"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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L'alterità degli altri
Venerdì 12 febbraio 2021

     Doveva succedere, prima o dopo. Stamane ho accompagnato la mia mamma, over novanta a fare spese nel grande mega-shopping del mio paese nativo, un centro commerciale che prende il nome da una nota catena di ipermercati, la capintesta delle cosiddette cooperative "rosse", che qui non voglio nominare.

Immagine di un supermercato.

     Ai tempi della mia gioventù, negli anni settanta, quando ogni occasione era buona per fare uno sciopero o una protesta, da parte del popolo, contro i "padroni", rosso stava automaticamente per qualcosa dalla parte del popolo, contro gli oppressori.
     Oggi non è più così. Con giochi di prestigio troppo veloci affinché i più potessero rendersene conto, i padroni, gli oppressori, li si chiami come meglio ci aggrada, hanno rimescolato le carte e, pare, noi del popolo della Repubblica democratica chiamata Italia non sappiamo più chi siano i nostri amici e i nostri nemici, così, per non sbagliarci ci scanniamo tra di noi. Troppo lungo riassumere i rimescolamenti avvenuti: ognuno si documenti.

Immagine di pubblicità di mascherine.

     Siamo infelici e qualcuno deve per forza averci la colpa: non possiamo ammettere di aver sbagliato noi, ergo deve essere stato qualcun altro.
     Se le cose non vanno, sarà sicuramente colpa di quelli, sempre scelti nel popolo, che sono diversi. Perché i nostri oppressori stanno nascosti, non girano con i cartellino con su scritto "siamo gli aguzzini del popolo".
     Si può essere diversi in molti modi. Per etnie, religioni, regioni di provenienza, fedi politiche, idee.
     Ecco il punto: le idee. Le idee sono il frutto del pensare, che, vi svelo un segreto, non è credere a quello che dicono in televisione. Pensare è mettere insieme idee diverse per valutarle, sceglierle, cernirle, farne un sunto ed un rimescolamento, confrontarle con altre idee ed altre persone.

Immagine che mi ha mandato l'amico Elio.

     Il succo di tutto questo è che la diversità è progresso, mentre, al contrario il livellamento è regressione, oscurantismo, vicolo cieco, errore. In tutta la mia vita ho sempre voluto rispettare l'alterità dell'altro, perché, forse, il suo diritto di essere altro da me, lungi dal minacciare la mia essenza, la garantisce come reciprocità.
     Veniamo brevemente al fatto. Nel supermercato in questione, indosso la mascherina per non fare discussioni con nessuno, anche se ritengo sia un mio diritto respirare ossigeno e non gli scarti del mio respiro precedente. Non sto parlando di un diritto legale, anche se non esiste ad oggi nessuna legge che obblighi all'uso della mascherina, ma solo DPCM, che non hanno valore coercitivo ma solo consultivo. Sto parlando di un diritto naturale, come ogni altro essere vivente di reperire ossigeno e non anidride carbonica dall'ambiente. Così tengo la mascherina sulla bocca e respiro dal naso.
     Una dipendente del supermercato mi redarguisce da lontano, più di dieci metri urlando «Si copra il naso con la mascherina!». Mi viene spontaneo risponderle «Lei pensi alla sua mascherina che alla mia ci penso io.» Ma non le basta e replica, sempre urlando, che «No, lei si deve coprire il naso!»
     È un fatto banale, successo migliaia di volte. Ma mi fare stare male dentro. Perché insegnare agli altri cosa debbono fare? Mi vengono in mente i nativi americani che sapevano che nessun uomo può dire ad un altro cosa deve fare. Dobbiamo per forza essere tutti uguali, pensarla tutti allo stesso modo? Davvero è obbligatorio credere tutti alla pandemia? Fare la guerra al raffreddore?
     Se davvero è così, i segni ci sono tutti. Quando si instaura una dittatura, la prima cosa che fa è sospendere la Costituzione. I diritti dell'essere umano sono messi da parte. Poi tutti devono dimostrarsi di accettare il regime indossando i simboli di esso. La camicia nera o la mascherina sono la stessa identica simbologia. E se sei dissidente ti propiniamo l'olio di ricino o il vaccino con un TSO. Oppure ti mandiamo al rogo come faceva l'inquisizione, esponendoti al pubblico ludibrio. Oggi, per farlo, tra tante pecore addomesticate, basta additare il dissidente che lascia il naso scoperto dalla mascherina.
     Evviva la libertà e la democrazia.

     Giovanni Chifelio


Articolo n.151: alter.php
Sito: chifelio
Tema: 13 - Resistenza alla oppressione
Data: 2021-02-12

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