulatoria propagantesi nel vuoto alla velocità della luce. Furono poi le esperienze di Hertz a confermare l'esistenza delle cosiddette "onde hertziane", ed a misurarne la velocità. L'esperimento di Michelson-Morley provò l'indipendenza della velocità della luce dalla direzione di propagazione e, grazie ad altre esperienze che attualmente si considerano sufficienti a falsificare le cosiddette teorie balistiche della luce, viene oggi considerata l'esperienza cruciale che mise in crisi la meccanica classica richiedendo la formulazione della relatività ristretta. È sulla base di tale teoria, una delle teorie meglio controllate empiricamente, che è possibile enunciare le proprietà della radiazione elettromagnetica nel vuoto.
     Gli studi sull'effetto fotoelettrico, tra i quali spicca il contributo del 1905 di Albert Einstein (che gli valse il premio Nobel), evidenziarono l'esistenza di una frequenza di soglia sotto la quale tale effetto non ha luogo, indipendentemente dall'intensità (ampiezza) della radiazione incidente. Esperienze correlate, quali la misura dello spettro di corpo nero, ed i relativi tentativi di giustificazione teorica, indussero i fisici dell'inizio del secolo scorso a riaprire il secolare dibattito sulla natura della luce, di cui le equazioni di Maxwell sembravano costituire la soluzione definitiva, introducendo la nozione di quanto di energia. Il quanto di radiazione elettromagnetica prende il nome di fotone ed è una particella (nel senso della meccanica quantistica) che segue la statistica di Bose-Einstein, ovvero un bosone.
    ...
     La velocità di propagazione di un'onda elettromagnetica è indipendente dalla velocità della sorgente, dalla direzione di propagazione, e dalla velocità dell'osservatore. La velocità dipende soltanto dal mezzo in cui si propaga la radiazione, e nel vuoto è pari alla velocità della luce, la quale è l'esempio più noto di onda elettromagnetica.
     La velocità della luce nel vuoto si indica in genere con la lettera c ed il suo valore numerico, misurato con grande precisione, in unità del sistema internazionale è 299 792 458 m/s. È importante notare che tale valore è stato assunto come esatto: ciò vuol dire che la velocità della luce è posta per definizione uguale a c, e per questo motivo essa non è affetta da alcuna incertezza, al contrario di ciò che avviene per i valori che derivano da un processo di misura. Quest'assunzione ha comportato anche la modifica della definizione del metro.» [9]

    Al di là del fatto che in questo breve estratto di WikiPedia si violano le più elementari nozioni epistemologiche sulla ricerca scientifica, si rivela qui, in alcuni periodi, una tronfia arroganza per costruire una "tautologia" della fisica quantistica, verso la quale, la fisica "classica" non potrà più, secondo questi scientisti, fare nessun tipo di appello ad una corte di grado superiore, in base anche all'emergere futuro di nuovi dati.
     Ci sarebbe ancora un problema da affrontare: quello del vuoto. Il vuoto assoluto, si mormora, è estremamente difficile, impossibile da ottenere. È un qualcosa che sicuramente non si trova in natura, nella nostra natura. Eppure lo scientismo, da Newton in poi (fino a pochi anni prima, Cartesio riteneva tutto lo spazio interplanetario colmo di "etere", che non era una idea sua, ma risale agli antichi greci) ritiene che la natura, l'intero universo sia colmo di vuoto, il che, secondo il mio modesto parere è paradossale, visto che per loro stessa ammissione, questa "entità vuoto" «non si trova in natura». Si veda, a questo proposito, la nota [8]
     Come si può sostenere, mi chiedo io nella mia totale ignoranza di questi fenomeni, che delle minuscole particelle, i fotoni, o quanti di energia, viaggino nello spazio dell'universo per anni luce?
     Quanta energia è necessaria per spararli in tutte le direzioni come fa il sole e tutte le stelle?
     Quanta energia serve per una trasmissione radio-televisiva dalla luna alla terra?
    Era disponibile nel 1969 una tecnologia in grado di fornire l'energia necessaria?
     È disponibile oggi una tecnologia in grado di fornire l'energia necessaria per trasmettere da Marte dei dati?
     Come mai la luce, che è soltanto un caso particolare di radiazione elettromagnetica, non viene riflessa dalla ionosfera come le onde radio, illuminando tutto il globo contemporaneamente, facendoci risparmiare sulle bollette della luce?
     Ma la domanda più importante di tutte, secondo me, è:
     le "certezze" di questo scientismo tronfio, sono falsificabili?
     È falsificabile la teoria della relatività?
     È falsificabile l'evoluzionismo?
     È falsificabile l'eliocentrismo?
     È falsificabile la visione "quantistica" delle onde elettromagnetiche? E la visione ondulatoria delle onde elettromagnetiche lo è?
     Le domande che sorgono sono infinite, per chiunque abbia una mente aperta. Personalmente ritengo che questo scientismo dilagante abbia come unico scopo di difendere il traballante paradigma dell'eliocentrismo, puntellando ogni dove sia necessario. Ma questo edificio, che gli ingegeri civili dovrebbero definire "pericolante", quindi non abitabile, a meno di una urgente riparazione da parte di tecnici competenti, non di accumulatori di dati sperimentali, che non sanno cosa misurano e possono scegliere soltanto tra la posizione della particella o la sua velocità.
     Si accenna in questo ultimo brano citato da WikiPedia all'esperimento Michelson-Morley, che avrebbe dimostrato «l'indipendenza della velocità della luce dalla direzione di propagazione...». A questo proposito, occorre far notare che tale ingegnoso esperimento avrebbe dovuto far rilevare anche la velocità del movimento terrestre intorno al sole, che dovrebbe essere di 30km/sec.

    «... si dice, nessun moto della Terra e' stato accertato. Ma di quale presumibile moto della Terra si sta parlando? Se si esamina la letteratura, si vede che tutti sono convinti, da Galileo in poi, che la Terra si MUOVA, e in effetti non si puo' negare che essa si muove realmente, a circa 30 Km/sec, in un riferimento centrato nel Sole. Ma questo movimento ha qualcosa a che vedere con un eventuale moto della Terra rispetto all'etere?? E' ovvio che se concepiamo l'etere come qualcosa di solidale con il Sole, allora questi 30 Km/sec dovrebbero essere rilevati dall'interferometro di MM, ma bisogna per forza concepire l'etere in questo modo? Non c'e' bisogno di essere troppo eruditi in storia della scienza per sapere che proprio le primissime teorie dell'etere "moderne" (Cartesio, Leibniz) lo concepivano in tutt'altro modo, cioe' come un "vortice" intorno al Sole: un modello che porterebbe a concludere, sempre parlando rozzamente, come purtroppo d'uso anche nelle discussioni di tipo piu' avanzato, che la velocita' assoluta dei pianeti trascinati dal vortice d'etere e' molto piu' vicina allo zero, che non ai 30 Km/sec precedenti, nel caso della Terra! In altre parole, il "risultato nullo" dell'esperimento di MM non dovrebbe dare alcun fastidio concettuale a un "cartesiano"...»[11]

     Ritroviamo qui la stessa posizione assunta dall'ingegner Marco Todeschini, che ha ben dimostrato con formule matematiche rigorose, quanto qui affermato, ma non soltanto per quello che potremmo definire "l'universo dei fenomeni macroscopici", ma anche per l'universo subatomico, riportando la fisica delle particelle sotto l'egida della fisica classica che WikiPedia pretenderebbe anacronistica, morta e sepolta.

     Bene, a questo punto, dopo la contestazione puntuale di molti assunti dello scientismo dilagante nella nostra cultura, il cui esempio maggiormente illuminante è oggigiorno la narrazione "ufficiale" della presunta emergenza pandemica, nella quale vengono censurati in ogni modo, pareri autorevoli discordanti, non resta che tracciare a grandi linee le direttive che Karl Popper ha voluto dare al metodo scientifico.

Sulle tracce della scoperta della radio trasmissione

KARL POPPER

     Tratto da:
     https://sociologicamente.it/karl-popper-e-lepistemologia-moderna-la-storia-del-tacchino-induttivista/
     Karl Popper è uno degli esponenti più rappresentativi nell'ambito epistemologico moderno.
     L'epistemologia è lo studio dei princìpi, delle ipotesi e dei risultati delle diverse scienze. A differenza del positivismo, che fa della controllabilità empirica l'unico criterio per verificare la validità o meno di una conoscenza e di conseguenza fa della scienza l'unico sapere accettabile. Per l'epistemologia, invece, la scienza procede per congetture e confutazioni, senza essere quindi in grado di giungere ad una verità completa, ma solo ad un sapere temporaneo e in continua evoluzione.

     Questione di verificabilità

     Nella sua opera "Logica della scoperta scientifica" (1934), Popper sferra una critica nei confronti dell'empirismo logico e dell'induttivismo, i quali si fondano sul principio di verificazione, secondo il quale una proposizione scientifica può essere considerata tale solo se è empiricamente verificabile. Secondo il filosofo austriaco, infatti, il principio di verificazione è un'utopia, in quanto le teorie scientifiche non sono mai verificate empiricamente, dal momento che necessiterebbero di un numero infinito di prove. La critica al principio di verificazione fa sollevare il problema della demarcazione, cioè trovare un nuovo principio per stabilire una distinzione tra ciò che è scientifico e ciò che non lo è. Le confutazioni non devono, però, essere considerate un fallimento o un insuccesso, poiché costituiscono un passo avanti nella conoscenza.

     Fiducia nel realismo

     Popper ritiene che "la nostra conoscenza si accresce nella misura in cui impariamo dagli errori". Inoltre, le confutazioni sono alla base della fiducia del filosofo austriaco nel realismo, cioè l'idea che esiste una realtà indipendente da noi e dalla nostra conoscenza. Quando una teoria scientifica entra in conflitto con la realtà delle cose, viene confutata e smentita in quanto ha fornito della realtà una descrizione sbagliata. Ne consegue che le teorie scientifiche non possono essere mai considerate definitive e si parla perciò di realismo critico. Viene perciò individuato un nuovo principio, il principio di falsificazione, secondo il quale una proposizione scientifica può essere considerata tale solo se suscettibile di controllo empirico e, quindi, può essere falsificata, cioè confutata o smentita dall'esperienza.

     Il tacchino induttivista

     La differenza sostanziale tra falsificazione e verificazione è il fatto, che anche con molteplici conferme, non si può giungere alla verità, mentre basta un solo fatto negativo per confutarla. Esempio: un tacchino, in un allevamento statunitense, decise di formarsi una visione del mondo basata sulla scienza. Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che nell'allevamento in cui era stato portato gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino.
     E da buon induttivista non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni più disparate.
     Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un'inferenza induttiva come questa: "Mi danno il cibo alle 9 del mattino". Questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando invece di venir nutrito, fu sgozzato.
     Secondo Popper, l'unico metodo scientifico valido è il metodo ipotetico-deduttivo, basato sul mettere alla prova l'ipotesi teorica tramite le asserzioni che se ne possono dedurre, presupponendo l'obbligo, per il ricercatore, di formulare le sue asserzioni in modo tale che esse siano falsificabili.

     L'esperienza secondo Popper

     Per il positivismo, una teoria è scientifica nella misura in cui può essere verificata dall'esperienza. Per Popper questo concetto è un'utopia, in quanto una conoscenza non può essere definita certa se si prendono in considerazione dei dati e dei casi che sono di numero infinito. Si può quindi dire che una teoria è considerata scientifica nella misura in cui viene smentita dall'esperienza; ci troviamo solo così nel campo della possibilità in quanto è possibile trovare in un enunciato un conflitto con un eventuale osservazione. Più sono i falsificatori possibili di una teoria, più questa è scientifica. Bisogna però fare 3 osservazioni sul criterio di falsificabilità.

     3 considerazioni sulla falsificabilità

     1) In primo luogo, bisogna tenere in considerazione il fatto che anche una teoria già falsificata può essere nuovamente falsificabile. Infatti una teoria smentita dall'esperienza è definitiva dal punto di vista logico, ma non da quello concreto e metodologico.
     2) In secondo luogo, una teoria che è stata confutata non deve essere immediatamente eliminata dal campo scientifico, ma questo può avvenire solo nel momento in cui non se ne trova una migliore.
     3) In terzo luogo, la teoria di falsificabilità non fa una distinzione tra significanza scientifica e insignificanza non scientifica, a differenza del positivismo che dà per vero ciò che è scientifico e per falso ciò che non lo è.

     Cosa è scientifico?

     Il criterio di falsificabilità è una linea di demarcazione che differenzia, all'interno di ciò che ha senso, le teorie scientifiche da quelle non scientifiche. Dal momento che ogni teoria scientifica è suscettibile di smentite, la verità è un problema sempre aperto, non è mai raggiunta in maniera definitiva. Tra il principio di verificazione e quello di falsificazione si instaura un'evidente asimmetria logica: nel principio di verificazione l'esperienza serve a verificare, mentre nel principio di falsificazione serve a confutare; inoltre, nel principio di verificazione occorrerebbero infinite prove per verificare una teoria, mentre nel principio di falsificazione ne basterebbe solo una per confutare la teoria. L'individuazione del principio di falsificazione consente di operare la demarcazione tra ciò che è scientifico e ciò che non lo è, come ad esempio la metafisica. Infatti, le proposizioni metafisiche riguardano ciò che si trova al di là dei fenomeni e, quindi, non può essere osservato e confutato. Nonostante ciò, Popper ritiene che molte proposizioni metafisiche abbiano avuto un ruolo determinante nello sviluppo della scienza.

     Barbara Petrano

    Ho riportato qui una pagina estremamente semplicistica dell'epistemologia di Karl Popper. In realtà le cose sono molto più complesse, ma ritenevo di non addentrarmi troppo in tali sottigliezze e riportare soltanto punti essenziali facilmente comprensibili.
     Risulta abbastanza evidente, a fronte di paletti epistemologici come questi «Per l'epistemologia, invece, la scienza procede per congetture e confutazioni, senza essere quindi in grado di giungere ad una verità completa, ma solo ad un sapere temporaneo e in continua evoluzione.
    ...
     le teorie scientifiche non sono mai verificate empiricamente, dal momento che necessiterebbero di un numero infinito di prove.»
, che affermazioni forti come quelle evidenziate in WikiPedia, del tipo «È importante notare che tale valore è stato assunto come esatto: ciò vuol dire che la velocità della luce è posta per definizione uguale a c, e per questo motivo essa non è affetta da alcuna incertezza, al contrario di ciò che avviene per i valori che derivano da un processo di misura. Quest'assunzione ha comportato anche la modifica della definizione del metro.» oppure come «L'esperimento di Michelson-Morley provò l'indipendenza della velocità della luce dalla direzione di propagazione e, grazie ad altre esperienze che attualmente si considerano sufficienti a falsificare le cosiddette teorie balistiche della luce, viene oggi considerata l'esperienza cruciale che mise in crisi la meccanica classica richiedendo la formulazione della relatività ristretta.» sono arroganti, gratuite oltre che assolutamente non scientifiche.

     «Adottando il criterio di falsificabilità scelto da Popper, secondo cui un'asserzione può definirsi empirica se è possibile che questa venga confutata dall'esperienza, dunque, le asserzioni-base, in quanto asserzioni singolari esistenziali, e dunque verificabili e mai falsificabili empiricamente, sono da definire necessariamente metafisica.

Immagine di Flammarion dell'uomo
che esce dalla cupola del firmamento.

     ...
     Questo concetto può risultare più chiaro se si prende d'esempio per contrasto un'asserzione tautologica come la seguente: "Oggi camminerò o non camminerò". Quest'asserzione non divide tutte le asserzioni-base in due sottoclassi distinte, dacché qualsiasi asserzione-base è compatibile con quanto affermato dall'asserzione, e di conseguenza la sottoclasse dei suoi falsificatori potenziali è vuota. L'asserzione, dunque, non ci dà alcuna informazione, o, per meglio dire, non vieta niente: proprio per questo non può essere falsificata da alcuna asserzione-base e dunque non può essere definita empirica.»[12]

    In questo senso, tutto il castello ipotetico costruito da Keplero e Newton, ha minor valore di quello Tolemaico perché non può essere contraddetto dall'esperienza empirica, ma solo dalla asserzione-base opposta. Mentre invece la visione tolemaica è passibile oggi, grazie alle moderne tecnologie ottiche ed elettroniche, di verifiche empiriche. Ad esempio, se da Imperia vedo e fotografo in giorni particolarmente limpidi, la Corsica compatta e non soltanto la cima del Monte Cinto, posso fare una verifica empirica che la "presunta curvatura terrestre" del modello eliocentrico non esiste, confermando il modello piatto di Tolomeo.
     Un'altra verifica empirica del modello tolemaico potrebbe essere quella di poter raggiungere in Antartide il luogo dove gli antichi rappresentavano l'esistenza di una barriera che potrebbe racchiudere la nostra atmosfera, per giustificare che in essa esiste una pressione. Ma questa verifica empirica viene preclusa dal divieto a recarsi in Antartide. Allo stesso evidente modo viene impedito ai comuni mortali di poter osservare che il mondo sia veramente una palla e ci vengono fornite soltanto fotografie scattate da pochi e corruttibili eletti e, con ogni probabilità si tratta di immagini come minimo "ritoccate", quando non completamente false.
     Mi scuso con eventuali lettori per la lunghezza e forse pedanteria dell'articolo, che richiedeva però tale meticolosità e scrupolo. Un grazie sentito a chi mi segue.
     Giovanni Chifelio


    Note:
     [1] Carl Sagan, Il mondo infestato dai demoni. La scienza ed il nuovo oscurantismo. Ed. Baldini & Castoldi, Milano 2001, pag.239.
     [2] Leggi tutto l'articolo su http://www.italnews.info/2020/12/12/guglielmo-marconi-capta-il-primo-segnale-radio-transoceanico/"
     [3] Non saprei decidermi, per assegnare il "Pinocchio d'oro", nel caso dovesse in futuro essere istituito un premio al più sfrontato mentitore dell'anno, se alla storia (della scienza, ma anche alla storia in generale) oppure alla scienza (ma sarebbe più esatto dire "lo scientismo"), chi fra i due possa meritare l'ambito premio. Come vedremo più avanti in WikiPedia, «In precedenza altri sperimentatori avevano infatti ottenuto simili risultati, come Nikola Tesla, che aveva trasmesso a 50 km di distanza all'inizio dello stesso anno in un collegamento a West Point,[5] mentre il russo Aleksandr Popov aveva realizzato un ricevitore di onde radio nel maggio dello stesso anno.» Mentre il nostro connazionale, vi si accinge «L'8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l'apparecchio si dimostra valido...». Dunque, l'uno ad inizio 1895, l'altro a maggio 1895, Marconi, finalmente, a dicembre, ed è lui l'inventore della radio. WikiPedia
     [4] Vedi nota precedente[3]. https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Marconi
     [5] https://it.wikipedia.org/wiki/Ionosfera
     [6] https://it.wikipedia.org/wiki/Atmosfera_terrestre
     [7] «...La radiazione elettromagnetica può propagarsi nel vuoto, come ad esempio lo spazio interplanetario...»
     [8] l vuoto, nella fisica, è l'assenza di materia in un volume di spazio. L'unità di misura SI della pressione è il pascal (abbreviato con Pa). È talvolta misurato anche in termini di torr o millimetri di mercurio (mmHg) usando la scala barometrica o in rapporto alla pressione atmosferica media usando il bar.
     Un vuoto parziale è espresso in unità di pressione; l'antitesi del vuoto, che è tecnicamente inottenibile, è chiamata pieno.
     Descrizione
     La condizione di vuoto perfetto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservata in natura; si ritiene che gran parte dello spazio intergalattico consista di un vuoto quasi perfetto, con un piccolo numero di molecole per metro cubo. Inoltre, anche supponendo che in una certa regione dello spazio fisico non ci fossero molecole, la presenza dei campi (gravitazionale, elettromagnetico, ecc.) comporterebbe comunque l'assenza di un vuoto completo in tale regione dello spazio. Brani tratti sempre da WikiPedia.
    Non so voi, ma a me l'idea di una «condizione ... non [...] ottenibile in laboratorio e non [...] mai stata osservata in natura» non la porrei al centro di una teoria, in quanto sarebbe già una falsa partenza per tale ipotesi teorica. Tutto il sistema eliocentrico si poggia sul vuoto assoluto che non oppone ostacoli da 14 miliardi di anni, alla rotazione dei pianeti intorno al sole su di un orbita ellittica immutata.
     [9] https://it.wikipedia.org/wiki/Radiazione_elettromagnetica
     [10] Come, ad esempio, il sistema HARP, usato per la geo-ingegneria, il controllo climatico, che ci ha abituati ormai da decenni ad osservare strutture di nubi "pettinate", sicuramente non naturali.
     [11] La sigla "MM" che appare in questo breve brano, ovviamente sta per "Michelson-Morley". http://www.cartesio-episteme.net/mich.html
     [12] Qui un .pdf maggiormente approfondito su Karl Popper.

Articolo n.146: marconi.php
Sito: chifelio
Tema: 7 - Scienza
Data: 2020-12-20

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